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La Terra Promessa

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joinville
view post Posted on 10/12/2015, 15:01     +1   -1




Premetto che, essendo un lavoro che faccio nel tempo libero per puro svago, il racconto avrà una post-produzione ed un editing poco curato, ogni critica è ben accetta, buona lettura!


Cap 1) Improbabili compagni

Il sole passeggiava indifferente sopra una distesa desolata, popolata da una natura ormai morta. Orrende creature brulicavano nelle lande che si estendevano per miglia e miglia senza trovare una sola traccia di civiltà.
Lì, un tempo, sorgevano gli Stati Uniti d'America, ora non c'era che un immensa gruviera costellata da rovine e scheletri informi.
In mezzo al reticolato di antiche strade malmesse, si ergeva miserabile una piccola cittadina, dove trovavano rifugio nei palazzi diroccati decine di disperati vagabondi.
Quasi tutti viaggiavano in piccoli gruppi, alcune coppie e pochi temerari solitari, ognuno di loro arrivava e si sceglieva un rudere disabitato, quelli con ancora il tetto erano occupati ormai da tanto, e quando i fortunati inquilini sloggiavano alla ricerca di terre migliori, le risse e le sparatorie diventavano una triste routine per le strade.
Tuttavia, al calar della sera, tutti si muovevano verso la piazzola, ogni gruppetto si sceglieva un posto lontano dagli altri, e poche faccie toste avevano il coraggio di rischiare la sorte parlando con qualcun'altro, che quasi sempre era la persona sbagliata per scambiare due parole.
Quando un ghoul arrivò, sembrò non curarsi degli sguardi straniti o schifati che gli venivano sparati contro, si limitò a guardarsi intorno, e prese posto nel retro di un relitto di una macchina per riposarsi un pò.
Non passò molto prima che un disperato armato di coltello e razzismo si diresse con aria minacciosa contro il ghoul solitario.
<<bastardo, non infetterai la nostra acqua!>> gridò paranoico.
<<a-amico, non infetto proprio niente io.>> rispose il ghoul acquattandosi in fondo all'abitacolo per stare il più lontano possibile da quella lama arrugginita che gli oscillava davanti al naso.
Il nostro ghoul sapeva benissimo che l'imbarazzante tentativo diplomatico non sarebbe servito a salvare quel che rimaneva della sua pellaccia, e i suoi 200 anni e passa di vita iniziarono a passargli davanti agli occhi.
Caso volle, che fra la folla che guardava disinteressata la folle aggressione, almeno uno era altrettanto folle da mettersi in mezzo.
Una mano afferrò per la cintola il pazzo, e lo tirò fuori dalla macchina facendolo ruzzolare rovinosamente a terra, spargendo nell'aria un pulviscolo accecante.
Non appena la polvere si diramò, una pistola era puntata sul muso dello sfortunato aggressore, che non ebbe altra idea che scappare goffamente il più lontano possibile.
Quando il pazzo era ormai lontano,il ragazzo tese un braccio dentro il relitto prebellico, salvo ritrarla inorridito quando una putrida e cadaverica mano glielo strinse saldamente.
Il ghoul uscì affranto dall'auto, guardando l'omino tutto irrigidito di fronte a lui.
<<beh, suppongo che debba ringraziarti ugualmente.>> disse.
L'uomo davanti a lui lo guardava incredulo tenendosi il braccio, sembrava non trovare le parole, e continuava a muovere la bocca senza far uscire alcun suono.
<<non hai mai visto un ghoul?>>
Il giovane accennò un no con la testa.
<<ma dove hai vissuto fino ad ora?>> chiese incredulo.
<<ehm, in una fattoria, non lontano da qui.>> tagliò corto il ragazzo indicando un punto indefinito all'orizzonte.
Il ghoul accennò un sorriso incorniciato da un paio di labbra squamose, che lo rendevano leggermente inquietante, e tornò dentro l'auto senza dire altro.
Calata la notte, il gelo prese possesso della triste cittadina, le povere anime che l'occupavano abusivamente si ritirarono presso le macerie dell'antico mondo, in cerca di un riparo.
La piazza si era ormai svuotata, si potevano trovare solo qualche barbone sfortunato, chi si arrangiava con un sacco a pelo, chi con qualche coperta di pelle fin troppo artigianale, chi, invece, seduto sulla nuda terra, ancora più disperato degli altri. Era il caso del giovane che qualche ora prima salvò il ghoul da una morte certa e poco igienica, e che adesso lo guardava dentro quella macchinina tutta arruginita, fin troppo comoda ai suoi occhi.
Si avvicinò scivolando timidamente fra le ombre, tentennando ad ogni passo. Quando fu ormai prossimo alla improvvisata tana, lanciò una rapida occhiatina dentro, scorgendo il cadavere ambulante mentre sonnecchiava tranquillo raggomitolato nel sedile posteriore.
Busso sul tettuccio un paio di volte, e un'altra, e un'altra ancora più forte, senza ottenere risposta. Allungò un braccio tremolante verso il piede scarnito del mostro, sfiorandogli appena la caviglia, nel punto dove un piccolo lembo di pelle si poteva ancora scorgere con un occhio attento. Non riuscendo a svegliarlo, si fece coraggio, e gli afferrò saldamente la gamba, dando due strattoni e ritirando subito dopo la mano per pulirla nei pantaloni.
<<eh? Si! Cos.. Chi sei?>> borbottò il ghoul assonnato.
Il giovane si limitò a guardarlo con occhi un pò languidi, un pò schifati e un pò spaventati.
Il ghoul fissò quello sguardo ambiguo per un pò, analizzando quel ragazzo che poteva benissimo essere un'altro pazzo omicida, o magari un rapinatore, ma sembrava stranamente pacifico. Si limitava a guardarlo mentre continuava a sfregarsi la mano sulla coscia, un pò di tempo fa gli avrebbe dato fastidio, ma ora si era fin troppo abituato.
<<sei quello che mi ha aiutato prima? Se cerchi un posto dove dormire, puoi metterti nei sedili davanti, non è che cambi molto, ma almeno hai qualcosa di morbido su cui poggiare il sedere.>> disse.
A quelle parole il ragazzo si sbloccò, accennò un segno di ringraziamento con la testa, e si accoccolò nel sedile davanti, cercando di prendere sonno.
Il ghoul, ormai sveglio, tirò fuori un pacchetto di sigarette da un sacchettino, e ne porse una al giovane.
<<fumi?>> chiese gentilmente.
Il ragazzo vide una mano ossuta avvicinarsi al suo muso, e si spalmo sullo sportello cercando di evitarla.
<<no, non direi.>> rispose timidamente.
<<non diresti? Che risposta è?>> ridacchiò il ghoul.
<<a dire il vero, non so cosa sia quella cosa.>>
<<oh.. Sei proprio strano eh, è una sigaretta, roba prebellica, fatta bene, non quelle schifezze artigianali che girano adesso, quelle, amico mio, ti mandano alla tomba, troppe radiazioni.>> disse accendendosene una.
Il ragazzo non capì mezza parola, ma stava ad ascoltare tutto quello che diceva il suo improbabile compagno.
<<devi aver vissuto in qualche luogo isolato, amico mio.>> continuò il ghoul <<mi chiamo Jeremiah, un nome stupido eh? Un tempo piaceva alle puritane, suonava quasi biblico, ora è gia tanto che qualcuno riesca a pronunciarlo.>> ridacchiò il ghoul, <<puoi chiamarmi Jem se ti va, è più immediato.>>
<<oh, beh, immagino.>> disse confuso il ragazzo. <<io mi chiamo James.>>
<<james, eh? Sai dirmi dove siamo?>>
<<amsterdam.>>
<<amsterdam!? Come ci sono finito in Europa..>> disse il ghoul fra se e se.
<<no siamo in America.>> disse un barbone che origliava annoiato li vicino, <<che ce l'hai una sigaretta?>>
<<si siamo in America, sono diretto ad Albany, spero di trovare qualche insediamento li.>> disse il ragazzo ignorando il pover'uomo.
<<oh, sono finito nello stato di New York, ho camminato tanto allora..>>
<<no no.>> sbucò nuovamente il barbone. <<new York è più a sud.>>
<<sta zitto un attimo!>> sbottò Jem. <<dovresti andare a Boston, ho sentito dire che li si sono organizzati per bene, città meravigliose, cibo e acqua per tutti, c'è anche un posto dove accettano quelli come me.>>
Gli occhietti sanguigni di Jem si illuminarono di speranza mentre parlava di quella che sembrava la terra promessa.
<<ho deciso, domani mi metterò in cammino. Arrivo Boston!>>
<<beh.. Albany è comunque più vicino.>>
<<sei uno noioso, te l'hanno mai detto?>>
Entrambi potevano ritenersi offesi, uno per essersi visto l'entusiasmo spezzato rovinosamente, l'altro perchè effettivamente nessuno gli aveva mai detto che era noioso. Così si ritirarono ognuno nel proprio angolino e cercarono di dormire, non prima di aver concesso una sigaretta all'assillante barbone.
 
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joinville
view post Posted on 19/12/2015, 16:01     +1   -1




Cap 2) Il vecchio

Nell'arido deserto post-nucleare scivolava un'ombra spaventata. Si dirigeva verso le rovine di una vecchia cittadina che si potevano scorgere all'orizzonte, lasciandosi alle spalle l'immensa tana di predatori e psicopatici che vagabondavano nella città che una volta tutti chiamavano Albany.
Aveva una camminata goffa,ogni tanto provava invano ad accellerare il passo, soccombendo al caldo ed alla fatica, ruzzolando rovinosamente a terra e rialzandosi sempre in una nuvola di polvere, spinto dal terrore e dalla disperazione.
Era un uomo ormai vecchio, vestito vagamente elegante, con un completo scuro rovinato dal tempo, macchiato di polvere e terra e rattoppato alla buona, con un cravattino che gli pendeva al collo sopra una camicia bianca ridotta a brandelli. Sudava vistosamente, e ansimava ad ogni passo, mentre si trascinava senza forze asciugandosi costantemente la fronte con la mano, mentre con l'altra reggeva saldamente un piccolo sacchetto.
Camminava e camminava il vecchio, lanciandosi occhiate spaventate alle spalle, mentre il miraggio di una nuova casa si faceva sempre più vicino. Dopo ore di agonia, arrivò alla tanto desiderata cittadina, che si ergeva senza vita di fronte a lui, enormi palazzi grigi facevano da cornice alle strade spettrali che percorreva, alla ricerca di un qualche insediamento vagamente civilizzato. Girò a destra seguendo un grande viale abbellito da monumentali alberi morti, seguendo poi le piccole traverse, piene di negozietti abbandonati, finchè non si parò davanti a lui un grande supermercato, le cui porte erano state distrutte da chissà chi. Si avvicinò furtivo, origliando timidamente. Da dentro venivano rumori molesti, oggetti che volavano, scaffali che cadevano rovinosamente, urla di gioia isterica esplodevano, seguite da imprecazioni varie ed indicibili. Il tutto terrorizzò il povero vecchio, che si diede ad una fuga disperata, usando le ultime energie che gli erano rimaste a disposizione. Corse infilandosi nei vicoli più disparati, accecato dall'ansia, finchè non si buttò sconsolato a terra, la gola bruciava dalla sete, le gambe tremavano dallo sforzo, alzò gli occhi al cielo per chiedere una improbabile grazia, e si trovò davanti un uomo corroso dalle radiazioni.
Ci fu un attimo di imbarazzante silenzio, mentre i due personaggi si studiavano a vicenda, finchè il vecchio si lanciò ai piedi del ghoul singhiozzando penosamente.
<<ti prego, ti prego, ti prego.>> ripeteva ininterrottamente, mentre l'altro lo fissava dubbioso dall'alto.
Il ghoul lo scansò infastidito con un paio di calci, e osservò il vecchietto mentre si appiattiva al muro ansimante, poteva vedere benissimo il panico nei suoi occhi.
<<vuoi uccidermi vero?>> chiese l'uomo terrorizzato, <<ti posso pagare, so chi ti ha mandato, posso darti il doppio, il triplo, tutto quello che ho!>>
Un sorriso inquietante si spalancò sulla bocca squamosa del ghoul. Gli tese una mano, indicando con lo sguardo l'appetitoso sacchetto.
<<fammi vedere.>>
<<tieni, ci sono un migliaio di tappi, è tutto, spero che basti.>>
Il ghoul strappò il sacchetto dalle ossute mani del vecchio, aprendolo e guardando soddifatto al suo interno.
Nel frattempo, un ragazzo uscì da un vicolo vicino, mentre si alzava con fare assonnato la zip dei pantaloni. Vedendo il pover'uomo spalmato sul muro in preda al panico, si avvicinò aiutandolo ad alzarsi, sussurrandogli parole confortevoli, finche la voce rauca del ghoul spezzò quel tenero momento.
<<amico, ma sei impazzito? Lascia stare il vecchio.>>
Il giovane guardò dubbioso il compagno che se ne stava li, tronfio, col sacchetto traboccante di tappi arrugginiti.
Lanciò sguardi confusi al vecchio e al compagno, in preda ad una crisi di coscienza.
<<se mi aiuti a sbarazzarmi di quella cosa, metà di quei tappi sono tuoi, giuro!>> gli disse l'uomo mentre si rialzava a fatica.
Il ragazzo non ci penso troppo, mise mano alla vecchia pistola infilata nella cintola e la puntò dritto al cuore del ghoul, mentre flebili scuse uscivano inascoltate dalla sua bocca.
Subito il ghoul lasciò cadere il sacchetto, spargendo la moltitudine di tappi nell'arida terra sabbiosa, e alzò le mani al cielo.
<<non ci si può proprio fidare di nessuno, eh?>>
Il giovane abbassò lo sguardo in un gesto di vago pentimento, senza tuttavia ritrarre l'arma.
I tre rimasero così per un pò, mentre il vecchio ansimava e sudava in un angolo senza dire una parola.
La situazione di stallo stava logorando i nervi dei due, in attesa che qualcuno o qualcosa arrivasse miracolosamente a dargli consiglio.
<<senti amico, abbassa quell'arnese, ce ne andiamo ognuno per la sua strada e questa brutta storia finisce qui, senza rancore.>> disse il ghoul mentre abbassava lentamente le mani.
Il giovane guardò il vecchio per avere risposta, ricevendo solo uno sguardo nervoso e indeciso.
<<parto oggi stesso per Boston, amico, non mi vedrai mai più, credimi.>>
<<boston?>> sussultò il vecchio, <<mi serve qualcuno che mi scorti a Boston, posso pagarvi, a te e al ragazzo.>>
A quelle parole il ghoul si lanciò sul vecchio per un abbraccio liberatorio, mentre il ragazzo si buttava a terra con gli occhi al cielo emettendo sospiri di sollievo.
 
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joinville
view post Posted on 3/1/2016, 17:18     +1   -1




Cap 3) Le prime difficoltà

<<sapete, da giovane ero un coraggioso cacciatore.>> raccontò il vecchio <<passai l'infanzia gironzolando qua e la per il Commonwealth, cercando branchi di bramini selvatici, fu allora che imparai a destreggiarmi tra fucili e pistole, imparando a combattere e sopravvivere. Quando divenni più maturo, usai queste abilità per scortare carovane. Fu il periodo più felice della mia vita. Ero davvero bravo, sapete? Ogni cosa che facevo mi appassionava tantissimo, passavo le fredde notti a discutere e imparare dai carovanieri più esperti, e, con il passare degli anni, si fece vivo in me il desiderio di aprire un'attività tutta mia. Ma purtroppo, il lavoro di guardia non mi faceva guadagnare abbastanza. Per questo, appena ebbi l'occasione rubai questi tappi a un tale di nome Stockton, a Bunker Hill. Un pezzo grosso del settore. Ma dovetti fare i conti con la realtà. Preso dall'euforia di una vecchiaia passata nella ricchezza, non pensai alle conseguenze. Quel vecchietto che mi sembrava cosi fragile e debole divenne il mio incubo. Passai le ultime settimane nascondendomi, temendo ogni secondo che un suo sicario mi trovasse per riavere il bottino.
Ecco perchè mi servite voi, adesso. Voglio che mi accompagniate a Bunker Hill per fare da tramite fra me e Stockton, in cambio vi mostrerò la strada più sicura per arrivare sani e salvi a Boston, che ne dite?>>
I due stavano li ad ascoltare, seduti davanti un piccolo focolare di fortuna, che splendeva solitario nella città fantasma sotto un indifferente cielo stellato.
Fissavano intensamente il vecchio davanti a loro, riflettendo sulle possibilità che li venivano offerte. Jem, il ghoul, avrebbe accettato subito, per andare nella terra che tanto sognava, mentre il giovane, James, era più restio, fisso nella sua idea di raggiungere Albany, e risparmiarsi così un viaggio lungo e potenzialmente letale.
<<come hai detto di chiamarti, vecchio?>> chiese Jem con la sua voce roca vagamente inquietante.
<<il mio nome è Roman, allora?>> insistette il vecchio.
<<potrei accettare,>> rispose Jem <<a patto che tu mi dia un arma a tue spese e il giovane qui venga con me.>>
Il ghoul spostò lo sguardo verso il ragazzo, che sussultò non appena venne tirato in causa.
<<ehm, io, come dire, penso che mi dirigerò verso Albany, potrei venire con voi per un tratto.>>
<<albany? Cambierai idea, giovanotto,>> disse Roman <<vengo da lì, un mucchio di fuoco e ceneri ti aspettano, oltre che una massa di psicopatici strafatti.>>
<<beh...>> ci pensò su James, <<in quel caso mi unirò a voi.>>
<<signori miei, affare fatto.>> disse Roman mentre un sorriso gli spalancava la bocca.
Quella sera, comprarono da uno sbandato qualche pezzo di carne non meglio identificata per pochi tappi, e lo arrostirono sul fuoco, fu per loro un lauto banchetto, e andarono a dormire dentro la macchina arruginita.
Si svegliarono di buon'ora, non appena il sole accennò a sorgere. Decidettero di non perdere altro tempo, comprare un arma a Jem, e partire subito.
Andarono fra le rovine a cercare un possibile venditore, muovendosi furtivamente per evitare incontri spiacevoli, nel mentre che il ghoul non la smetteva di bisbigliare, fantasticando su enormi cannoni spara laser, o fucili al plasma che scioglievano l'acciaio, a un certo punto, disse che si sarebbe accontentato di un fucile d'assalto prebellico, di quelli che facevano ricchi i temerari mercanti che facevano la spola fra l'Alaska e il Nord-America.
Trovarono un pazzo sfigurato dalle radiazioni, con qualche dente in più del normale che rovinava l'inquietante ghigno con cui accolse la compagnia. Li vendette un vecchio fucile da caccia a colpo singolo, più una ventina di munizioni tutte diverse fra loro, che Roman divise attentamente fra quelle compatibili col fucile e quelle inutili. Il tutto costò 100 tappi, abbassati a 60 grazie all'eloquente pistola di James.
Jem non fu particolarmente contento, ma non si riuscì a trovare di meglio.
Finalmente arrivò il momento di partire, e si lasciarono alle spalle la vecchia cittadina quando il sole batteva prepotentemente dritto sulla loro testa.
Seguirono la grande strada dismessa che li avrebbe portati ad Albany, incuriositi dal fatto che non incrociarono nessuna carovana.
Jem e James camminavano davanti a passo svelto, scambiando qualche allegra chiacchera lungo il cammino, mentre Roman, più dietro, scrutava ogni angolo dell'orizzonte, facendo fatica a tenere il passo.
Quando fu sera, i tre avevano camminato ormai per parecchie interminabili ore, e si rifugiarono in un autobus che giaceva abbandonato fuori strada.
Prepararono un focolare con arbusti e legnetti, e si misero alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti.
L'area tutto attorno a loro era praticamente disabitata, e nessuna forma di vita commestibile si aggirava nei paraggi.
Jem ebbe varie idee, come quella di mangiare insetti, o di mangiare erbe del posto, furono, però, tutte scartate, come anche quella di digiunare per la notte. Dopo esser stato etichettato come "femminuccia", per via dello stomaco debole, da Jem, Roman ebbe un illuminazione.
<<passando di qua, mi imbattei in un gruppetto di tre o quattro rattitalpa, sono qua vicino, posso raggiungerli e catturarne uno.>>
<<d'accordo, vengo con te.>> si offrì James.
<<ah, no, meglio che mi muova da solo, quelle bestioline ti attaccano al minimo rumore, in solitaria sarò abbastanza furtivo da colpirne uno senza farmi vedere dagli altri, ci metterò un paio d'ore, voi state qui e proteggete il rifugio.>>
I due acconsentirono senza troppe storie, e Roman si avviò, muovendosi come un ombra di roccia in roccia per restare nascosto.
Ben presto, lo scoppiettio del focolare, ed il suo calore avvolgente e protettivo, fece piombare nel sonno i due rimasti nel vecchio autobus.
Passata qualche ora, Jem e James se ne stavano ancora avvolti in luridi stracci, tremando in balia del freddo dopo che il piccolo fuoco si affievolì senza altra legna da ardere.
Si svegliarono quando un colpo scosse all'improvviso l'intero autobus, seguito da un forte tonfo che li fece schizzare in piedi spaventati.
Appena riaprirono gli occhi, il buio li avvolse, solo qualche tizzone che tardava a spegnersi illuminava debolmente il piccolo rifugio, dando vita ad una miriade di ombre che circondavano i due, mentre tastavano disorientati i vecchi sedili e le sbarre arrugginite affianco a loro.
Dopo qualche secondo, una serie di colpi scosse ancora più vigorosamente l'autobus, finche una delle tre porte cedette, e una enorme testa fece capolino nel mezzo del veicolo, separando i due, che nel frattempo si attaccarono alle pareti il più lontano possibile da quell'incubo rettiliforme.
Col muso sopra la brace, l'enorme testa della bestia divenne più chiara, aveva una bocca schiacciata, circondata da enormi denti ancora sporchi dalla carne di qualche povera creatura, un paio di corna ricurve si ergevano minacciose sopra di lei, e due grosse mani munite di artigli colossali piegavano senza difficoltà le lamiere arrugginite che ostacolavano la creatura.
La bestia guardò dritto negli occhi i due sfortunati, aveva un'enorme cicatrice che passava nel mezzo di un occhio vitreo scendendo fino alle fauci che si aprivano minacciose.
Jem riconobbe il mostro, nei suoi pellegrinaggi aveva imparato a starne lontano, e cercava con lo sguardo una possibile via di fuga. Voltandosi, vide quel che rimaneva del grande parabrezza nell'abitacolo, e ci si tuffò con uno slancio disperato, ruzzolando fuori in mezzo all'arida sabbia. Cominciò a correre il più lontano che poteva, finchè un fragoroso botto si levò da dentro l'autobus.
Era James, che, impugnata la pistola, sparò dritto nell'occhio sano della bestia, che si dimenò urlando dal dolore. L'enorme rettile iniziò a colpire a destra e a manca ormai privo della vista, mancando solo per miracolo il folle ragazzo chiuso nella coda del veicolo. Il vecchio autobus arruginito venne squarciato in due dalle vigorose zampate, finchè la bestia si fermò immobile all'improvviso.
Iniziò a fiutare l'ambiente facendo vibrare le narici, quando si voltò di scatto e iniziò a correre verso una collina non molto lontana.
Subito James sbucò fuori da quel che rimaneva del rifugio, e vide in lontananza un puntino che si muoveva proprio dove la bestia stava correndo.
Era Roman, di ritorno dalla sua trionfale battuta di caccia, che trascinava un piccolo rattotalpa mentre cercava alla luce delle stelle la via del ritorno.
Mollò subito la preda alla vista di quell'enorme ombra che caricava a gran velocità verso di lui, e si lanciò rotolando per il versante della collina, mentre la bestia tastava il terreno alla ricerca della piccola carcassa di cui sentiva l'irresistibile odore.
James corse a prendere Roman, che se ne stava paralizzato a faccia in giù dopo una lunghissima caduta. Lo trascinò il più lontano possibile, riunendosi anche con Jem, che si nascondeva in mezzo ad un grosso cespuglio.
Mancava poco al sorgere del sole, e tutti e tre si godevano l'insperata salvezza, mentre la bestia assassina strapazzava brutalmente il piccolo rattotalpa alla luce di una splendida alba.

Buon 2016 a tutti :lol: :lol:
 
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2 replies since 10/12/2015, 15:01   41 views
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