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The Asgard Project Chronicles I, Under the Paris Skies

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view post Posted on 22/8/2011, 08:57     +1   -1
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Snowstorm

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Asgard dalle candide nevi

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Jerome

Parigi, nei pressi del fiume Senna, 6 Marzo 2277

Sospirò, quella zona di Parigi puzzava leggermente di morto, troppo morto. Le acque del fiume erano radioattive e verdastre, uno spettacolo alquanto disgustoso e nauseabondo. Non vi fece troppo caso continuando la sua perlustrazione. La maggior parte degli edifici, case o negozi che fossero, era diroccata o completamente distrutta ma a suo dire la capitale era riuscita a sopportare con tenacia i forti bombardamenti del 77.
Svoltò l'angolo della strada affacciandosi direttamente sul corso d'acqua puntando istintivamente il fucile davanti a sè, niente non c'era nessuno, amico o nemico che fosse. Non amava particolarmente le perlustrazioni per le stradine deserte e invase dai detriti pur non essendo troppo lontano dal QG della Resistancè a Notre-Dame, lui preferiva l'azione diretta, lo scontro a fuoco.
In lontananza si stagliava la Tour Eiffel , un tempo simbolo di Parigi, che pur essendo sopravvissuta ai bombardamenti era stata danneggiata e alcuni dei grandi cavi d'acciaio che tessevano la sua struttura erano crollati staccandosi di netto per poi precipitare a terra. Dopo 200 anni dalla fine del mondo non era altro che uno spettrale scheletro d'acciaio ferito a morte che continuava a stringere i denti per restare in piedi, affascinante in un certo qual senso.
Si riscosse da quel torpore abbandonando l'ammirazione della devastata capitale sentendo che l'auricolare vibrava lievemente emettendo una lucina blu..era Arthur:
<che cosa c'è Arthur?> chiese quasi seccato
<mon Amì! Disturbo? Per caso eri con qualche signorina del Moulin Rouge?> chiese ridacchiando
<non fare l'idiota, il Moulin Rouge è ancora in quarantena se ben ricordi e comunque non ci entra una donna da più di 200 anni, piuttosto stavo ammirando la Tour Eiffel, perchè non possiamo perlustrare quella zona?>
<questo dovresti chiederlo a Virgil, o forse semplicemente perchè l'unica squadra che aveva mandato in ricognizione lì non ha mai fatto ritorno,tra queste rovine non vi sono solo predatori e ghoul>
<a proposito di ghoul, ne ho incontrati 3 , 20 minuti fa prima di raggiungere il versante sud della senna....>
<problemi?>
<nulla di cui preoccuparsi, ora stanno riposando a terra con 3 proiettili da 7,62mm in testa rispose sorridendo lievemente, il suo fucile nelle occasioni di pericolo non l'aveva mai deluso
<bel lavoro Jerome, tre zombie in meno di cui preoccuparsi, altro da segnalare? non farmi annotare solo stronzate, ne ho fin sopra i capelli delle tue gesta da eroe > rise
<a parte il puzzo che arriva dalla Senna, o da quel che ne rimane nulla per ora, continuo la mia perlustrazione verso il ponte Du Carrousel si strinse nelle spalle
<fa attenzione Mon Amì, da quella parte c'è il Museo del Louvre, quella è zona rossa>
< Roger> rispose Jerome chiudendo il canale.
Sospirò nuovamente, doveva pur esserci qualcuno vivo, sano di mente che non fosse un fottuto predatore o qualche schifezza creata dalle radiazioni, avrebbe continuato a cercare per un'altra ora mantenendosi a debita distanza dal Louvre, dopodichè sarebbe ritornato al QG per un pasto caldo. Il museo si intravedeva a tratti dall'altra parte del fiume, con molte pareti crollate o danneggiate , e come gli altri monumenti dopo la guerra aveva assunto un'aspetto sinistro e inquietante.
Strinse l'impugnatura di "Black Hell" mentre avanzava cautamente in direzione del ponte, trovare qualcuno vivo avrebbe significato una vita salvata in più, un soldato in più e soprattutto più speranze per la Resistancè di ristabilire un pò di ordine tra le rovine di Paris. Le notizie giunte dal fronte via radio non promettevano nulla di buono, almeno a suo dire.
<merde!> imprecò <questa strada si fa sempre più inutilizzabile, di questo passo dovrò fare i salti mortali per arrivare a quel dannato ponte> esclamò mentre scavalcava con un balzo l'ennesimo rottame di un'automobile rimasta a bloccare parte della carreggiata. In quel momento, il silenzio surreale delle rovine era il suo unico compagno di viaggio. Un compagno che non l'avrebbe aiutato in caso di pericolo, una presenza che si insinuava in ogni vicolo, in ogni casa, edificio o luogo come una sottile nebbia impregnando tutto, quasi rimpiangeva le urla impazzite dei ghoul.
 
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trulloboss
view post Posted on 22/8/2011, 11:11     +1   -1




Frank

Parigi:Opsedale Hòpital Saint Antoine 6 MARZO 2277

Si alzò con la luna storta ieri sera non aveva bevuto neanche un goccio di Brasserie Fischer la birra francese più buona in assoluto.
<a che palle ho finito pure la carne di ratto!>disse con tono alquanto scocciato.
<dovrò andarne a prendere un po nelle fogne>esclamo con tono preoccupato.
<naaaaa non ce nessun vomitoso ghoul li sotto........spero>prese la sua armatura metallica il suo capello da mercenario 1 stimpak le sue due armi il fucile al plasma "morte al plasma" e lucy il suo fucile da cecchino.Anche se non aveva munizioni per ricaricarlo quel fucile lo portava sempre con se in qualunque posto,cosi fece un respiro profondo prima di entrare in quelle fogne.
<ok siamo in ballo.....balliamo>
Si tuffò nell'acqua puzzolente e radioattiva con uno scatto usci per non prendere troppe radiazioni,cosi si incamminò nelle fogne buie e pericolose.
<ommiodio che schifo di posto>disse Frank arrabbiato.......dopo un lungo camminare vide delle persone morte.
<quanta gente morta che è successo qui?!>10 persone mutilate e mangiate,neanche il tempo di alzare lo sguardo che un ghoul lo assalì.
<aaaaaaa stronzetto ora ti uccido>li tirò un calcio negli stinchi,quasi gli strappò via la gamba in putrefazione,il ghoul si allontano ma Frank disse:
<ahah dove vai zombi del cazzo>tirò fuori la sua "morte al plasma" e BOOM la testa del ghoul esplose in mille brandelli.
Ma ora il problema più grande.
< nessun ghoul riuscirebbe a fare questo disastro cene devo essere altri>cosi si allontano con area preoccupata sentiva dei rumori in lontananza,come di qualcosa che si stava avvicinando.5 minuti dopo Frank stava ancora cercando l'uscita quando ad un tratto.....20 ghuol di qualunque tipologia correvano verso Frank
<o merda e io che volevo passare la mattinata a passeggiare con un cartone di birre in mano>sparò il primo colpo beccò uno splendente in piena testa,boom ad un feroce gli saltò la gamba.
<ma Frank sapeva che non poteva farcela cosi si girò e corse come un matto per cercare quelle dannate scale d'uscita,i ghoul lo continuarono a seguire fino ad un punto.....La caverna di jak un supermutante di 5 metri che nessuno aveva mai visto,perché nessuno sopravviveva quando lo incontrava.
<ok ok allora questa si che è sfiga> disse Frank.
<fattene umano o ti giuro che ti squarcio in due> disse il supermutante con aria assai minacciosa
<vorrei venire tranciato dalla vecchiaia non da un cosone troppo cresciuto>disse Frank spavaldo
<ahahahahahah MI PIACI PICCOLO UMANO PER QUESTA VOLTA SEI LIBERO>disse il spermutante
Ma ad un tratto il supermuntate prese Frank per la gola e lo alzò da terra<ma SE TI FAI RIVEDERE SEI MORTO AHAHAAHAHAHAHAHAHAHAHHAHAHAA>disse il supermutante
<ok ok amico fatti una nuka coke magari ti rilassi>disse Frank con aria per niente preoccupata
Il supermutnate lascio Frank e disse
<usa questa uscita>gli indico una scala nella sua grotta
<no bello io non entro nel tuo rifugio preferirei andare a combattere tutti quei ghoul>ribatte Frank
<aaaa stai zitto> il spermutnate prese in braccio Frank e lo butto fuori dalle fogne
<ricorda NON FARTI PIU' RIVEDERE>disse il supermutante.
<si si>disse Frank
Ma ora Frank aveva fame dove poteva procurarsi del cibo facile?

Edited by trulloboss - 22/8/2011, 13:09
 
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EdLan
view post Posted on 22/8/2011, 12:05     +1   -1




Luke

Parigi, una villetta vicina alla Senna, 6 Marzo 2277

Era ormai l' alba, e i raggi del sole arrivarono agli occhi di Luke, facendolo svegliare. Sbadigliò. Era al secondo piano di una casetta parigina, e aveva bloccato la scala che portava alla sala nella quale si era addormentato."Bene! A quanto pare, la barricata ha funzionato" pensò.
Si infilò l' armatura e l' elmo; prese lo zaino e tirò fuori tutta la roba. Fece quindi l' inventario: aveva 5 bottiglie d' acqua , 2 pannocchie, 3 lattine di fagioli, 2 lattine di carne. “Basteranno per tre giorni” pensò.
In un sacchetto erano custoditi i suoi tappi, frutto di un anno passato a rischiare la pelle. Luke li contò: erano ben 641. Richiuse il sacchetto e mise tappi e cibo nello zaino, che mise sulla schiena.
Poi guardò le armi: un fucile di precisione recuperato da un paio di mesi, che si era rivelato ottimo dalla distanza, con mirino di precisione e silenziatore. Aveva 3 caricatori pieni per quell' arma (ogni caricatore aveva 5 proiettili). Infilò un caricatore, mise in tasca gli altri due e poggiò il fucile per terra.
Poi guardò il Thompson: sembrava un comune mitra, ma in realtà era un prototipo costruito con una lega metallica molto resistente, tanto che dopo 335 anni era ancora buono, e aveva un macchinario nel calcio che assorbiva l' azoto dell' aria, lo bruciava e lo indirizza alla canna. Luke non aveva mai capito come funzionasse in modo preciso l' arma, ma l' importante era che bruciasse i nemici. Funzionava anche con le munizioni normali, ma a Luke erano rimasti solo da 30 colpi (l' equivalente di un caricatore pieno) e quindi non sparava spesso.
"Cavolo, devo trovare del cibo e delle munizioni in fretta, o qua ci muoio"
Infilato il suo ultimo caricatore nel mitra e lo poggiò a terra, prese il fucile da cecchino e iniziò a scrutare la zona con il mirino. Sentì rumore di spari. Tre colpi. Vide un tizio che camminava dopo aver seccato tre ghoul, e si dirigeva verso un ponte. Iniziò a seguire il tipo con il mirino, e lo vide parlare attraverso un auricolare. Non riuscì a sentire la conversazione, ma sicuramente non era un predatore. I predatori erano troppo stupidi per poter usare auricolari. Forse apperteneva a qualche organizzazione locale.
Lo stomaco lo distrasse, e Luke si rese conto che era ora di colazione. Mise il fucile da cecchino sulla schiena, imbracciò il Bruciatore e controllò il piano di sotto: era vuoto. Scese facendosi strada tra le macerie, uscì dalla casetta e si diresse verso il fiume. Bevve un pò d’ acqua irradiata, era schifosa, ma Luke non voleva sprecare la sua poca acqua purificata. Poi prese una pannocchia dallo zaino, la arrostì con un veloce colpo del Bruciatore, e se la mangiò. Sembrava tutto ok, quando vide qualcosa uscire da una condotta delle fogne e nuotare verso la riva. Preso velocemente il fucile, passò dalla modalità "Lanciafiamme" del Thompson a quella "Normale" e vide che era un uomo. Non fidandosi, Luke gli disse:
<<hei tu! Se non vuoi che ti bucherelli la testa, ti conviene poggiare le armi a terra!>>
 
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view post Posted on 22/8/2011, 14:39     +1   -1

Guardiano dell'ossario

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Orbita della terra, 6 marzo 2277


L’onda d’urto della nave che esplodeva spinse il piccolo UFO di Crypto, dopodiché il cielo tornò nero e puntinato di stelle.

<identificarsi, PREGO>

<cryptosporidium 658, ambasciatore>

<caricamento, ATTENDERE PREGO.>

La voce cambiò, da quella fredda voce robotica ad una più cordiale voce maschile.

<benvenuto, CRYPTOSPORIDIUM, CARICAMENTO STATO DEL VELIVOLO. ERRORE. MOTORE DESTRO: ERRORE. MOTORE SINISTRO: DANNEGGIATO. STATO DEL CARBUR….ERRORE.>

Tornò la voce robotica di prima.

<attenzione: IMPATTO PREVISTO TRA: 30 SECONDI. SOPRAVVIVENZA ALL’IMPATTO: SALVO AVARIA DEGLI SCUDI, GARANTITA. LUOGO DELL’IMPATTO:
CALCOLO IN CORSO….LATO PIU’ AD EST DELLA ZOLLA EURASIATICA, CORRISPONDENTE AL NOME DI: FRANCIA. INSEDIAMENTO DI PARIGI. LUOGO APPROSSIMATIVO DELL’IMPATTO: FLUSSO DI ACQUE COMUNEMENTE DETTO “SENNA” VICINO INSEDIAMENTO E LUOGO DI RACCOLTA DATI MUSEO DEL LOUVRE. IMPATTO CON L’ATMOSFERA TRA 3 SECONDI, ACCENSIONE DEGLI SCUDI. BUON ATTERRAGGIO.>

La navetta venne avvolta da una barriera invisibile che impediva allo scafo di prendere fuoco, e di sfracellarsi una volta caduta.


Sulla superficie terrestre si vide un enorme lampo nel cielo, un esplosione causata dalla rottura del secondo motore e poi un enorme tonfo all’interno di un edificio diroccato, che alzò un enorme polverone, fece svenire il piccolo Grigio ed attivo un segnale radio che sarebbe stato captato da una sola ricetrasmittente, li vicino, di un ragazzo che stava pattugliando la costa della Senna, il suo nome era Jerome. Quest’ultimo rimase sorpreso dal contenuto del messaggio radio.

<attenzione, A TUTTE LE PATTUGLIE GRIGIE NELLA ZONA: NAVETTA IN AVARIA. LUOGO DELL’IMPATTO: TERRA, FRANCIA, PARIGI NEI PRESSI DELLA SENNA. RICHIEDE IMMEDIATO SUPPORTO. ATTENZIONE, A TUTTE LE PATTUGLIE…[…]>


Prima di svenire, il computer centrale dello scafo disse a crypto le seguenti parole:

<ambasciatore CRYPTOSPORIDIUM 658, BENVENUTO SULLA TERRA>

Edited by °Forfeus° - 22/8/2011, 15:58
 
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view post Posted on 22/8/2011, 15:13     +1   -1
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Esperto in sopravvivenza

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Shane

Parigi, Museo del Louvre, anno 2277

< Mi chiamo Shane Dubois, mi trovo al museo del Louvre, è un inferno qui, ghoul a ogni angolo, sono l’unico sopravvissuto di un gruppo di 20 persone, sto inviando questa registrazione tramite un’antenna parabolica che ho posizionato sulla piramide di vetro, vi prego se c’è qualcuno fuori, venite a prendermi !!! > Il solito messaggio era stato inviato sperando che qualcuno avesse rispoto. Shane si alzò dal suo nascondiglio, aprì la porta della stanza è controllò il corridoio:

< Niente ghoul al momento, per fortuna oggi riuscirò a mangiare qualcosa >

Shane raccolse il suo zaino, agganciò alla cintura il suo navitron e indossò il suo pugno potenziato, Shocking, mentre l’altro lo mise nello zaino, direzione: mense del Museo, Shane doveva mettere qualcosa sotto i denti, dopo 2 giorni di completo digiuno i morsi della fame cominciavano a farsi sentire.
Attraversò un lungo corridoio, appesi al muro non c’era nulla, dove una volta era localizzata la Gioconda c’era solo un muro sbiadito:

< Pare che sia stata portata via prima dell’Olocausto nucleare del ’77 >

Shane non sapeva come, ma tutti i beni artistici più importanti del Museo erano al sicuro ora, lontano dal degrado della struttura e dell’intera umanità.
Guardò fuori dalle finestre, delle nuvole grigiastre ricoprivano il cielo, quando un’esplosione illuminò tutta la volta celeste, uno strano oggetto cadde dal cielo per poi sulle rive del fiume Senna.

< Che diav….. >

Shane non fece in tempo a finire la frase che un gruppo di Ghoul sbucarono da ogni angolo della sala, circondando Shane.
Il ragazzo alzò la difesa proteggendosi con il suo pugno potenziato:

< Sistema Navitron vie d’uscita ?? >

< Nessuna signore, ma la parete ovest è pericolante, probabilità di fuga del 30 % >

< Ottimo, pensavo peggio >

Shane corse verso la parete alla sua sinistra, stordì due Ghoul per poi sfondare il muro e fuggirci attraverso.

< Au revoir Ghoul, anzi adieux Ghoul !! >

Shane cominciò a correre come un forsennato sperando di non essere inseguito da quei mostri; quando vide una porta alla sua destra la aprì subito, davanti ai suoi occhi la mensa del museo, dove gli addetti alla struttura utilizzavano la loro ora di pausa per rifocillarsi.

< Finalmente si mangia !! > disse Shane sprezzante di gioia

Edited by FGBDU - 22/8/2011, 20:55
 
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trulloboss
view post Posted on 22/8/2011, 15:42     +1   -1




Frank

Frank guardava il ragazzo non sembrasse avere paura anzi era abbastanza calmo.
<hei ragazzino metti via quel giocattolino>disse Frank spavaldo mentre il ragazzino si avvicinava
<ti consiglio di stare zitto se non vuoi una pallottola in testa> disse il ragazzo
<ahahahahahahahahaah certo certo>Frank con uno scatto felino prese il suo fucile laser e..........si sedette per la stanchezza.
<che diavolo stai facendo!alzati!>disse il ragazzo con tono minaccioso
<ragazzino non bevo ne mangio da 12 ore un'orda di ghuol mi a quasi divorato.... e un supermutante pazzo mi voleva squartare che cosa vuoi cosi facciamo la finita!>disse Frank
<voglio ucciderti!>disse il ragazzo che si avvicinava sempre più a Frank
<perché>ribatte Frank
<sei un predatore e non voglio che tu e i tuoi amichetti mi ammazziate>disse il ragazzino preoccupato
<1°non sono un predatore 2°se ti volevo uccidere eri già nelle fogne con un buco in testa3°vieni ad aiutarmi che non ce la faccio!>disse Frank
<ok ok scusami>disse il ragazzo
Cosi i due andarono al rifugio di Frank per discutere dell'accaduto e della situazione
Però mente andavano al rifugio qualcosa sbuco da dietro le nuvole.

<che DIAVOLO è QUELLA COSA>esclamarono tutti e due

Edited by trulloboss - 23/8/2011, 01:29
 
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view post Posted on 22/8/2011, 18:15     +1   -1
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웃어라. 온 세상이 너와 함께 웃을 것이다. 울어라. 너 혼자만 울게 될 것이다

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Mike

Parigi,Bar St.Pierre,anno 2277

Il Bar era più sporco del solito,la tenua luce di una lampada a olio illuminava il tavolino dove era seduto Mike,stava gustando una sigaretta quando il barista,il buon vecchio Jacques si rivolse a lui.
<ehi Mike,io qua devo chiudere>
<sta zitto sono solo..>guardò l'orologio che aveva al polso<le 3 ecco>
<dai Mike sai benissimo che me ne vado,qua la situazione si fa troppo calda,mi ritiro a Sud sperando che l'AoR non arrivi anche li>
Mike a malincuore si alzò dalla sedia che emise un leggero cigolio e si diresse verso l'uscita col proprietario che aveva con se l'ultimo zaino da caricare sul Bramino da soma.
<non so cosa ti faccia pensare che la situazione stia diventando più caotica del normale>
disse Mike interrompendo il silenzio,quando proprio in quel momento in cielo un'esplosione gli fece alzare lo sguardo,un pezzo di qualcosa si andò a schiantare vicino alla Senna
<dicevi?>rispose Jacques ridendo.
Mike sbuffò e gli diede una pacca sulla spalla
<buona fortuna amico>disse accennando un sorriso
Jacques si girò prese alcune provviste dal bramino e gliele porse
<spero ti siano utili>
Mike le prese e le infilò nelle grosse tasche del giubbotto
<ah e prendi pure questo>Jacques tirò fuori dalla sua giacca un piccolo auricolare
<questo è un gioiellino,batterie autoricaricanti,capta ogni sequenza radio nel raggio di parecchi chilometri,ma credo che a te sarà più utile>
Mike lo prese e lo posizionò subito nell'orecchio.
<e un'ultima cosa Mike,prendi le chiavi del bar,ci sono un pò di provviste e la porta è resistente,potrai usarlo come rifugio
<beh addio Jacques e grazie di tutto>
<addio Mike>
Mike si girò,aspirò l'ultimo tiro dalla sigaretta e la buttò a terra,quando ad un tratto sentì qualcosa nell'auricolare
<mi chiamo Shane Dubois, mi trovo al museo del Louvre, è un inferno qui, ghoul a ogni angolo, sono l’unico sopravvissuto di un gruppo di 20 persone, sto inviando questa registrazione tramite un’antenna parabolica che ho posizionato sulla piramide di vetro, vi prego se c’è qualcuno fuori, venite a prendermi !!!>
Volse lo sguardo verso il Louvre"Una passeggiata non mi farà male"

Edited by °Forfeus° - 22/8/2011, 20:50
 
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S1mone56
view post Posted on 23/8/2011, 00:20     +1   -1




Renè

Parigi, ghetto a sud della Senna, anno 2277

<stupido sacco a pelo> disse Renè al sorgere del sole, due ore prima aveva visto la sua casa bruciare e ora non gli dava neanche più peso. Fortunatamente nelle macerie oltre all'equipaggiamento riuscì a trovare anche la cassaforte del negozio:al suo interno c'era una piccola fortuna 400 tappi più una gemma preziosa trovata all'interno di una vecchia auto pre-bellica.
Si recò allo spaccio dalla vecchia signora Dupont:
<cosa le serve Signor Petteneè?> disse con voce flebile la vecchietta.
<vorrei uno zaino, due stecche di sigarette , sei birre, tre bottigliette d'acqua, qualche scatola di cibo prebellico, un modulo sensore e ogni tipo di medicinale che lei possiede.> disse Renè con un tono un po' spavaldo
< Di birra ho solo la Pietra che proviene dalla Corsica, va bene lo stesso?> chiese preoccupata
<signora Dupont vengo da lei tutte le settimane da sei anni e mi fa sempre la stessa domanda. Certo che va bene> rispose Renè rassicurandola, ma sempre usando quel tono spavaldo.
<allora Monsieur son 745 tappi>
<certo Signora Dupont, qui ne ho 400 ora torno a casa e glieli vado a prendere il restante; non è che intanto posso portarmi a casa la spesa, in modo da trovare la birra già fresca al mio ritorno?>disse Renè con un tono non più spavaldo ma suadente.
<ma certo Sigor Petteneè ormai ci conosciamo da sei anni, mi posso fidare di lei, faccia pure con comodo.>
Un piccolo sorrisetto comparve sulle labbra di Renè che di nascosto infilò nella sacchetta dei tappi anche la gemma prima di consegnare il tutto alla venditrice.< Allora arrivederci Signora Dupont, mi raccomando si riguardi>.
"Povera Signora dupont" pensò Renè "Mi è dispiaciuto ma ho dovuto farlo" .
Dopo aver superato le barricate del ghetto , Renè senza alcun indugio aprì quella mezza bottiglia di assenzio ,che aveva recuperato nelle macerie della sua abitazione, e ne bevve due sorsi intensi subito dopo si inalò una dose di Jet. "Devo raggiungere l' Ile de la citè, quel vecchio dottore che mi salvò la vita sei anni fa mi disse che se avessi avuto bisogno avrei potuto recarmi da lui su quell'isola... L'unico problema è come diavolo faccio a oltrpassare il fiume? Bah ci penserò sul momento.>.
Qualche minuto dopo Renè decise di costruire una piccola radio amatoriale con il modulo sensore acquistato dalla Signora Dupont, per ascoltare la stazione radio pubblica della Resistance.
" Putain merde perchè cazzo non si sente eppure ne ho fatte a iosa di radio amatoriali come queste!!!" in quel momento un lampo squarciò il cielo e si intravide una specie di disco metallico che cadeva a velocità supersonica. "Wow questo Jet è da urlo!!!" pensò Renè tutto eccitato, subito dopo con lo schianto il ragazzo capì che non era un'allucinazione e si decise di andare e scoprire cosa fosse successo.
 
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EdLan
view post Posted on 23/8/2011, 13:40     +1   -1




Luke

Aveva appena incontrato un tipo uscito dalle fogne, sembrava a posto, ma diceva che stava morendo di fame. Stavano andando verso il suo rifugio, quando, con un rumore assordante, qualcosa andò a schiantarsi dentro un edificio li vicino.
<che diavolo è quella cosa?> esclamarono insieme.
<forse dovremo andare a controllare> disse Luke.
<non prima di aver messo qualcosa sotto i denti> replicò l' uomo.
<va bene, prendi - Luke aprì una scatoletta di carne e la porse all' uomo - aspetta! Non vorrai mangiartela fredda?>
Luke prese il Thompson e riscaldò la scatola e la carne, e l' uomo sembrava sorpreso.
<il tuo mitra spara fiamme?> chiese.
<fiamme, ma anche proiettili> disse Luke.
L' uomo mangiò in fretta la carne, e poi si diressero verso il luogo dello schianto. Mentre camminavano, i due facevano conversazione.
<a proposito, io sono Luke Thompson>
<piacere, Frank Tayson>

Dopo aver attraversato il fiume attraverso un vecchio ponte, i due arrivarono vicino al luogo dello schianto. Attraverso un buco nel muro entrarono in un edificio, stavano camminando tranquilli quando cinque ghoul li caricarono. Luke utilizzò il lanciafiamme contro tre di loro e Frank incenerì gli altri due con un fucile ad energia. <forte quel fucile!> esclamò Luke.
Arrivati, notarono la capsula. Non assomigliava a nulla di terrestre. Luke e Fank forzarono la porta della capsula e videro cosa c' era dentro. Un alieno. L'alieno non si muoveva. Sembrava morto, o almeno svenuto. Mentre cercavano di capire cosa ci facesse un alieno li, sentirono un messaggio partire da una vecchia radio vicino a loro.
<mi chiamo Shane Dubois, mi trovo al museo del Louvre, è un inferno qui, ghoul a ogni angolo, sono l’unico sopravvissuto di un gruppo di 20 persone, sto inviando questa registrazione tramite un’antenna parabolica che ho posizionato sulla piramide di vetro, vi prego se c’è qualcuno fuori, venite a prendermi !!!>
<alieni, dispersi... certo che qui non ci si annoia mai> disse Frank.
 
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view post Posted on 24/8/2011, 10:17     +1   -1
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Snowstorm

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Jerome

Parigi, ponte sulla senna, 6 Marzo 2277

In quei pochi minuti dopo che aveva chiuso la trasmissione con Arthur era successo il finimondo: prima un bagliore nel cielo lo aveva quasi accecato e poi una forte esplosione seguita da un boato assordante aveva fatto eco per le strade deserte della città, qualcosa era precipitato dal cielo e che lui sapesse i veivoli ancora operativi dopo la grande guerra erano pochi, anzi pochissimi.
L'auricolare vibrò segnalando una luce gialla, aveva captato una frequenza radio, vibrò nuovamente lampeggiando ancora di più, ne aveva captate ben due! Stupito si adagiò contro il parapetto del ponte azionando il sistema per ascoltare i due segnali.

<attenzione, A TUTTE LE PATTUGLIE GRIGIE NELLA ZONA: NAVETTA IN AVARIA. LUOGO DELL’IMPATTO: TERRA, FRANCIA, PARIGI NEI PRESSI DELLA SENNA. RICHIEDE IMMEDIATO SUPPORTO. ATTENZIONE, A TUTTE LE PATTUGLIE…[…]> il primo segnale era un pò distorto ma si ripeteva all'infinito, parlava di una fantomatica navetta e di pattuglie grigie... che fosse un veivolo dell'AoR precipitato mentre esplorava la capitale dal cielo? Era un 'ipotesi ma prima di riflettere ancora su quella trasmissione decise di ascoltare la seconda:
< Mi chiamo Shane Dubois, mi trovo al museo del Louvre, è un inferno qui, ghoul a ogni angolo, sono l’unico sopravvissuto di un gruppo di 20 persone, sto inviando questa registrazione tramite un’antenna parabolica che ho posizionato sulla piramide di vetro, vi prego se c’è qualcuno fuori, venite a prendermi !!! >
la seconda trasmissione era meno disturbata e sembrava proprio una richiesta d'aiuto, un S.O.S., anzi lo era!

<mon Dieu!> si voltò di scatto verso le rovine del Louvre <c'è un sopravvissuto in quell'inferno!
attivò freneticamente l'auricolare rivolto al QG
<arthur sono ancora io Jerome, sono su uno dei ponti sulla senna, ho ricevuto due trasmissioni audio, una proviene da un veivolo non identificato che è precipitato a un centinaio di metri della mia posizione, l'altra è un SOS proveniente dal Louvre> si fermò un attimo mordendosi il labbro inferiore non riuscendo ancora ad accettare che qualcuno fosse finito in quel luogo maledetto per poi riprendere
<mi sto dirigendo verso il Louvre sperando che il sopravvissuto sia ancora vivo, non rispondere, il veivolo precipitato potrebbe essere dell'AoR e non sappiamo se possono intercettare questa conversazione, recuperato il giovane me ne ritornerò al QG, passo e chiudo> chiuse incamminandosi di sana pianta verso ciò che restava del Louvre, a occhio e croce ci avrebbe impiegato una ventina di minuti a raggiungere l'entrata est correndo come un dannato senza incontrare intoppi o qualcosa di peggio.

i Suoi passi echeggiavano per le vie silenziose del quartiere perdendosi in lontananza
<qui è Jerome della Resistancè che parla, a tutte le persone in ascolto, c'è un uomo in pericolo nel Museo del Louvre, se avete un pò di volontà e coraggio raggiungetemi e salviamo quel povero disgraziato prima che sia troppo tardi> inviò questo messaggio su tutte le frequenze radio che conosceva, sapeva che in quella zona lui era l'unico membro della Resistancè perciò doveva accontentarsi e sperare che qualcun'altro ascoltasse la trasmissione.
Continuò a correre senza fermarsi, sentendo il sudore che scivolava lungo la schiena bagnando la t-shirt, con i muscoli doloranti per lo sforzo richiesto e quando giunse a pochi metri dall'entrata est si bloccò di scatto per poter riprendere fiato. Si avvicinò cautamente e aprì la porta accendendo la torcia del fucile, c'era troppa calma per i suoi gusti e quel luogo di certo non era il posto più sicuro nella parigi post apocalisse. L'ingresso era una stanza piena di detriti e sedie per l'attesa, e pensare che 200 anni quello era uno dei luoghi più visitati del mondo, mentre ora non era altro che un mucchio di rovine inquietanti e irte di pericoli. Avanzò di qualche altro passo oltrepassando il controllo biglietti per inoltrarsi nel corridoio principale, in cuor suo sperava che il ragazzo fosse ancora vivo e che non si fosse nascosto nei livelli inferiori del complesso.
<shane! Shane! Dove sei? Shane!> esclamò sperando di ricevere una risposta, ma nulla solo il silenzio più totale che cominciava a diventare irritante.

Cercò di immaginare un possibile rifugio " sicuro" nel quale il ragazzo si era rifugiato dopo aver inviato l'SOS , dopotutto il Louvre era un edificio immenso.Il parco all' aperto era troppo esposto così come le sale d'arte e i corridoi dei quadri, l'unico luogo vicino e utile a un sopravvissuto era la... la mensa!
Corse lungo il corridoio svoltando prima a sinistra e poi a destra infilandosi nella zona riservata al personale che conduceva alle camere e alla mensa, non c'era un minuto da perdere, ogni attimo poteva essere l'ultimo.
Un urlò squarciò il silenzio del museo , "ghoul" pensò Jerome e a giudicare dalle urla provenivano sia dall'entrata est che dalla zona ovest del complesso
<merde!merde! Merde!> imprecò furibondo mentre scendeva le scale che conducevano alla sala mensa sfondando la porta con un poderoso calcio: all'interno c'era un ragazzo che stava mangiando avidamente quel che si era salvato in quel locale, sicuramente era Shane.
Corse, lo prese per un braccio trascinandolo a forza verso le scale che conducevano a una delle torri del museo, era l'unico posto dove potevano tentare una difesa e cercare un modo per scappare.
<non c'è tempo per le presentazioni, pensa solo a scappare ora e non ti voltare! Non ti fermare!> esclamò mentre il giovane lo fissava stupito con le urla dei ghoul impazziti che riempivano ogni angolo del museo. Doveva pensare a come fuggire da quella trappola mortale in cui si era andato a gettare a braccia aperte, in due non sarebbero mai riusciti ad eliminare tutti i ghoul che li stavano inseguendo ma potevano tentarci.
Giunsero nel pianerottolo che conduceva alle scale, Jerome chiuse la porta dietro di sè e la bloccò con una chiave inglese trovata lì vicino, almeno li avrebbe tenuti occupati un pò concedendo loro qualche minuto per riorganizzarsi:
<continua a salire ragazzo! Continua a salire! Questi fottuti zombie hanno fame!> lo incitò ansimando mentre salivano sempre di più verso la cima della torre. Strinse più forte Black Hell mentre saltava l'ennesimo gradino pregustando il momento dello scontro e accettando il fatto che erano completamenti soli. Soli in mezzo all'inferno.
 
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view post Posted on 24/8/2011, 10:58     +1   -1
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Esperto in sopravvivenza

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Shane

Parigi, Museo del Louvre, 6 marzo 2277

Raggiunta la sala mensa Shane cominciò a cercare quante più cose commestibili, frugando tra i vecchi frigoriferi fino alla dispensa della cucina. Riuscì a trovare qualche barattolo, fatti per durare il più tempo possibile.

< Se mamma e papà fossero ancora vivi, sarebbero stati orgogliosi di me >

Qualche anno prima, centro di ricerca e sviluppo armi e prototipi

< Shane, dobbiamo andarcene, l’AoR si sta espandendo a macchia d’olio, e il nostro centro di ricerca è una manna di armi e munizioni letali, arriveranno sicuramente da noi, ma quando saranno arrivati, non troveranno nulla. Shane, prendi le tue cose, io e mamma ci occuperemo degli ultimi preparativi, poi ti raggiungeremo. Vai al museo del Louvre, pare che un gruppo di civili si sia stabilito in quella zona recentemente, cercando di evitare l’avanzata dell’esercito.

< Papà, voglio rimanere con voi, non vi abb … >

< Vai Shane, e non preoccuparti, io e la mamma staremo bene >

< Ok, papà, ci incontreremo al museo >

< Contaci !! >

Parigi, Museo del Louvre, oggi

Shane consumò rapidamente il suo pasto, raccolse tutto ciò che rimase per poi sistemarle nel suo zaino. Si risedette sulla sedia per pensare ad un modo per andarsene: “Il corridoio pullula di ghoul, se perdo troppo tempo, quei mostri mi troveranno subito e questa sarebbe la mia fine, la fine di Shane Dubois”.
Il tempo passava inesorabilmente e Shane non aveva la benché minima idea di come fuggire quando la porta si aprì di colpo riecheggiando per tutto il corridoio.
Tutto accadde rapidamente, era stato afferrato per il braccio e trascinato via di corsa da quel buco infernale. Raggiunsero rapidamente una delle torri, l’uomo che lo aveva portato via bloccò la porta grazie ad una chiave inglese per poi incitarlo a salire su per le scale.
Arrivarono finalmente sulla cima della torre ma il peggio doveva avvenire. Si trovavano su una specie di terrazza, da lì il panorama mozzava il fiato, o forse lo avrebbe fatto 200 anni prima, ora Parigi era solo una distesa di morte e distruzione, colori grigi e lugubri sostituivano quelli vivaci e brillanti che rappresentavano un tempo Parigi: la città più bella d’Europa. Shane si girò verso l’uomo per guardarlo negli occhi:

< Allora qualcuno ha ascoltato la mia richiesta d’aiuto, piacere, il mio nome è Shane … >

Il suo salvatore lo fermò di colpo per poi puntare il dito verso il cornicione, sopra di essi erano appollaiati una decina di uccelli, erano molto diversi dai normali volatili che sovrastano Parigi: erano grossi quanto un Condor, neri come la pece, occhi verdi brillanti e un lungo becco acuminato, che avrebbe potuto squartare qualsiasi cosa. Il più grosso di tutti, caratterizzato da delle sfumature rosse sulle ali, aprì il becco per poi emettere un suono assordante che fece urlare di dolore i due uomini.
Shane si guardò intorno, aveva perso il senso dell’orientamento e le orecchie gli facevano male, ma riusciva a capire lo stesso ciò che stava accadendo, gli altri uccelli spiccarono in volo verso di loro pronti per un nuovo attacco, il compagno che lo aveva salvato si alzò in piedi puntando il fucile verso a quelli che ormai non erano più uccelli, ma soltanto dei mostri mutanti. Shane aprì lo zaino, prese il suo pugno potenziato, Flamer, e lo indossò sulla mano sinistra:

< Facciamo fuori questi uccellacci !!! >
 
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view post Posted on 24/8/2011, 11:44     +1   -1
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웃어라. 온 세상이 너와 함께 웃을 것이다. 울어라. 너 혼자만 울게 될 것이다

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Mike

Mike passeggiava tranquillamente mentre si avvicinava sempre di più al Louvre,quella grossa piramide d'acciaio che era stata per tanto tempo meta di migliaia di persone ridotta a un'edificio fantasma abitato da qualche Ghoul impazzito,ma a un tratto i suoi pensieri vennero interrotti da una comunicazione nell'auricolare
<qui è Jerome della Resistancè che parla, a tutte le persone in ascolto, c'è un uomo in pericolo nel Museo del Louvre, se avete un pò di volontà e coraggio raggiungetemi e salviamo quel povero disgraziato prima che sia troppo tardi>
"La Resistance eh?Quei perdigiorno che combattono per l'ordine in città,forse ne avevo ucciso uno,ora non ricordo"da quando l'AoR era entrata in città purtroppo gli affari non andavano bene,la maggior parte dei boss che gli commissionavano gli omicidi erano scappati oppure morti e il suo barista preferito se ne era andato!Accese una sigaretta per calmarsi,ormai era giunto all'entrata ovest quando sentì dei colpì di lotta su una torre"Bingo!"
Entrò cautamente,la maggior parte delle stanze erano crollate e vi erano solo macerie,aumentò il passo,quando ad un tratto due ghoul uscirono da un angolo caricandolo.
Fu un'attimo,un lampo,due colpi,i due Ghoul stramazzarono atterra senza aver mosso un passo di più.
Avanzò velocemente verso il corridoio quando all'entrata della torre trovò almeno dieci Ghoul che tentavano di entrare urlando e facendo forza contro il portone molto violentemente,Mike mosse un passo e tutti si voltarono all'indietro"Sacrebleu!"estraè la pistola e sparò a due che si accasciarono a terra,ad altri tre che esplosero in mille pezzi di carne.
Ancora 5 ne rimanevano e lo stavano per raggiungere agitandosi e sbraitando come animali,già quelle non erano più persone,mise velocemente i colpi nell'arma e sparò a tutti e 5 a ripetizione.
Lasciò cadere la sigaretta e si avvicinò ai cadaveri<perchè credete mi chiamino "La main de Dieu"?>
Si alzò e accese un'altra sigaretta,appena aspirato il primo tiro la porta davanti a lui si aprì...
 
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view post Posted on 24/8/2011, 15:20     +1   -1
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Dannati dalla carne, salvati dal sangue.

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Maya

< C-cosa vuoi da me?! >
< Voglio un nome. >
< M-ma ti ho già detto che non so null-AAAAGH! >
Un lieve sibilo si mosse nell'aria, simile a quello di un serpente, e rapido come una folata di vento nelle giornate d'inverno e neve, finì sulla gamba dell'uomo che strisciava terrorizzato a terra, tra il sangue di altri uomini; un rumore di carne, e di sangue che cominciava a sgorgare, fece seguito alla lama artigliata della giovane ragazza, in piedi dinnanzi all'uomo, quando ritrasse il suo braccio di morte. L'uomo si portò istintivamente una mano al ginocchio, ormai ferito a tal punto da rendersi inutilizzabile, e urlò ancora una volta per scaricare il nervoso, finché il suo corpo non si rilasso lievemente, assieme ai nervi, prima di lamentarsi disperato, invocando una litania di maledizioni diretta alla ragazza in una lingua che lei non comprendeva.
< Non sprecare il fiato, voglio un nome. Chi ha incaricato questi Avengers di portare ironica giustizia, in nome di burattinai evanescenti quanto ignoti, reclamanti le teste di due onesti mercanti, per un fasullo torto subito, mai subito? > La voce della ragazza era suadente, dolce e calda, caratteristiche che misero ancora più paura al vecchio ferito a terra.
< Ma che cosa stai dicendo?! Dannata cagna, giuro ch-AAAGH! > L'uomo tentò di fare il duro, tentò di intimorire quella ragazza per istinto, l'istinto di una creatura che, diventata preda da predatore, tenta di ripristinare quell'equilibrio a cui era abituata; ma non ebbe successo con Maya, la situazione si era talmente tanto capovolta che tornare all'origine sarebbe stato impossibile.
L'equilibrio venne disturbato qualche minuto prima, quando una giovane e attraente ragazza entrò nell'emporio di un vecchio mercante venditore di cianfrusaglie come mestiere, venditore illegale di droga a tempo pieno e raccoglitore di ogni sorta di informazioni a tempo libero. La ragazza si diresse rapidamente al banco, nessuno si rese subito conto delle armi che portava addosso, anche le quattro guardie, armate, lì presenti erano ancora troppo prese dall'aspetto di quella giovane; i primi sintomi, la prima sensazione di pericolo fu percepita dal mercante stesso, quando la ragazza dagli occhi vitrei, puntati su di lui, estrasse una pistola dal risvolto della piccola giacca che aveva addosso e fece esplodere un proiettile, assieme all'occhio di una delle guardie; ciò che successe dopo sembrò svolgersi a rallentatore, dagli occhi spaventati del vecchio, la sua adrenalina però lo fece di nuovo ragionare, ma quando tentò di prendere il fucile sempre posto sotto il banco, fu già troppo tardi. Quando si risvegliò sentì un forte dolore al naso, sanguinava, e vide la giovane davanti a lui, dal basso verso l'alto, mentre puliva la sua strana arma da mischia sui vestiti di una guardia che, in ginocchio, rantolava con la gola aperta.
< Guai a te se ripeti una cosa simile. Voglio solo un nome. > Ripeté tranquillamente Maya, estraendo la sua lama dalla mano destra dell'uomo, aveva perforato accidentalmente anche il ginocchio già ferito. L'uomo urlò ancora, più volte, poi imprecò.
< Vaffanculo! > Urlò, la sua voce era un misto tra la rabbia e la disperazione, come le lacrime che gli rigavano il volto irato e isterico. Maya si abbassò poggiando la punta della sua arma sulla caviglia della gamba ancora sana, poi premette un po', facendo blaterare l'uomo dalla paura, già poteva sentire il dolore dell'ennesima ferita.
< Stammi a sentire: io non ho tempo, ho perso vent'anni della mia vita in allenamenti e viaggi che nemmeno puoi immaginare per poter arrivare qui in grado di fare a pezzi le tue guardie e ridurti in queste condizioni senza subire un solo graffio. So che mi riconosci, eri il migliore amico dei miei genitori, la coppia di mercanti uccisa vent'anni fa per irragionevoli motivi. La tua mente è una biblioteca di informazioni e so bene che sai chi ha ingaggiato quei bastardi > Maya cominciò ad alterarsi, la pressione dell'arma sulla caviglia divenne più forte. Il sudore del vecchio tornò freddo, gelato come il ghiaccio, un ghiaccio che la paura buttava sul suo sangue, togliendogli la vita più velocemente di quella lama. < che hanno ucciso mia madre, e mio padre. Quindi ora parlerari, altrimenti ti riduco come loro. > Maya indicò le guardie morte. Il mercante, per la prima volta, si tolse i paraocchi che la paura gli aveva messo e osservò tremante il negozio messo a soqquadro: tra la mercanzia rovinata, su uno scaffale appoggiato per un angolo a una parete, vi era una delle guardie, era senza braccio, sangue ovunque addosso, come anche le interiora sparse sulle gambe e sul pavimento. A quella sola vista gli venne un conato di vomito e decise di non guardare più.
< Va bene! Va bene! > Urlò, poi deglutì. < Non so dirti chi li ha ingaggiati, ma so dirti dove si trovano. Meglio no? > Disse il mercante, cercando di risultare simpatico, non voleva essere di nuovo infilzato. Maya però fece una smorfia di disapprovazione, tuttavia incitò il vecchio di proseguire, quando notò che stava aspettando una sua reazione.
< Ok, ho capito che vuoi chi ha pagato, non gli Avengers...Ma non ti preoccupare, li troverai a Parigi, vicino al Louvre, lo conosci? >
Maya annuì.
< Ecco! Allora > il vecchio si leccò nervosamente le labbra, come per inumidirle, seccate dal dolore delle ferite. < si trovano in un edificio sul rosso, non puoi sbagliarti, è l'unico con un simbolo bianco sulla porta d'entrata. Quello è il quartier generale, nonché unica base che hanno, e lì, al secondo piano, tengono le documentazioni di ogni contratto svolto. Troverai quello che ti interessa, se ti ricordi il nome dei tuoi genitori... > Disse il vecchio, ma si schiarì la voce rauca, per cancellare l'ultima frase e proseguì: < lì ci sarà la firma di coloro che li hanno assoldati! > Disse infine, ansimando a causa del tanto sangue perso.
Maya fece un cenno di sorriso, poi si alzò lentamente, facendo concentrare l'attenzione del vecchio sulla punta dell'arma che lentamente si allontanava dalla sua caviglia, egli tirò un sospiro di sollievo.
< Grazie, vecchio. > Disse infine Maya e si diresse verso la porta d'entrata, spalancata. All'improvviso si fermò, lo sguardo perso in direzione della porta.
< Ah, c'è ancora una cosa. > Disse, gentilmente.
< Che cazzo vuoi ora, bastarda?! > Urlò il vecchio, terrorizzato dalle ultime parole della ragazza.
Maya si voltò, pistola in mano, e aprì un grosso buco nella gola del vecchio, il sangue schizzò in avanti, per contraccolpo, e bagnò il pavimento alle spalle del mercante, infine un tonfo sordo.
< Sei stato scortese. > Mormorò Maya, allontanandosi rapidamente dalla zona, prima che a qualcuno venisse il coraggio di andare a vedere che cosa stava succedendo.

Parigi, vicino al Louvre, 6 marzo 2277

Parigi, la bellissima e romantica Parigi. Maya stava camminando da ore in quella città, sfuggente come al suo solito e cauta, come mai era stata prima, e ancora non riusciva a capacitarsi di come l'uomo abbia potuto annientare non se stesso, ma le sue stesse opere, persino le più belle.
< Assurdo.. > Mormorò Maya. Ogni angolo che girava le sembrava qualcosa di bellissimo, forse perché non era mai stata in un'importante città per l'Europa di centinaia di anni fa, la capitale di una nazione, capitale anche di alcuni movimenti letterari e artistici che influenzarono il mondo; lei non li conosceva, di certo, ma suo padre le aveva parlato molto di Parigi, come anche di Roma, Londra e Berlino, ma nessuna di queste città visitarono assieme. Lì, in quel momento, da sola alla ricerca degli assassini dei suoi genitori, una morsa allo stomaco la fece addolorare, i ricordi di un'infanzia stupenda e gioiosa si scontrarono con quelli terribili e solitari, generando una tempesta di emozioni, come aria calda e fredda generano un tornado. Una lacrima le rigò il volto, vuota, quel vuoto che provoca la calma prima della tempesta; la seconda che cadde fu più veloce, più pesante, poiché carica di nostalgia per la bella infanzia, carica di emozione nel ricordare suo padre e sua madre, carica di odio nei confronti di coloro che li uccisero e carica di eccitazione, per la vendetta che stava per assaporare.
< Devo cercare aiuto. > Mormorò ancora. Suo padre le aveva raccontato di un gruppo di sopravvissuti francesi, chiamati la Resistancé, ne aveva parlato elogiando le loro gesta come quelle di paladini della libertà, guerrieri che si prestavano per salvare il prossimo e proteggerlo dalle ingustizie che nel caos dilagavano; maledicevano le malefatte dell'uomo e quel periodo post-nucleare, che fu possibile solo a causa dell'avidità umana e della sua cieca volontà di dominare sugli altri, anche a costo di distruggere tutto. Maya li rispettava moltissimo, da piccola era sempre stato il suo sogno incontrarli e aiutarli nelle loro nobili cause, e ora che si trovava a Parigi, sede del loro quartier generale, non vedeva l'ora di incontrarli e stringere la mano ad ognuno di loro, prima di offrire anche il suo aiuto a favore dei loro valori. E poi, di certo l'avrebbero aiutata nel compiere la sua vendetta, se soltanto sentissero la sua triste storia.
L'aria era un po' pesante, a causa delle polveri che vorticavano trasportate dal vento, mentre quella brezza fredda si insinuava tra le aperture degli abiti, puntando a gelare le ossa. Maya camminò ancora per qualche minuto, finché finalmente non raggiunse il luogo indicato dal vecchio qualche giorno addietro. Era una semplice casa a tre piani, dalle pareti rosse e rovinate, mentre poteva scorgere sulla porta d'ingresso uno strano simbolo bianco, tuttavia troppo difficile da descrivere da quella distanza. Non c'era nessuno fuori, evidentemente erano tutti dentro barricati, oppure non c'era nessuno. Dopo aver esaminato le finestre e aver constatato il percorso migliore da seguire per non essere vista, attivò la sua maschera e, soddisfatta dal vedere che il suo piano era in gran parte lo stesso suggerito dall'I.A. cominciò la sua corsa verso l'edificio. Come una piuma, si spostò rapidamente sul terreno facendo pochissimo rumore, saltando gli ostacoli meno difficoltosi con una grazia degna di una ballerina, e con alcune acrobazie apprese dal parkour si arrampicò su alcuni scatoloni e un cassonetto, per poi aggrapparsi a una scala anti incendio e risalire rapidamente fino al secondo piano.
Una volta giunta a destinazione guardò dalla finestra gli interni: si affacciava su una piccola stanza totalmente bianca, poco illuminata, in cui era ben visibile un uomo seduto di fronte a un tavolo, di spalle, probabilmente stava pulendo un'arma. Maya entrò silenziosamente, aprendo la finestra da cui si era affacciata, e con passo felpato si avvicinò all'uomo ignaro della sua presenza. Il cuore cominciò a battere fortissimo, il silenzio opprimente non fu più la sua arma, ma il momento più angosciante, l'attimo che seguiva il suo colpo fatale sul collo di quel nemico, gli attimi che potevano trasformarla da predatore a preda in un batter d'occhio. Il tempo trascorse lento, ogni secondo sembrò eterno e i battiti del cuore divennero tuoni assordanti e disorientanti, soltanto un'azione poteva mettere fine a quell'atmosfera opprimente che s'era venuta a formare. In una frazione di secondo, Maya estrasse la sua arma da mischia, attivò la modalità artiglio e trafisse la nuca dell'uomo con un colpo solo, netto, che trapasso le vertebre e la trachea, ponendo subito fine alla vita dell'uomo prima ancora che potesse emettere un suono. Estratta l'arma, uno schizzo di sangue bagnò la maschera di Maya, mentre la lama tinta di un lucido rosso gocciolava di sangue. Dopo qualche istante di deconcentrazione, dovuta all'ansia che rapidamente abbandonava il suo corpo, Maya diede una scrollata all'artiglio e si avvicinò furtivamente alla porta. Dopo averla aperta di poco, osservo la seconda stanza dalla fessura creatasi. Attraverso la sua maschera, Maya giunse a conoscenza della conformazione della stanza - un salotto con due scrivanie e un enorme armadio sulla parete di fronte alla sua posizione - e del numero di nemici lì presenti.
" Sette uomini armati di pistola, non sarà facile. " Pensò Maya un po' preoccupata, ma ormai era arrivata fino a lì e non poteva tirarsi indietro, doveva farlo per i suoi genitori.


< Oggi è il giorno del giudizio > Disse Maya, poi prese la rincorsa e sfondò la porta con un calcio.
Le azioni si susseguirono rapide e frenetiche.
Maya puntò la sua pistola a destra e fece fuoco, due uomini caddero a terra con il torace schizzante sangue. Alcuni urlarono, presero le loro armi. Maya sparò ancora, verso il centro, continuamente e altri due caddero a terra con varie ferite. Buttò la pistola a terra, scarica. Alcuni puntarono le loro armi. Maya fece una capriola verso destra e si buttò con un'altra sulla scrivania, cadendo dietro, in copertura. Prese la pistola sul banco e la caricò. I proiettili fischiarono sopra di lei, le schegge cominciarono a volare. una scheggia fece un taglio millimetrico nel tessuto sul suo petto. Maya rotolò verso il centro, prese una tazza sull'altro banco e la lanciò verso due uomini, essi urlarono, ustionati dal caffé bollente. Maya si alzò, sparò freneticamente verso l'unico rimasto, svuotò un caricatore da venti colpi. Corse verso gli altri due con il suo artiglio e finì l'opera con due rapidi e mortali fendenti. Infine il silenzio.
Così come cominciò, nell'arco di alcuni minuti tutto finì e Maya si ritrovò leggermente ansimante in un angolo della stanza, nell'aria ancora aleggiava il vapore delle armi e l'odore della polvere da sparo esplosa, mentre degli scricchiolii sostituirono il rumore del respiro profondo della ragazza. Una volta che anche il battito del cuore tornò regolare, Maya si incamminò verso l'enorme armadio e ne aprì le ante. Rimase almeno un quarto d'ora a rovistare tra le carte di quel posto, viaggiando tra contratti per omicidi, furti, persino truffe, assassinii di persone influenti e raggiri. Maya rimase sbalordita da quante malefatte avesse fatto quel gruppo, impressionante proprio perché, giudicando dal numero di morti nella stanza - tra l'altro, cominciavano a puzzare - , non era un grande gruppo. Infine lo trovò, il fascicolo contenente l'ordine di uccidere i suoi genitori, l'ingiusta sentenza di morte per reati mai commessi. Un sussulto scosse le membra di Maya, un brivido proseguì la schiena dal fondo fino al collo. Disattivò la maschera, e dopo aver poggiato il fascicolo su una delle scrivanie, rovinate dai proiettili, lo aprì, avida di sapere chi fosse stato l'attore che prese le parti dell'angelo di morte, il giorno dell'omicidio di vent'anni fa.
" No, non ci credo. "

" Non ci credo. "




Parigi, Louvre, più tardi, 6 marzo 2277

Aveva sentito una chiamata d'emergenza da un uomo della Resistancé un'ora prima, e l'aveva visto anche correre verso il Louvre dalla finestra della casa in cui si era sistemata a leggere il dannato fascicolo. L'aveva seguito, era entrata nel grande museo rapidamente e prese la via dei condotti dell'aria per evitare ghoul e altre creature temibili, così da poter raggiungere quell'uomo e il ragazzo che aveva salvato nella sala mensa. Ora si trovavano lì, su un terrazzo, faccia a faccia con uno stormo di uccelli mutanti, tutto ciò per sfuggire da altri mostri, i ghoul. Maya era ancora nascosta nei condotti dell'aria, osservava dall'alto la porta che i due avevano barricato, era ben chiusa e quelle bestie non potevano di certo entrare in fretta, avrebbe avuto il tempo di compiere il suo lavoro...
Sfondata con un calcio la grata del condotto, Maya si lasciò cadere di sotto, atterrando silenziosamente con una capriola. Con la maschera attiva e la pistola in mano, scivolò furtivamente verso l'altro lato dell'entrata della terrazza, così da rimanere distante sia dai ghoul che dai due uomini che se la stavano per vedere brutta con quegli uccellacci. La pistola di Maya slittò davanti a lei, tolse la sicura e mise un dito sul grilletto; avrebbe dovuto fare bene a ucciderli entrambi, ma a lei serviva soltanto versare il sangue dell'uomo della Resistancé, l'altro l'avrebbe lasciato in pasto alle creature. Prese la mira, il cuore tornò a battere forte ma le mani erano ferme e la sua mente risoluta, come la determinazione che permeava il suo animo in quel momento. L'avrebbero pagata, tutti quanti.
< Muori > Mormorò Maya, infine cominciò a premere sul grilletto, lentamente. Doveva essere sicura di centrarlo in piena testa, non doveva fallire.
Improvvisamente degli spari la distraettero, lo sguardo passò fulmineo sulla porta barricata, essa s'era aperta, e un uomo stava per entrare, l'avrebbe vista senza alcun dubbio. No, non poteva ucciderlo ora, nè poteva rivolgere la pistola verso il nuovo arrivato, probabilmente non avrebbe fatto in tempo e si sarebbe beccata lei una pallottola. No, non poteva rischiare, l'unica alternativa era quella di passare per soccorritrice. Le tacche della pistola si spostarono dalla testa dell'uomo della Resistancé e si spostarono rapidamente sul ventre dell'uccello più vicino a quell'uomo, infine partirono due proiettili, che fecero dei grossi buchi nel ventre dell'animale, schizzando del sangue in direzione dell'uomo, poi si voltò verso il nuovo arrivato e gli fece segno di aiutarla.
< Ci sono due persone in pericolo! Aiutami! > Urlò attraverso la maschera, la sua voce sembrava metallica, robotica quasi.
 
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S1mone56
view post Posted on 24/8/2011, 18:51     +1   -1




Renè

Parigi, direzione luogo dello schianto del velivolo, anno 2277

Non capiva cosa gli stesse succedendo, di solito non era un uomo coraggioso, eppure Renè si stava dirigendo verso il luogo dello schianto, probabilmente la sua curiosità verso la tecnologia o la voglia di scoprire nuovi materiali per le sue invenzioni.
"Dannzione che diavolo mi salta in testa, non sono una persona abbastanza forte da sopravvivere nella zona a nord della Senna, perchè devo andare a vedere che diavolo è successo" tentennò Renè, ma subito dopo ebbe un ripensamento "ma si vado a dare solo una sbirciatina e poi mi dirigerò all' Ile de la Citè".
Mentre camminava tra le rovine di un ponte notò un auto che seppur distrutta non era in gravissime condizioni; Renè dopo essersi avvicinato e dopo essersi acceso una sigaretta riusci a ottenere dai rottami del veicolo l'antenna e e alcuni componenti elettronici dalla radio, che subito dopo ontò per costruirsi la sua.
Una volta accesa la radiolina si sentì un segnale di aiuto proveniente dal vecchio museo del Louvre che diceva:
<mi chiamo Shane Dubois, mi trovo al museo del Louvre, è un inferno qui, ghoul a ogni angolo, sono l’unico sopravvissuto di un gruppo di 20 persone, sto inviando questa registrazione tramite un’antenna parabolica che ho posizionato sulla piramide di vetro, vi prego se c’è qualcuno fuori, venite a prendermi !!!>
Renè sentendo questa trasmissione non diede molto peso a quello detto dal probabile superstite e continuò a dirigersi verso il relitto del oggetto caduto dal cielo.
Dopo circa due ore si trovo di fronte una specie di capsula di metallo "Mai vista una roba simile" pensò Renè, che non si era accorto dei due uomini che stavano esaminando da vicino l'oggetto, Renè muovendo un passo fece rotolare un detrito contro un pezzo di lamiera che facendo rumore attirò l'attenzione dei due.
Uno di loro gridò <oh cazzo un Ghoul ammazziamolo!!!> da un fucile dei due uomini parti un raggio al plasma che per poco non centrò Renè, che fece in tempo a nascondersi dietro a un vecchio tabellone pubblicitario crollato.
<dannazione non sono un Ghoul!!!> ribattè Renè tutto spaventato <sono venuto solo per curiosare, vi giuro che non cercherò in nessun modo di attaccarvi>
L'uomo che brandiva un Thompson disse <frank credo che possiamo fidarci. Va bene esci pure non ti faremo del male>
Renè tentennò un po' ma poi uscì cautamente dal suo nascondiglio, i due uomini ora stavano discutendo di una richiesta d'aiuto di un uomo della Resistancé che aveva chiesto a chiunque di aiutarlo per salvare un ragazzo intrappolato nel museo.
Renè non fece attenzione più di tanto a quello che dicevano i due, era troppo immerso nei suoi pensieri mentre osservava quello strano oggetto. Era fatto di una lega metallica che non aveva mai visto, sembrava molto più resistente di qualunque materiale esistente sulla Terra, inoltre notò alcune sfumatura violastre sulla superfice dello scafo che erano dovute al calore sviluppato una volta attraversata l'atmosfera.
<hey!> <hey!!> urlò l'uomo con in mano il fucile al plasma <come diavolo ti chiami?>
<a scusate la mia maleducazione, mi chiamo Renè, voi due invece?>
<io sono Luke> disse l'uomo col Thompson
<e io sono Frank> disse l'altro
In quel moento si sentì una specie di fruscio provenire dalla cabina di pilotaggio.
 
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view post Posted on 24/8/2011, 20:19     +1   -1

Guardiano dell'ossario

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Crypto



Un puzzo di incendio pervase il suo apparato respiratorio, che sembrò andare in fiamme per l’irritazione causatagli dal fumo che fuoriusciva da ogni parte del disco volante.
Sentì il capo iniziare a pulsare. Dei piccoli lampi blu sembravano provenire dall’interno della sua testa. La vista sembrò farsi più chiara, pian piano, riuscì ad aprire i lucidi occhi neri, fino a quando notò 2 uomini che, immobili, lo fissavano: si rese conto di essere stato scoperto.
Notò che avevano un paio di oggetti metallici in mano: secondo quanto detto dal database, e nelle lezioni per gli ambasciatori, alla vista di quegli oggetti o si fuggiva o si usava il zap-o-matic.

Capendo di non aver possibilità di fuga, cominciò a cercare con la mano la zap-o-matic, ma si accorse che era troppo distante per essere presa da quella posizione, e non faceva altro che tastare terriccio e polvere. Stava per parlare, quando una lamiera cadde e il rumore improvviso lo fece impietrire. Era arrivato un 3 uomo, al quale tentarono di sparare.

“perfetto, se fanno questo ai propri simili, chissà cosa faranno a me!”

Istintivamente fece un respiro profondo, il che destò l’attenzione dei 3.

“dannazione, meglio che mi prepari un discorso di benvenuto….fammi riflettere…”

Si alzò dalla cabina pian piano, con lo sguardo scrutava i dintorni:

i 3 osservavano la scena increduli. Così Crypto ebbe l’idea di stabilire un contatto.

“Sarò il primo grigio a parlare con un umano…bene, scopriamo quale lingua parlano”

<hablan espanol?>

I 3 cominciarono ad agitarsi.

“cavolo, non sono degli spagnoli…” inizio a sudare freddo.

<turk konusmak?>

Uno impugnò, tremante, l’arma.

<latine loqui?>

Aveva ormai l’arma puntata contro di lui.

<parlate italiano?>

Questa era la situazione: 3 uomini, uno più incuriosito, uno più che altro incredulo di ciò che stava accadendo ed uno completamente terrorizzato ed intento ad eliminare la minaccia aliena.

L’uomo armato pronunciò queste parole:

<mon dieu!>
Stava per premere il grilletto quando, grazie ai suoi potenti poteri psichici, Crypto gli stritolò la mano facendogli cadere a terra l’arma.

Il suo sguardo si fece truce.

Un uomo fuggì, l’altro, quello tutt’altro che impaurito, tentò di toccarlo: Crypto con una rapida mossa prese la zap o matic e gli diede una scarica di circa 3-4 secondi. Poi pensò alle parole dell’uomo armato.

“Mon dieu….sono francesi!!! Ma certo, sono caduto in francia! Ora ricordo…”

Smise di sparare, l’uomo cadde a terra svenuto.

<perdonne-moi la terre, je ne comprends pas votre intention. Sont gris, et je viens en paix! >

L’uomo che era fuggito si avvicinò con cautela, e Crypto per rassicurarli gettò a terra la zap-o-matic. Avrebbe comunque potuto contare sulla telecinesi, in caso avessero tentato di attaccarlo.
Quello a terra, dilaniato dal dolore, si rialzò. Allora Crypto inviò grazie alla telepatia messaggi alle loro menti, per farli stare calmi e farli tranquillizzare. Ebbero successo.

<beh, direi che abbiamo iniziato con il piede decisamente sbagliato!>

<scusate, è colpa mia. Ma sapete com’è, lo schianto, l’atterraggio, circondato da alieni..non è una cosa da tutti i giorni!>

<non lo è nemmeno assistere allo schianto di un UFO>

<ah no? Cavolo, se ne schiantavano in media 3 all’anno…quelli del governo erano proprio bravi a nascondere i fatti!>

<quale governo? Il governo prebellico? Hai più di 200 anni????>

<oh no, è una storia lunga…così lunga da non poter essere raccontata, ma ora la sapete anche voi>

Aveva inviato telepaticamente tutti i suoi ricordi, compresa la storia dei grigi, dalla partenza da zeta reticuli al suo schianto.

<mio Dio che sensazione…è strano…tutto ad un tratto conosco i suoi pensieri..>

<anche io li conosco, e non sono sempre piacevoli!> aggiunse l’uomo ferito, che intanto si era rialzato.

<e io conosco i vostri! So tutti di voi ora. Quindi….quello che ha tentato di fuggire è Luke, tu invece, scusa ancora per la ferita ma è stato istintivo, dovresti essere Frank…ed il poveretto che ho accidentalmente steso è Renè.>

Sbalorditi dalla sua efficacia, Luke chiese:

<si riprenderà no?>

<ho controllato la sua attività cerebrale…l’elettroencefalogramma è normale, dovrebbe rinvenire tra un paio di minuti, la scarica non era stata data per ucciderlo, altrimenti sarebbe bastato anche mezzo secondo…>


<cavolo…ho di nuovo fame..> Disse Frank.

<non c’è problema…mentre aspettiamo che Renè rinvenga, mangiamo un po’ di ciò che ho portato dalla nave madre…>

I 2 pensarono a disgustosi cibi alieni, invece Crypto, tra lo stupore di tutti, tirò fuori 3 meravigliosi hamburger prebellici.

<non ci posso credere…ma dove li hai presi?> Frank sbavava dalla bocca.

<abbiamo fatto il lavaggio del cervello ad un dipendente di una famosa catena di fast food, la Mc.dough se non ricordo male…comunque gustateveli!>

Mentre mangiavano, Luke chiese:

<insomma…da quanto tempo siete qui? Da quanti insomma…ci osservate?>

<fin dai vostri albori! Abbiamo fatto di tutto su di voi, e vi abbiamo anche permesso di arrivare allo sviluppo tecnologico idierno…il GECK per esempio, non so se lo conoscete, fù recuperato da una capsula che mandammo appositamente a voi umani in previsione del disastro atomico che poi accadde..ogni tecnologia viene da noi! L’auto doc, per esempio: viene da una navetta schiantatasi in america nel lontanissimo 1949! >

<wow..questo è…sconvolgente! E per caso è vera anche quella teoria degli alieni tra noi?>

Luke era sempre più curioso.

Frank interruppe:

<dio mio che buoni questi hamburger! Ma a proposito..luke come fai a sapere di queste storie?>

<ho trovato vecchi giornali…ma ora continua ti prego signor..hem..>

<cryptosporidium 658, ma puoi chiamarmi Crypto>

<bene, continua Crypto>

<beh in effetti si, alcuni di noi si insediarono nel governo per mettere in atto esperimenti sociali..il più clamoroso, poi finito in disastro, fu quello che facemmo in una zona più a sud di qui, l’Italia.
Un nostro agente si impossessò di una importante carica di governo, ed iniziò a portare la corruzione. Incredibilmente i cittadini non reagivano! Sembrava che non gli importasse, e nemmeno notavano le sembianze strane del loro leader…eravamo bravi nel camuffamento ma non capisco come hanno fatto a non rendersi conto dell’ovvio: era basso, leggermente calvo, e si comportava in modo assurdo….poi ricordo di quando inoltrammo un ulteriore esperimento sociale: noi, su zeta reticuli, non abbiamo nazioni, solo un unico grande impero, e tenevamo alla sua uniformità e unità. Quindi volevamo vedere se questi terrestri provavano gli stessi sentimenti…e così non era. Affiancammo al nostro agente un altro Grigio, il cui nome in codice ricordo era BSS, e devo anche dire che il camuffamento stavolta fù un vero disastro…comunque questo agente aveva il compito di fondare un movimento che minava all’unità dell’impero, cercando di suscitare l’ira dei terrestri. Ma nonostante le sue continue provocazioni non reagiva nessuno. Alla fine finì in disastro perché furono entrambi trucidati dalla popolazione ormai allo stremo circa 40 prima del grande boom.>

<affascinante…e che cos’è questo grande boom? Aspetta, lo so: la grande guerra!>

<esatto…purtroppo non riuscimmo a fermare i governi dell’epoca che si uccisero a vicenda..>


Intanto avevano finito gli hamburger.

<un ultima cosa: credo di avervelo trasmesso telepaticamente, ma per sicurezza…ho lanciato delle capsule dalla nave madre piene di rifornimenti, armi, munizioni e pezzi di ricambio per l’astronave. Se riuscissimo a ripararla ci darebbe un enorme vantaggio contro il vostro nemico..l’AoR.>

<come sai dell’AoR?> chiese Frank stupito.

<intuito…>

Tutto scoppiò in una sonora risata di gruppo.

Intanto Renè rinvenne.

<mio dio che è successo…>

Crypto gli inviò i ricordi delle ultime conversazioni, lui si alzò e disse:

<cavolo..sono stato il primo essere umano ad essere colpito da un arma aliena!>

<non esattamente…sai su chi effettuavamo i nostri test per le armi? Beh, sei comunque il primo sopravissuto per raccontarlo!>

<mitico…hai qualcos’altro che posso provare? Non so…una sonda anale?> Il tono ironico della frase fece scappare un risolino a Crypto.

<quella la uso per cavare i cervelli alla gente…ma se vuoi posso farti una lobotomia!>

Tutti risero di nuovo. Era impressionante come un essere venuto dallo spazio ruppe quella sensazione di tristezza che avvolgeva il luogo.

Ad un certo punto Renè disse:

<beh, direi che ora possiamo andare a salvare quel tizio dentro il louvre…non so se te l’hanno spiegato, Crypto, ma..>

<si non ti preoccupare, so tutto. Andiamo, che la battaglia inizi!>

<bene, ora non mi resta che dirti, a nome di tutta l’umanita: BENVENUTO SULLA TERRA!>

Fù così che il piccolo alieno, confinato sulla terra, diede inizio a quella che sarebbe stata la più grande avventura della sua vita.

Edited by Freddy Krueger 96 - 24/8/2011, 21:41
 
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