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The Asgard Project Chronicles I, Under the Paris Skies

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view post Posted on 29/8/2011, 19:59     +1   -1
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Dannati dalla carne, salvati dal sangue.

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La frequenza di una nota solitaria.

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Maya

Il viaggo fu abbastanza snervante, e specialmente noioso. Luke, uno dei ragazzi che era giunto in soccorso a Jerome, si era avvicinato a Maya durante il tragitto. Maya l'aveva osservato di sottecchi, scrutando attentamente ogni suo movimento, attraverso le lenti della sua maschera, cercando di non darlo a vedere. Fu solo quando il ragazzo aprì la bocca che Maya si voltò un attimo verso di lui.
<e tu, qual è il tuo nome?>

Maya tornò a guardare davanti a sé subito dopo aver sentito la domanda, qualcuno alla fine si era accorto della sua non-presenza, Luke aveva notato che Maya, per tutto il tempo che rimasero a chiacchierare una volta fuggiti da Louvre, non aveva proferito parola, si era semplicemente posta in disparte sperando di non attirare alcuna attenzione; evidentemente aveva fallito nel suo intento e ora la ragazza si ritrovava a dover parlare con uno di quegli uomini del gruppo.
Tuttavia, la domanda entrò nella testa di Maya e svanì come una fiamma chiusa in una campana di vetro, semplicemente fece un lieve sorriso e continuò a camminare ignorando Luke, ma evidentemente egli non si era affatto dato per vinto.
<perché non vuoi dirmelo?>

Di nuovo la sua voce penetrò nelle sue orecchie, ronzando nella sua testa fastidiosamente, come se una zanzara stesse sostando in volo vicino al suo timpano. Sospirò piano.
<perché non ti interessa>
Rispose Maya, incurante della sua durezza nei confronti di un ragazzo che alla fin fine non le aveva fatto assolutamente niente, però era troppo nervosa per poter rispondergli cortesemente, inoltre non aveva dimenticato che per colpa sua e dei suoi amici non aveva potuto uccidere Jerome, anche se alla fine il fatto aveva dato altri frutti buoni, forse anche più succosi. Ci pensò su un attimo, dopotutto non sarebbe stato un dramma dirgli come si chiamasse...anzi, avrebbe potuto trasformarsi in qualcosa di fastidioso. Il motivo per cui non volle dire il suo nome precedentemente era per rimanere appunto nell'ignoto, nessuno avrebbe dovuto sapere qualcosa su di lei una volta lasciata quella città con il cuore carico di soddisfazione per la vendetta compiuta. Se avesse detto il suo nome alle persone sbagliate si sarebbe potuta ritrovare nei panni della preda per poco tempo, come anche per tutta la vita in effetti. No il rischio di mettersi nei guai era troppo elevato, non avrebbe dovuto dire niente a nessuno, fare nulla di particolare, così da rimanere nell'ombra e potersene andare in qualsiasi momento, senza che qualcuno la andasse a cercare.
<invece si che mi interessa>

Mh, un osso duro. Maya stava cominciando a scocciarsi veramente, quel fare così tanto insistente di quel giovane le dava molto fastidio. Insomma, quando è no, è no! Evidentemente quel ragazzo non riusciva a capirlo, probabilmente non comprendeva affatto quando fosse il momento di smetterla. Maya non poteva farci nulla però, prima o poi avrebbe lasciato perdere, forse...
<e perché ti interessa?>

Ecco la domanda di Maya, con cui sperò di chiudere il discorso. Dopotutto non pensava che quel ragazzo avesse ancora voglia di rispondere, nemmeno che avesse un'affermazione pronta per un quesito simile, solitamente tutti tacciono dopo una domanda simile, o almeno ci impiegano un po' prima di rispondere.
<perché se non mi interessasse, non te lo chiederei>

Luke no, invece. Lui aveva la risposta pronta e la disse subito, senza lasciar passare più di un secondo, incredibile. Fu una risposta secca, banale, ma così inaspettata che lasciò Maya un attimo perplessa, ora cosa poteva dire? Niente, non le veniva in mente nulla, il pensiero di essersi chiusa da sola con la sua stessa domanda la innervosiva terribilmente e l'unica cosa che ormai le veniva in mente era quella di non rispondere più, ma il suo istinto non fu d'accordo.
<ma lo stai facendo apposta o essere seccante è un dono naturale?>

Eccola, questo fu il primo segnale di degenerazione della discussione, Maya si era voltata verso Luke per osservarlo bene mentre parlava, il suo tono era scocciato e irritato, come anche lei stessa. La pazienza di Maya stava finendo, non sarebbe passata alla violenza per una cosa così futile, ma di certo avrebbe cercato in tutti i modi di staccarsi di dosso quel ragazzo che ormai le appariva come un parassita fastidioso, una minaccia da evitare. Il loro rapporto poteva soltanto rovinarsi rapidamente da quel momento in poi, quel lieve rapporto instauratosi dall'essersi incontrati. Diciamo che proseguendo in quel modo non sarebbe mai nata un'amicizia.
<diciamo che mi sto impegnando solo per te. Contenta?>

Altro segnale, da parte di Luke questa volta. Anche lui sembrava deluso dal comportamento di Maya, e forse anche scocciato. In ogni caso si poteva respirare aria di inimicizia tra i due. Maya sospirò innervosita, come se fosse anche sorpresa da quella risposta.
<no> Fu la sua risposta secca, carica di rabbia e delusione. " Ma guarda con chi ho a che fare! " Pensò infastidita Maya. Lei era più grande di lui ma si permetteva lo stesso di comportarsi in quel modo! Assurdo, non esisteva più il rispetto, nemmeno per le persone più grandi - Maya non avrebbe mai affermato di essere più "vecchia". Come ogni donna, l'età era il suo acerrimo nemico, fortunatamente invecchiava più lentamente del normale! - . Dopotutto cosa poteva aspettarsi? Non esisteva più il diritto di vita in quella realtà post apocalittica, doveva essere sopravvissuto il rispetto? Certamente no.
Fece per ribattere con un insulto, un ammonimento, una qualsiasi cosa che, spinta dalla sua impulsività, le sarebbe venuta in mente, ma Jerome intervenne e troncò il discorso. L'animo di Maya e il suo furioso ardore si placarono lentamente, cominciando a sembrare quasi più piccola del normale, di corporatura, come se arrabbiandosi diventasse più grande. Maya volse lo sguardo dinanzi a lei e vide una grande struttura, sembrava una chiesa prebellica, ma di alto livello e portante una nobiltà ricercata.
<signori Benvenuti a Notre Dame!>

La presentazione di Jerome, il ponte disseminato di protezioni e sacchi di sabbia, un buon numero di persone che giravano sulla piazza di fronte a tale edificio e una bandiera su una torre riportante un simbolo ormai marchiato dolorosamente a fuoco nella mente di Maya le fecero capire di essere arrivata a destiazione.
" Quindi è questo il loro QG " Pensò sbalordita. Si guardò attorno e notò che la base era ben allestita e molte persone, persino civili, giravano in quello che si poteva chiamare cortile. Alcuni indaffarati, altri sereni, tutti quanti erano impegnati in qualcosa, che fosse il giocare dei bambini, la discussione tra le donne, le risatine tra giovani ragazze e ragazzi o il lavoro della sentinella a guardia dell'entrata. Maya rimase stupita da tutto ciò, ogni passo che faceva all'interno di quel posto le ricordava i momenti felici della sua vita, ogni cosa, persino quella coppietta che, leggermente in disparte, si fissano negli occhi carezzandosi i capelli e i volti arrossati. Dentro di lei stava crescendo un senso di benessere improvviso, ma al contempo la malinconia la fece trasalire per un secondo, arricciandole il naso e offuscando la sua vista dalle lacrime. Forse si stava sbagliando, forse non erano stati loro...No. Erano stati loro, il contratto era chiaro, e quelle povere persone si erano rifugiate nella tana del lupo, ancora ignare di un possibile atroce destino che le attendeva una volta visti gli occhi del predatore. Tutto quello era magnifico, avrebbe voluto abbandonare tutto per rimanere felicemente lì, protetta dal mondo esterno così da potersi dimenticare di ogni orrore; avrebbe potuto fare nuove conoscenze e instaurare amicizie con le ragazze, diventare la badante a tempo libero dei bambini e, grazie al suo passato, aiutare gli uomini nei loro lavori. Avrebbe potuto trovare l'amore...
"Basta!" Maya scosse la testa, tutti quei pensieri la stavano distruggendo, specialmente il ricordo di quell'amore tanto cercato, fortuitamente trovato e infine dolorosamente perso. Non poteva avere pace, non poteva avere tranquillità e riposo, lei ormai aveva perso tutto e non poteva sostituire il suo passato con un felice futuro. Avrebbe voluto, ma non era possibile. Avevano proseguito il loro cammino fino all'entrata della grande struttura, lì Jerome li fece fermare e proseguì verso l'interno. In quel momento Maya cedette ai ricordi che le erano balenati nella mente, in contrasto con le sue convinzioni attuali e la sua sete di vendetta, e come nuvole troppo cariche, la sua tensione si scaricò in pianto sommesso, che la costrinse ad allontanarsi per qualche istante, spalle al gruppo, per cercare di calmarsi. Non poteva togliere la maschera, l'avrebbero vista in volto in quel modo, però non poteva sopportare le lacrime sul volto. Dopo aver stretto i denti e soppresso il pianto, tirò su con il naso e si disattivò la maschera, dopo essersi assicurata che nessun individuo del gruppo la potesse vedere, e si passò una mano sul viso, poi un'altra e una lieve strofinata sugli occhi per asciugarsi del tutto. Sospirò lentamente per rilassarsi e rimase un attimo ferma a guardare le dita delle sue mani toccarsi fra loro. Diede un'occhiata davanti a sé, a quell'ambiente che sembrava così sereno, e fece un lieve sorriso riportando lo sguardo verso le sue mani ancora incrociate. I suoi occhi saettarono ancora una volta verso alcuni ragazzi dinanzi a lei, infine riattivò la maschera e si riavvicinò al gruppo, il più disinvolta possibile.
Pochi istanti dopo Jerome fece il suo ritorno, con sè aveva delle mappe del QG che distribuì a tutti. Maya l'accettò tranquillamente anche se i suoi movimenti sembrarono più lenti del solito. Infine il ragazzo congedò tutti, dando appuntamento in quello stesso luogo, per il giorno dopo. Maya rimase un attimo lì ferma, un po' spaesata, osservando i movimenti del resto del gruppo, infine decise di dare un'occhiata alla mappa. La prima tappa sarebbe stata la mensa, era tutto il giorno che non metteva qualcosa sotto i denti e ne aveva terribilmente bisogno se non voleva rischiare di cadere in uno dei suoi attacchi di debolezza.
Si incamminò verso la mensa, svoltando tra le arcate delle navate della cattedrale, rimanendo estasiata dalle forme così slanciate ed eleganti di ogni pilastro, arco, volta e piccola decorazione. Raggiunse il luogo cercato e si mise in coda per il pasto, era arrivata giusto in tempo, aveva letto su un cartello che la mensa offriva i pasti in determinati orari, perciò se fosse arrivata più tardi probabilmente non avrebbe trovato nulla da mangiare. Prese un vassoio in latta - ve n'erano di vario materiale, probabilmente erano stati fabbricati da rottami trovati in giro e poi passati alle disinfezioni necessarie - e prese ciò che gli inservienti avevano a disposizione. Maya non era schizzinosa, per niente, e le sue abitudini alimentari molto varie le permettevano di mangiare parecchie cose senza provare ribrezzo. Si sedette a tavola e divorò tutto rapidamente, trovando ogni boccone squisito, più della roba che solitamente cacciava e mangiava in giro. Una volta finito, prese il suo vassoio e sparecchiò, accatastandolo su una pila di altri vassoi, subito dopo un uomo passò di lì, la guardò per un'istante e portò via una parte di quella pila, Maya invece si incamminò verso l'uscita, dopo aver riattivato la maschera.

" Gelida notte o cara gelida notte.
A te questa melodia suono.

Note di malinconia nel calore di una fiamma spenta da tempo,
Rimasta impressa come il fantasma della sua passata esistenza.
Ricordo di un amore perduto.
Brace che si raffredda,
Nella gelida notte. "



Maya stava camminando lentamente nel cortile del QG, le mani strette sulle braccia, come intente a scaldare le membra di un corpo infreddolito dal clima invernale. La maschera, di un bianco perla, si illuminava dei riflessi di quelle poche luci che abbagliavano e scacciavano l'oscurità da quel luogo, mentre quella strana atmosfera di calore sembrava farle fluire tutte nel cuore della donna. Si era persa nei pensieri, in un passato in cui pensava di aver trovato il modo di superare la morte dei suoi genitori senza dover versare altro sangue. Quei giorni in cui si svegliava al mattino presto non per necessità di dimostrare a se stessa di essere ancora viva, ma per il piacere di sentire sulla sua pelle altro calore umano, quelle dita che le carezzavano il collo e le spalle, quelle calde labbra che si posavano sulle sue, quei dolci baci sulle mani e il brivido degli stessi sulla schiena, quella passione che la faceva sentire viva la notte...

Voci confuse attorno a lei, echi che si mescolarono tra loro e sussurrarono nella sua immaginazione un nome: Alice.

Quegli occhi ambrati che dolcemente la guardavano, anche quando si discuteva. Quella voce calda, dolce, che diceva " Non fa niente. " , " Non ti preoccupare. " , " Ti amo. " , sempre con quel tono che scaldava piacevolmente l'animo e lo placava inondandolo di serenità, anche dopo un litigio. Quel "Scusa" carico di dispiacere e di tristezza che spezzava il cuore e portava a perdonarla, per poi abbracciarsi e lasciarsi tutto alle spalle con un bacio. Quei capelli castani, scuri la notte e quasi scarlatti di giorno, morbidi e riccoluti con cui era sempre un piacere passare il tempo, a carezzarli, a guardarli e a meravigliarsi di tale bellezza.
Un momento di felicità, un momento di tristezza. Malinconia dannata dagli uomini e ricercata dagli dei senza emozioni, sentimento forte e lascito di un amore scomparso nel sangue e nelle lacrime.
Maya non avrebbe mai potuto dimenticare quell'animo coraggioso, ottimista e dolce, l'unico che fu in grado di farla cambiare, di farle dimenticare...
Ma il destino è crudele, la fortuna gioca la partita della vita a carte coperte e nessun mortale potrebbe mai prevedere la fine di qualcosa, è come truccare le carte, ed è vietato dalle regole del gioco. Anche in quel momento così felice la fortuna dovette scoprire la seguente carta, e per colpa di una scelta sbagliata, la carta della morte adiacente a quella della vita, l'amata Alice era scomparsa, uccisa, violata, e ancora quelle orribili scene tormentavano i sogni di Maya.
Ancora si ricordava di quel meraviglioso campo di fiori, così inatteso e colorato, steso come una pennellata sulla tela grigia di un quadro in fase di produzione. Era piccolo, coperto di fiori di un giallo acceso come il sole. Passarono molto tempo lì, insieme, camminando cautamente per paura di pestare troppi di quei petali dorati. Infine si sdraiarono nel punto in cui ve n'erano di meno, e rimasero così a scrutare il cielo grigio sulle loro teste, immaginandolo azzurro; era un bel colore e si abbinava con quei fiori e i ciuffi d'erba che spuntavano tra essi, chissà se un tempo, prima della Grande Guerra, il cielo fosse così. Infine si baciarono a lungo, prima di lasciare quel posto incantato. Alice aveva tenuto un fiore con sé, lo portò tra i capelli per un po'. Ma ora niente era rimasto, solo tante lacrime, un ricordo felice e una fine orrenda da dimenticare.


Camminò lentamente, come carica di una stanchezza accumulata nei giorni, e strascicando i piedi andò al bar. Una volta dentro si guardò attorno, accertandosi che non vi fosse alcuna faccia familiare, infine disattivò la maschera, mostrando un volto segnato dal pianto e dai terribili ricordi. Il barman la guardò e già comprese.
Maya si avvicinò al bancone e si sedette su uno degli sgabelli.
< Qualcosa di forte, molto forte. > Mormorò, le parole sembravano uscirle con difficoltà dalla gola, come chiuse in un nodo dal quale era difficile slegarsi.
Il barman annuì, aveva previsto bene - una povera ragazza, giovane e distrutta dai ricordi - , e le versò un liquido ambrato in un bicchiere largo e basso.
Maya lo prese e pagò, lasciando anche più del dovuto così da farsi versare un secondo bicchiere, e bevve. Ingoiò il liquido del primo bicchiere in un colpo, lasciando che la forte gradazione alcolica le bruciasse la gola e lo stomaco, poi prese il secondo e lo bevve più lentamente. Rimase a lungo lì, infine uscì barcollando leggermente e andò a dormire.

Parigi, Notre Dame ( QG della Resistancé) 7 Marzo 2277

Rumori attorno a Maya la fecero svegliare dal suo profondo sonno, appesantito dall'alcol bevuto la sera prima. Un lieve fastidio per la luce che filtrava in quel luogo dalle finestre e dai fori nei muri le fece socchiudere gli occhi, come restii a volersi aprire, infine lasciò che i colori del giorno le illuminassero gli occhi vitrei. Maya osservò i raggi del sole attraversare il dormitorio come se fossero colonne di luce dorate, apparendo tangiibili a causa dell'effeto provocato dalla polvere nell'aria. Non si soffermò troppo, prese la sua roba, rimise l'armatura addosso e si sistemò per bene la maschera, la attivò e si diresse spedita verso l'entrata della cattedrale.
Giunta a destinazione, rivide anche tutti gli altri uomini del gruppo e poco dopo anche Jerome fece la sua comparsa da dietro le sue spalle. Sopresasi per un attimo, Maya si volse verso di lui e ascoltò il resoconto della situazione all'interno del QG. Improvvisamente, quell'odio, quel drago dentro di lei affamato di vendetta e sangue si risvegliò, assopito dai ricordi della sera prima, e si fece sentire nuovamente nella mente di Maya con un potente ruggito. Aveva perso di vista il suo obiettivo per una sera, poco importava, ora tanto se l'era ricordato e, con la luce di un nuovo giorno, avrebbe potuto compiere la sua vendetta. Si era resa conto che ucciderli tutti era impossibile, non erano nemmeno disorganizzati come quei poveri cretini che aveva ucciso ieri - chissà in che stato giacevano in quel momento, il pensiero faceva ribrezzo... - e c'erano persino tanti civili, innocenti che non voleva includere nella lista dei morti che gravava sulla sua coscienza, entità ormai soffocata dal peso dell'elenco.
< ...Io e la ragazza andremo in cerca di munizioni e se ce la facciamo anche di alcune armi...>
Questa parte del discorso illuminò Maya. L'unico modo che aveva per eliminare una tale organizzazione era tagliarne la testa, e l'unico modo probabilmente per farlo sarebbe stato uccidere Jerome o costringerlo a collaborare, e ne stava per avere l'occasione. Da dietro la maschera, Maya sorrise beffardamente, resa stranamente felice da quella novità. Finiti i preparativi, la donna e Jerome lasciarono il QG per primi e si inoltrarono tra le strade Parigine.


Passarono alcuni minuti di silenzio, la coppia camminava lentamente e cautamente tra le vie della città, facendo sia attenzione a possibili pericoli che a possibili oggetti utili per il QG. Nella testa di Maya balenava un solo pensiero però. " Uccidilo, uccidilo!" Quella voce si ripeteva continuamente nella sua testa, mentre Jerome camminava davanti a lei.
< Ehi, non ricordo più il tuo nome, come ti chiami? > Jerome ruppe il silenzio, e anche i pensieri omicidi di Maya, con una domanda un po' imbarazzata, probabilmente non si ricordava che la donna non aveva affatto aperto bocca, oppure lo sapeva e si era inventato la scusa dello smemorato per chiederlo. Maya non rispose subito.
" Va bene, che sappia il nome di colei che lo trapasserà. "
< Mi chiamo Maya > Disse la donna, la sua voce era resa leggermente metallica dalla maschera che aveva in volto.
< Maya... > Ripetè Jerome.
Camminarono per pochi secondi, poi Jerome si fermò per osservare qualcosa per terra, infine proseguirono. Maya passò subito dopo e analizzò ciò che aveva fatto fermare il compagno. " Orme, sono umane, e sono fresche. " Pensò Maya. Continuando per quella pista si sarebbero potuti imbattere in qualche sopravvissuto, oppure in qualche predone.
< Dimmi Maya, cosa ti ha spinto a venire fin qui? >
Un attimo di silenzio.
< Devo fare una cosa molto importante. >
Jerome sembrava interessato, ma il tono secco di Maya gli fece capire di non andare oltre. I minuti dopo passarono in silenzio, svoltarono in una via, dopo alcuni metri presero una via a sinistra, fino a ritrovarsi in un grosso incrocio. In quel momento l'I.A. della maschera di Maya cominciò a segnalare un riquadro verso un edificio, ma non completò l'operazione, doveva essersi spostata troppo. " Quello era l'agganciamento dei bersagli. Forse aveva rilevato solo un animale. " Pensò Maya, ma non fece in tempo a elaborare l'idea che Jerome fece per parlare.
< Qual è la tua storia Maya? > Disse. All'improvviso, tutto il passato cadde sulle spalle di Maya brutalmente, scuotendola dall'interno e accendendo una flebile fiamma nel suo animo.
< Cosa? >
< Sì...intendo...I tuoi genitori...la tua infanzia... >
Maya si sentì colpita nel profondo, la fiamma dentro di lei cominciava ad aumentare di dimensioni.
< I miei genitori...Ho passato una splendida infanzia, finché, a quindici anni, degli uomini non mi privarono della mia famiglia. > Disse gravemente Maya, impressionante, quell'uomo era della Resistancé e le stava chiedendo di suo padre e di sua madre. Assurdo, le sembrava una presa in giro difficile da tollerare, impossibile anzi.
< Privarono? Vuoi dire...uccisi? > Jerome stava continuando a camminare, lievemente turbato dal racconto della donna.
< Sì.. > Disse con un tono tremante Maya. Jerome le stava chiedendo dei suoi genitori e sembrava addirittura sorpreso di ciò. Tutto ciò era inaccettabile, era un beffardo scherzo di cattivo gusto e molto offensivo, Maya non poteva tollerare una cosa simile.
< Mi dispiace... >
Le ultime parole di Jerome fecero esplodere la fiamma nell'animo di Maya, facendola diventare il respiro infuocato del suo drago, era ora di agire.



Con furia e rabbia, Maya afferrò con collera la sua arma, attivò la modalità artiglio e si scagliò su Jerome con un urlo di guerra. L'uomo fu preso alla sprovvista, ma riuscì comunque a buttarsi verso sinistra ed evitò il fendente di Maya che si infranse con una scintilla sull'asfalto.
< Ma che cazzo?! > Urlò Jerome, incredulo e stupito di fronte alla reazione di Maya. Che cosa aveva quella ragazza?!
L'attacco non finì lì, Jerome non ebbe il tempo di impugnare le sue armi che Maya già aveva fatto un balzo verso di lui, il suo artiglio puntato allo stomaco. L'uomo scartò l'idea di armarsi e di fare fuoco, ma impugnò la sua arma e la utilizzò per deviare la lama della donna. Maya urlò di nuovo e continuò la sua carica impattando con forza sull'addome di Jerome con la spalla sinistra. L'uomo era sbilanciato e non riuscì a mantenere l'equilibrio, così entrambi caddero a terra.
< Fermati!! Che cazzo stai facendo?! > Urlò di nuovo Jerome, mentre Maya gli salì sopra e caricò il braccio armato. Repentinamente Jerome si allungò e afferrò il polso di Maya che impugnava l'arma e sfruttò tutta la sua forza per contrastare la furia animalesca della donna. La lama era ancora distante dalla testa dell'uomo.
< Rispondi! > Urlò ancora Jerome.
< Hai ucciso la mia famiglia! Bastardo! > Urlò furiosamente Maya, con un tono che sembrava stesse sforzando al massimo la gola per sfogare il suo odio.
Jerome rimase pietrificato da quell'accusa.
La lama si stava avvicinando.
< Cosa?! Ma che stai dicendo?! Non ho ucciso nessuno! Fermati! > Urlò l'uomo, constatando che a prima vista aveva sottovalutato la forza di quella gracile donna.
< Tu, i tuoi compagni, la Resitancé. Li avete uccisi voi! > Urlò di nuovo a squarciagola Maya, sembrava che le stesse andando via la voce.
< Non è vero! Chi ti ha detto una cosa simile! > Sbraitò Jerome, sentitosi anch'esso ferio nel profondo per un'accusa simile.
La lama era sempre più vicina, ma Jerome riuscì finalmente a trovare un punto debole nella donna. In un istante, l'uomo tirò un forte pugno sull'articolazione della spalla e quando sentì la forza di Maya diminuire per il colpo, spintonò la donna fino a liberare un piede, sfruttò questo per buttarla distante da lui.
Maya ruzzolò su se stessa, si rialzò con un braccio dolorante e cercò di riprendersi dallo spintone preso in pieno petto. In quegli istanti, Jerome si rialzò con una capriola all'indietro e impugnò il suo fucile, levò la sicura e mise un dito sul grilletto. Maya si accorse troppo tardi della situazione, così si ritrovò in una situazione di stallo, con il nervoso che le stava crescendo dentro a causa del fallito assalto.
< Ora riponi l'arma e mi dici chi cazzo ti ha detto quelle cose > Disse freddo Jerome, puntando le tacche metalliche del suo fucile sul petto della donna.
Maya ansimò per un attimo.
< Non dire stronzate! Siete stati voi a ucciderli, e questo lo dimostra! > Urlò Maya, poi prese dalla giacchetta il contratto, lo aprì con la stessa mano e lo puntò verso Jerome, così che potesse leggerlo. Dopo qualche istante le sue ginocchia tremarono.
< Li avete uccisi voi! > Esclamò singhiozzando, tra le lacrime che, nascoste dalla maschera, le bagnarono copiosamente il volto.
< Ma co-... > Jerome rimase incredulo, stupito dalla comparsa di quel documento ingiallito dal tempo, con su stampato il simbolo della Resistancé e una sentenza di morte per due persone:

Eveline Parker
Edmund Laurel
 
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view post Posted on 29/8/2011, 21:51     +1   -1
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Mike,Parigi 2277,QG della Resistancè

Mike si accese una sigaretta,Notre Dame lo straniva,così imponente,gli dava una strana sensazione.
Entrato nel salone principale assistette al subbuglio di gente che passava ovunque:civili,soldati che come uno sciame di insetti in un nido brulicavano senza fermarsi,senza curarsi degli altri si andò a distendere su una branda e si addormentò.

Aprì gli occhi,era presto,gli altri dormivano ancora,poche persone girellavano per la base,si alzò e andò a fare colazione,mangiò dei fagioli in scatola e bevve un pò di latte,dopodichè uscì fuori e dopo essersi messo in un'angolo cominciò a fare prove per estarre l'arma,come al solito i tempi erano ottimi,nessuno in tutta Parigi riusciva a eguagliarlo,mentre gli altri mettevano mano all'arma di solito erano già morti...in fondo suo padre gli aveva insegnato bene,il pensiero dei suoi genitori gli tornò come una brezza malinconica...

Tornato dentro si accorse che gli altri erano già tutti in cerchio che discutevano,avvicinandosi Jerome cominciò ad assegnare le missioni,lui avrebbe dovuto andare con l'alieno a recuperare la navetta,cominciò a sbuffare mentre Crypto tutto allegro iniziò a incamminare,sconsolato Mike lo seguì....

Dopo esplosioni di persone e scontri a fuoco con degli esseri mutati il tutto sembrava essersi calmato,Crypto stava armeggiando insieme al robot da riparazione quando se ne uscì fuori dicendo che Mike avrebbe dovuto trovare il motore di una macchina"Vorrei sapere se gli sembro un fottuto meccanico"
Si accese una sigaretta e dopo essersi girato lo salutò...

Le vie di Parigi erano stranamente vuote,più del solito,non si sentivano i predatori,ne i ghoul e neppure i supermutanti,di macchine ovviamente non ve ne era traccia,aspirò un'altro tiro di sigaretta,quel sapore così particolare gli piaceva troppo,era per quello che fumava,oltre che per il fatto che lo tranquillizzasse parecchio,ma ecco che in fondo alla strada vide una macchina,sembrava particolarmente tenuto bene,si avvicinò quando ad un tratto sentì un rumore dietro di lui,si girò e quattro predatori lo stavano guardando:uno portava un fucile in braccio,l'altro aveva un grosse machete,il terzo teneva un fucile d'assalto mentre l'ultimo a malapena reggeva in braccio un lanciamissili
<i signori desiderano?>esordì spavaldo Mike
<sei tu la main de Dieu?>disse quello col fucile
<dipende da chi mi cerca>
Il predatore ridacchiò
<mi dispiace amico ma c'è gente importante che vuole la tua testa>
Mike rise grassamente e buttò la sigaretta a terra
<beh la mia testa gradisce rimanere attaccata al resto del corpo e non saranno certo 4 pagliacci a staccarmela>
Detto questo con un gesto felino che lasciò spiazzati i predatori,impugnò la pistola e sparò due colpi a quello col fucile d'assalto che gli finirono in pieno petto facendolo cadere atterra in un lago di sangue,gli altri presi dal panico reagirono,quello col Machete corse incontrò a Mike mentre quello col fucile prendeva la mira insieme all'altro col lanciamissili,Mike sparò un'altro colpo nella gamba dell'uomo che gli veniva incontro che franò atterra lasciando cadere l'arma,un'istante prima che l'uomo col fucile potesse esplodere il colpo Mike gli fece un buco in testa,l'uomo col lanciarazzi terrorizzato lasciò cadere atterra l'arma e fuggì come un lampo,Mike ripose la pistola e si accese una sigaretta,raccolse tutto il possibile dai predatori,armi e vestiti compresi e gli mise nello zaino facendo un pò di fatica per il lanciamissili"e devo ancora prendere il motore"pensò

Dopo qualche ora carico come un mulo tornò da Crypto,si stava facendo buio ma la luce della navetta si vedeva ancora<ecco il tuo motore divertiti> disse lanciandoglielo,l'alieno lo prese la volo con un pò di difficoltà mentre Mike si sedeva a guardarlo mentre finiva le riparazioni...
 
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view post Posted on 29/8/2011, 22:17     +1   -1
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Shane

Parigi, Notre Dame (QG della Resistancè) 7 marzo 2277

Dopo gli ordini impartiti da Jerome tutto il gruppo si divise in direzione delle loro rispettive missioni, era già mattina, il sole piano piano si ergeva alto nel cielo, il ragazzo aveva passato una notte tranquilla, ora, quello che contava, era il compimento della missione. Shane sapeva molto bene dove andare, la sua amata casa, nonostante l’avesse abbandonata non molto tempo fa, ne sentiva già la sua mancanza. Attraversarono rapidamente il ponte da cui erano entrati nel QG per poi insediarsi nelle strade della città.
Entrambi i ragazzi tennero aperti gli occhi a qualsiasi movimento sospetto, i pericoli erano ovunque, lungo le strette vie della ormai distrutta città di Parigi.
Renè rimase in silenzio per tutto il tragitto, dall’espressione che aveva in volto si evinceva chiaramente il suo desiderio di ottenere nuove armi e tecnologie, fu quello il momento in cui Shane riuscì ad aprire una discussione:

< Renè, tra qualche isolato saremo arrivati, dovremo utilizzare una via secondaria, ho il forte dubbio che la struttura sia strettamente osservata e vorrei evitare degli scontri inutili tra predatori o ancora peggio ghoul e supermutanti > disse Shane per proseguire con il suo discorso:

< Inoltre se troverai qualcosa di interessante al Centro di ricerca potrai prenderla, dopo il lungo viaggio mi sembra giusto prendersi qualche regalino, recupereremo tutte le munizioni possibili e armi convenzionali e ce ne andremo in tutta tranquillità >
In seguito alle parole di Shane, l’espressione in volto di Renè cambiò, la faccia calma e tranquilla di prima fu sostituita da un enorme sorriso:

< Fantastico, quando arriveremo ?? >

Shane e Renè scoppiarono a ridere intanto, dopo un viaggio di almeno un’ora raggiunsero alla prima parte del loro obbiettivo.
Shane si fermò di colpo, bloccando Renè che si trovava dietro di lui, davanti a loro c’era solo una vecchia baracca. Quando Shane aprì la porta, l’entrata cominciò a cigolare rivelando ciò che Renè non si sarebbe mai immaginato, niente polvere e detriti all’interno della baracca, niente muri pericolanti e oggetti malandati, ma solo una stanza completamente bianca, nonostante l’illuminazione precaria, che puntava solo su di un ascensore, la stanza brillava di una luce naturale.
Shane raggiunse rapidamente il centro della stanza per poi collocarsi su di una pedana, tutte le luci puntarono verso de lui e un raggio viola partì dal pavimento per poi investire tutto il corpo del ragazzo:

< ANALISI COMPLETATA, ACCESSO CONSENTITO, bentornato a casa Shane Dubois >

Renè seguì Shane all’interno dell’ascensore, il trasporto sarebbe durato almeno un quarto d’ora così Shane cominciò a discutere con Renè:

< Questo ascensore ci porterà verso i sotterranei del centro di ricerca, è lì dove teniamo il deposito delle nostre armi e delle munizioni, obbiettivo della nostra missione, eitando così l’entrata principale, un giusta dose di precauzione non fa male >

Quando l’ascensore si fermò, e le ante si spalancarono i due ragazzi erano finalmente arrivati. Percorsero un lungo corridoio fino a raggiungere una rampa di scale:

< Ok, Renè, io salirò su per le scale perché devo recuperare delle cose dalla mia camera, tu proseguirai per questo corridoio, tra cento metri troverai un bunker fortificato, la password per entrare è : ARMA LETALE, non preoccuparti, entra nel bunker e recupera tutte le munizioni possibili, al suo interno ci dovrebbero essere anche un’arma prototipo, si dovrebbe chiamare Dismembratore Neurale, non ricordo che cosa faccia ma mio padre diceva sempre che era un gioiellino per far dire agli altri ciò che si vuole, quando avrai finito, aspettami all’ascensore per poi tornare al QG, semplice no >

Con un sorriso in volto Renè proseguì lungo il corridoio mentre Shane salì le scale.

[…]

Come da programma Renè si trovava viscino all’ascensore, Shane arrivò sfrecciando con il suo nuovo mezzo e un’armatura nuova di zecca.

< Andiamo via Renè, missione compiuta >

< Dove ai preso quella roba > chiese Renè incuriosito e allo stesso tempo entusiasmato

< Te lo spiego dopo, abbiamo ancora un lungo viaggio >
 
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trulloboss
view post Posted on 29/8/2011, 23:29     +1   -1




Frank

6 Marzo 2277

Dopo una lunga camminata finalmente erano arrivati al QG<finalmente....le mie povere gambe gridano vendetta!>esclamò Frank.La squadra entrò nel QG Frank notò molte persone ferite,stanche e depresse ma anche molte persone felici e contente<wow che situazione>esclamò con tono ironico Frank.La squadra si fermò davanti ad una specie di ufficio<aspettate qui>disse Jerome mentre andava dentro quell'ufficio....dopo qualche minuto usci e disse che la squadra aveva la nottata libera<ahah ottimo io mi vado a ubriacare>esclamò Frank mentre tutti se ne andavano per i fatti loro.

7 Marzo 2277

Jerome svegliò tutti dicendo che dovevano andare in missione<cosaaaaa!ancora in missione>disse Frank
<si mi spiace ma abbiamo bisogno del vostro aiuto>disse Jerome.....Jerome diede missioni a tutti a Frank e a Luke disse che dovevano trovare dei rifornimenti in qualsiasi luogo che desiderassero,senza altre spiegazioni Frank e Luke si prepararono e andarono.
<ok andiamo>disse Luke
I due si incamminarono verso il centro commerciale senza incontrare pericoli,tutti erano stati spaventati dalla esplosione.<ecco il centro commerciale>disse Luke.
<cos'è tutto questo entusiasmo ragazzino>esclamò Frank
<niente solo che non vedevo l'ora di esplorarlo era da tanto che ci volevo andare>disse sempre più felice Luke
<contento te>disse Frank.
I due non si aspettavano minimamente i pericoli che gli aspettavano oltre quella porta.Luke entrò per primo,si mise subito ad esplorare l'immenso centro commerciale,dopo solo 2 minuti dei rumori provenienti da fuori distrassero Frank <hai sentito?>disse Frank
<no cosa?>disse insospettito Luke
<dei rumori provenienti da fuori...come dei passi di soldati>disse Frank
<o no!!!>esclamò Luke
Frank si avvicinò a una piccola finestrella e vide dei supermutanti che venivano verso il centro commerciale
il capo era armato con una gatling questo poteva essere un problema per Frank e Luke
<nasconditi nasconditi nasconditi>urlò Frank
<perché perché perché>disse Luke
<non fare domande....MUOVITI!!!!!>disse Frank
Frank e Luke si nascosero dietro degli scaffali,mentre il capitano sfondò la porta del centro commerciale.
<muovetevi scansafatiche perquisite questo posto >disse con voce brutale il capo
<merda sono in tanti questi>disse Frank
Tutti i supermutanti si sparsero per tutto il centro commerciale tutti sparsi....solo uno andò dove non doveva andare,verso Frank.
<merda no..merda no.....merdaccia noooo>disse Frank impaurito
il supertmutante capo si avvicinò allo scaffale dove Frank era nascosto.....ma con estrema fortuna lo superò.A quel punto Frank saltò addosso al supermutante capo spezzandoli il collo,tutto in un estremo silenzio.
<o.....o.....o ma che bel giocattolino che abbiamo qui>disse Frank guardando la gatling
Frank prese dalla tasca 5 JET li prese tutti e cinque di raffica
<aaaaaaaaaaa ci voleva questo>poi prese la gatling e sparo qualche colpo
<venite MERDEEEE>disse Frank con tono divertito
gli altri supermutanti si diressero da Frank...
<hahahaha....boom>Frank incominciò a sparare per tutto il centro commerciale
<ancora ANCORA......HAHAHAHAHAHAHAHA>disse Frank
<via via via>disse un supermutante impaurito
ma ormai era troppo tardi tutti erano morti.Luke si alzò dal suo nascondiglio <o MERDA WAO>disse Luke

Edited by °Forfeus° - 30/8/2011, 12:42
 
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S1mone56
view post Posted on 30/8/2011, 03:24     +1   -1




Renè

Parigi, Notre Dame (QG della Resistancè) 7 marzo 2277

Era ormai sera, il gruppo si era diviso e ognuno era andato per la sua strada, Renè si diresse verso la mensa, anche se non aveva molta fame preferiva rifocillarsi per avere maggiori energie che gli serebbero servito l'indomani, mentre era in fila per il pasto pensava tra se e se:

"Come può una persona come me esserersi unito a un gruppo come la Resistancè?".

Per tutta la vita Renè aveva visto questi uomini come dei, persone coraggiose che sacrificavano la loro vita per aiutare gli altri:

"Come posso io, una persona qualunque far parte di questo gruppo?"

Si sedette su un tavolo mentre i suoi pensieri gli vorticavano in mente; dopo aver finito il pasto si alzò e schiarendosi le idee decise di cercare l'uomo che cinque anni prima gli salvò la vita.
Lo trovò nel distretto medico mentre fumava una sigaretta fuori da una tenda.

<signore si ricorda di me?> disse Renè piuttosto contento.

L'uomo aveva il viso segnato, i capelli erano scompigliati abbastanza lunghi e brizzolati, sul viso si notavano i baffi bianchi e un naso importante, indossava un camice ingiallito con qualche macchia di sangue, sul braccio sinistro portava una fascia col simbolo della Resistancè in nero.

<ehm si mi sembri piuttosto familiare, ma non mi viene in men.... A ma certo sei il ragazzo che ho trovato sulle strade del ghetto in stato di overdose qualche anno addietro. Dimmi come stai e cosa ci fai qui?>

<e' una storia lunga signor...?>

<chiamami François, mi piacciono le storie lunghe, parliamone al bar la in fondo che ho il turno libero stanotte.>

Mentre si dirigevano verso il bar Renè noto che dalla porta d'ingresso uscì leggermente barcollando la ragazza del gruppo, Renè la segui con lo sguardo per qualche secondo ma poi non ci fece più caso.

[...]

Dopo aver raccontato la sua storia il dottore disse:

<e' mio caro Renè sei stato fortunato a conoscere Jerome, è una persona davvero affidabile, darebbe la vita per salvare i più deboli. Se ne trovano pochi di questi tempi come lui.>

Quando ormai albeggiava i due si diressero ognuno ai propri compiti, Renè fu il primo ad arrivare al luogo d'incontro, non aveva dormito quella notte eppure non era stanco e non aveva neanche sonno.
Mentre aspettava l'arrivo dei suoi compagni si bevve l'ultimo sorso della bottiglia di assenzio che si portava con se e si accese una sigaretta.

Quando tutti furono arrivati e subito dopo partiti per i propri compiti Renè e Shane si diressero verso il laboratorio, dopo circa un'ora di cammino arrivarono e una volta scesi al piano inferiore Shane mandò Renè a recuperare ogni cosa che sarebbe potuta essere utile nel bunker fortificato.
Arrivato alla porta blindata dell'ingresso Renè digitò sul terminale la password che Shane gli aveva dato: "ARMA LETALE".
La porta si aprì emettendo un rumore metallico, all'interno la stanza del bunker si presentava piuttosto buia e piena di scaffali, su ogni scaffale erano presenti oggetti di ogni tipo tutti ordinati e senza polvere, Renè notando tutto quel ben di Dio fu sconcertato, fece un giro di perlustrazione rapido della stanza, e notando un Intercom lo attivò:

<ehy Shane mi senti?>

La risposta arrivo dopo qualche secondo con una voce distorta dall' Intercom: <si dimmi Renè hai qualche problema?>

<ma sei sicuro che possa prendere ogni cosa?>disse Renè eccitato.

<mon amì, certamente basta che tu riesca a portarla, e naturalmente non dimenticare le munizioni e il Dismembratore Neurale.>

<passo e chiudo allora Shane, a dopo>

Renè aprì la borsa e la svuotò di tutte le cose inutili.
All'interno dello zaino fece entrare tutte le munizioni che poteva e nella tasca secondaria infilò l'arma prototipo che Shane gli aveva raccomandato di prendere, inoltre prese una specie di giubbotto antiproiettile e degli occhiali con una specie di "indivuatore di vita" : lesse sui documenti li di fianco che era stato messo un chip in modo da far funzionare gli occhiali come facevano i rispettivi Pip-Boy in America con il sistema di puntamento detto S.P.A.V.
Inoltre trovò una lastra di una lega metallica che non aveva mai visto prima, era leggera eppure sembrava molto resistente e dopo che Renè cerco in tutti i modi di piegarla o scalfirla mentre aspettava Shane all'ascensore gli sparò addosso per vedere cosa sarebbe successo e notò che il proiettile gli cozzava contro accartocciandosi e senza rimbalzare via non lasciava segni sulla lamina , che rimase intatta al colpo subito. Intanto Shane che stava tornando da camera sua sentì il boato e si precipitò da Renè:

<che diavolo è successo Renè?> disse Shane preoccupato.

<tranquillo Shane, ho fatto un' esperimento, ho preso il necessario e ora possiamo andarcene>disse Renè entusiasta.

< Andiamo via allora Renè, missione compiuta >

< Dove hai preso quella roba > chiese Renè incuriosito e allo stesso tempo entusiasmato

< Te lo spiego dopo, abbiamo ancora un lungo viaggio >
 
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view post Posted on 30/8/2011, 10:15     +1   -1
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Snowstorm

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Jerome

Parigi, quartiere sud, 7 marzo 2277

Strinse con tutta la forza quel foglio ingiallito quasi a stracciarlo per poi sospirare profondamente, molto profondamente , quasi come se fosse il suo ultimo respiro prima di abbandonare il mondo dei vivi.
Guardò dritto negli occhi di Maya, o almeno tentò visto che la ragazza indossava una maschera che negava la visione del suo viso. Ora capiva per quale motivo l'aveva attaccato improvvisamente, cercando in ogni modo di ucciderlo.. lo capiva, ma non riusciva ad accettare che lei incolpasse lui e la Resistancè per quel delitto così crudele.
<noi non potremmo aver ordinato la morte dei tuoi genitori , Maya> disse con un filo di voce
la ragazza ancora singhiozzante per il pianto sommesso che l'aveva colta pochi secondi prima, all'udire quella risposta riprese la parola:
<e perchè non li avreste uccisi voi? lì c'è il vostro marchio, la vostra firma!> urlò ancora infuriata
< perchè , mi chiedi? perchè la maggior parte degli uomini della Resistancè, me compreso, non ha mai avuto dei genitori, ecco perchè> rispose lui abbassando lievemente lo sguardo
<ma ..cosa..io> balbettò la giovane abbandonandosi a una piccola caduta a terra sulle ginocchia < Non è possibile...>
<noi della Resistancè, i soldati della Resistancè, siamo orfani, fin da pochi giorni dopo la nascita, non avendo mai avuto dei genitori, un padre con cui giocare, una madre da amare, mi spieghi con quale coraggio avremmo potuto ordinare l'uccisione dei tuoi genitori? come avremmo potuto fare tutto ciò pur sapendo quanto siano importanti le figure paterne nella vita di una giovane ragazza come te?> gli occhi dii Jerome si inumidirono lievemente mentre pronunciava quelle parole
Maya , ancora con le ginocchia a terra non riusciva a pronunciare alcuna parola, si sentiva bloccata, non riusciva nè a muoversi nè tanto meno a parlare.
<questo foglio non è altro che un insulto a tutto ciò che abbiamo fatto negli ultimi 20 anni, molti dei miei compagni sono morti, sacrificando le proprie vite per salvare quelle di altri innocenti e ora le loro memorie sono infangate da un'accusa di omicidio, non ci potrebbe essere disonore maggiore> poggiò il fucile a terra girandosi di spalle con le braccia allungate verso destra e sinistra
<sei libera di uccidermi se ciò ti concederà finalmente la pace interiore, ma ti avviso, la mia morte non ti farà riavere indietro i tuoi genitori...> concluse abbassando ancora di più il capo.
Quelle parole furono il colpo di grazia per la situazione emotiva instabile di Maya, mentre uno scontro emotivo la stava logorando dall'interno. Una parte di lei voleva perdonare quell'uomo e tutta la resistancè, un'altra parte voleva credere alle parole che aveva pronunciato Jerome mentre la parte più profonda e ribelle la incitava avidamente ad ucciderlo con un colpo alle spalle, affermando che si era arreso di propria volontà aspettando la falce della cupa mietitrice.
Si rialzò imbracciando la lama , avvicinandosi sempre di più a Jerome che attendeva inerme, era sempre stata abituata a combattere e sentirsi chiedere pietà ma mai..mai si era ritrovata nella situazione di dover decidere le sorti di una persona che si tenevano in un falso equilibrio tra la luce della vita e le tenebre della morte.
Si avvicinò ancora di più , ritrovandosi a pochi centimetri dal soldato alzando il braccio che impugnava la lama, pronta a infliggergli il colpo di grazia, pronta a vendicare i suoi genitori.
Si bloccò di colpo, mentre la lama scivolava dalle mani cadendo a terra con un tonfo sordo
<non ce la faccio> disse singhiozzando < non ce la faccio!>
<molti mi hanno mentito spudoratamente spacciando le menzogne più infide per verità ma tu no, tu hai detta la verità pura e semplice, qualcosa che si vede raramente in questo mondo così crudele...e pur avendo detto la verità avresti sacrificato la tua stessa vita pur di placare quell'istinto di vendetta che mi stava distruggendo pian piano per farmi ritornare a provare quel sentimento che invano cerchiamo per tutta la vita, la felicità> concluse avvicinando le sue labbra all'orecchio sinistro del soldato
<grazie...> gli sussurrò rialzandosi

Jerome si rialzò sorridendo, imbracciando nuovamente Black Hell, aveva rischiato di morire con un taglio netto della gola ma era riuscito a salvare la purezza di quella ragazza dalle brame delle vendetta, poichè se devi attuare una vendetta contro qualcuno, devi sempre scavare due tombe e non c'è bisogno di spiegare per chi esse siano. Se non fosse stato per la sua eloquenza e per le sue doti di combattimento sarebbe morto in pochi secondi viste le abilità della ragazza. Non si era mai ritrovato in una situazione del genere e mai avrebbe desiderato di ritornarci, si volse verso la giovine:
< Mi dispiace per i tuoi genitori...so cosa hai provato, ma ti prometto che se resterai nella resistancè avrai una nuova famiglia...noi> disse sorridendo lievemente ma mentre si preparava a proseguire udì un leggero suono e prendendo la ragazza per un braccio si nascose velocemente dietro un muro fatiscente.
Maya lo guardò perplesso
<c'è qualcuno qui, molto vicino > disse con voce sommessa alzando l'indice per poi portalo vicino alle labbra in segno di silenzio.
<chiunque tu sia, prova a sparare e sei un uomo morto> urlò
<non esserne kosì convinten!> rispose una voce poco più in là
quindi era un uomo e sapeva anche parlare
< Ah parli, bene... Che cosa sei un predatore o qualcosa del genere? I predatori me li cucino per cena!> continuò Jerome osservando che dall'accento si capiva che non era francese ne inglese
<nein sono un predatore, brutto pezzo di idioten! Ein predatore non ti colpirebbe in un mezzo agli occhi mentre spari stronzaten!> rispose nuovamente la voce maschile
<e allora cosa sei? un mercenario? una spia dell'AoR? se così fosse ritieniti già con un piede nella fossa figlio di puttana"!>
<mavvafanculen tu e la tua kazzen di AoR! Piuttosto, chi mi dicen che TU non sei uno di loro?>
la situazione cominciava a diventare calda e ciò lo innervosiva e non poco
<stammi a sentire! Se non sei un predatore e nemmeno uno dell'AoR, vieni fuori così che ti possa vedere in faccia!>
<fankulen! Vieni fuori tu!>
<perche non usciamo tutti quanti e la piantiamo di insultarci a vicenda!> urlò Maya innervosita da quel battibecco pieno di insulti. Jerom sospirò e respirando profondamente uscì da dietro il muro seguito dalla giovane <per me va benen!> urlò l'uomo che uscì anch'esso dal suo nascondiglio raggiungendoli a pochi metri di distanza, sembrava un soldato a tutti gli effetti ma era molto più vecchio di lui
< tu li hai incontrati vero? te lo leggo negli occhi...>
<ne ho ammazzati parecchien, e tu? Kuanti ne hai incontrati fino ad oren?>
< Nessuno, ma ne ho sentito parlare e so che stanno venendo proprio qui>
<te lo posso confermaren, stanno fenendo kui... Piuttosto, dimmi kome hai fatto a capire che li ho già visti...>
<il nemico del mio nemico è mio amico... te lo si legge nello sguardo, paura, odio , rancore...ben poche cose su questa terra causano tutti questi sentimenti in un sol colpo>
<non hai idea dell'inferno che ho passato a causa loro, proprio non ne hai idea...>
<presto avrò idea dell'inferno di cui parli, tutti ne avremo idea...comunque io sono Jerome, chiunque odia l'AoR è mio amico>
<lei ha famiglien, herr Jerome?>
<no...> rispose, era la seconda volta che parlava di quell'argomento poco caro alla sua memoria
<allora non potrà afere idea dell'inferno ke ho passaten. Ero a Berlino quando cadde. Hanno attaccato di notte, massacrando i miei compagnen, la mia patrien... la mia famiglien... Comunque io sono il Colonnello Wolf Von Stauffenberg. Unico sopravvissuten della sesta compagnien e chiunque intenda opporsi all'AoR, merita il mio rispetten>
< Allora porta rispetto a me colonnello e a tutta la Resistancè di Parigi perchè noi non abbandoneremo la nostra città>
<sono tuoi amiken quelli che mi hanno calorosamenten accolto ficino all'isola della cattedralen?>
<intendi i cecchini? si, ho saputo che ne sono morti 2, deduco che sei stato tu a ricambiare il favore>
<autodifesen, non mi piace ke mi si spari addosso senza motifen>
<normale procedura, qualsiasi cosa che non indossa la nostra fascia è un nemico, umano o mutante che sia>
<lasciami indofinaren, afete piazzato li la fostra base operativa e non volete ke fenga compromessa a costo di ammazzaren qualche innocente. Ci ho fvisto giusto?>
<più o meno è così, ma fino ad ora abbiamo solo salvato innocenti...comunque complimenti, devi essere abile con il fucile per esser riuscito ad uccidere 2 nostri tiratori scelti>
<kuando affronti l'AoR non puoi sparare a casaccien. Defi colpire i punti deboli prima che loro possano colpiren te, e se possibilen farlo da molto lontanen. Dopo che ci prendi la manen non è più kosì complicaten, anche se il punto in questione è una fessuren di pochi centimetri tra l'elmo e la corazzaen...ma basta parlare di guerren. Piuttosto non mi avete ankora presentaten la fostra adorabile accompagnatricen>
< Attento a come parli nei suoi confronti, posso confermarti che sa essere letale quando vuole > disse massaggiandosi il collo < comunque si chiama Maya>
<e' un piacere fare la fostra conoscenzen Maya. Ho fisto cosa ti stava per faren Jerome, e la cosa mi ha lasciato parecchio stupiten. Immagino che comunque voi due stavate per fare qualcosen prima di kuesta allegra conversazionen. Se non vi dispiace mi unisco a foi, viaggio solo da sei mesen è gli unici pariginen che ho incontrato hanno tentato di ammazzarmi.
Sarà difertente afere un poken di compagnia, e magari potrei anke rendermi utilen in qualcosen...>
<sarai il benvenuto Colonnello, ti spiegherò la situazione mentre ci dirigiamo verso il nostro obiettivo, dobbiamo recuperare delle munizioni e la nostra destinazione è il Crystal Palace a pochi isolati da qui> disse Jerome stringendo la mano all'uomo, Maya annuì gravemente con un accenno di saluto, ancora scossa da quello che era successo pochi minuti prima.
Così i tre si incamminarono, verso il Crystal palace, ognuno con la propria storia, il proprio passato, e il proprio futuro che si affacciava minaccioso all'orizzonte, lo scontro tra Jerome e Maya non era che l'inizio di una serie di eventi ben più grande.

Edited by °Forfeus° - 31/8/2011, 15:39
 
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view post Posted on 30/8/2011, 11:40     +1   -1

Guardiano dell'ossario

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Crypto



<identificazione IN CORSO: MOTORE A REAZIONE NUCLEARE TIPICO DELLA TERRA. POSSIBILITÀ DI SUCCESSO: 100% INIZIO RIPARAZIONE MOTORE INTERSTELLARE 2.>

<molto bene, quanto ci vorrà?>

<calcolo IN CORSO TEMPO RESIDUO: LE RIPARAZIONI SARANNO COMPLETATE ALLE ORE 21:00>

<bene, ci vorrano 2 ore. Che ne dici di mangiare qualcosa, mike?>

<non ho fame>

Crypto tirò fuori un sacco pieno di ravioli in scatola.

<osserva questi cibi prebellici: non ti fanno venire fame? Hanno 200 anni, ma le nostre tecnologie li fanno tenere in perfetto stato. Tieni, prendi una scatola e questa forchetta, e mangiane un po', ti farà bene>

Mike aprì controvoglia la scatola e cominciò a mangiare, prima restio, ma poi con gusto. Crypto ingurgitò tutto il contenuto in un solo boccone.

Passò così la prima ora, non ci furono problemi, nessun incursione nemica, nessun morto soprattutto. Mike si era quasi addormentato, ed ormai il sole era calato.

<chissà cosa fanno gli altri, non ci pensi mai?>

<non mi interessa. Fatti loro.>

Crypto rimaneva sempre più stupito dalla totale diffidenza del compagno. Non parlarono più e Crypto cominciò a riflettere su di un paio di questioni lasciate in sospeso da lui stesso.

“Sono l'ultimo grigio vivente nell'intero universo!” quel pensiero gli fece percorrere la schiena da un brivido.

“mio Dio una volta che sarò morto anche io...il glorioso impero grigio sarà terminato per sempre...dovrò trovare un modo per clonarmi...forse l'astronave madre è ancora in parte intatta..mi sembra che si schiantò nella zona a nord degli stati uniti...mah, forse un giorno..”

I suoi pensieri vennero interrotti da Mike.

<hey tu, E.T, il robottino sta lampeggiando, che vuole?>

Crypto si alzò in fretta dal terreno ed andò a posizionare il palmo della sua mano sul dorso del robot, che cominciò a parlare di nuovo.

<riparazioni COMPLETATE, CARICARE IL SISTEMA OPERATIVO ORIGINALE RINTRACCIABILE NEL T.O.S. QUESTA UNITÀ ENTRERÀ IN STANDBY TRA 3,2,1,>
il robot si richiuse su se stesso diventando una specie di zainetto.

<bene Mike, vado a sistemare un paio di cosette e a caricare il sistema operativo, sarò qui tra un attimo.>

<meno male che torni subito> Disse con aria annoiata Mike, che era ancora seduto nello stesso punto da più di un ora.

Crypto si posizionò sotto il disco volante, un raggio blù scese dall'abitacolo e venne risucchiato all'interno di esso.

Crypto si guardò intorno e notò che i comandi erano tutti perfettamente funzionanti. Prese i T.O.S
(tablet-of-soldiers) e cominciò a caricare il sistema operativo iriginale.

<benvenuto A BORDO CRYPTOSPORIDIUM 658. CARICO DEL SISTEMA OPERATIVO ORIGINALE IN CORSO. 0 %, 1 %, 4 %, [...]>

Crypto scese dall'abitacolo e si avvicinò a Mike.

<tra 20 minuti saremo in volo.>

Il volto di Mike si fece leggermente più felice.

Ad un certo punto dalle tenebre fuori dalle rovine dell'edificio, arrivò una voce poco sobria.

<hey tu, man de dieu, ti chiamano così perchè ti piace fare seghe agli sconosciuti? Hahahahah>

Il rumore di un inalatore di jet eccheggiò.

<hey, forza, non ti ricordi di me? Ero quello della macchina! Faccio parte di una banda non proprio piccola...e ti ho portato compagnia...ma fatti vedere avanti! Ti vergogni? La man de dieu si vergogna! Hahaah>

Altre grida arrivarono da fuori l'edificio.

Mike disse preoccupato

<sono dei predoni a cui ho fatto la pelle, ma ora siamo circondati...a che punto è il sistema operativo?>

<20%, ci vorrà almeno un quarto d'ora>

Merda, stanno arrivando: prendi tutto ciò che hai e preparati, saranno almeno 20.

Si posizionarono entrambi rannichiati sotto l'ultimo pezzo di muro che un tempo copriva il lato Est, e quello che copriva il lato Nord.

<crypto, così abbiamo l'astronave sotto controllo, potrebbero essere armati di lanciarazzi quindi prepariamoci...>

<hey!!! ci sei???? ci se....ma che cazzo...no, no! Fate sparire queste cose! No! No! Non voglio vederle! Non voglio! No! No!noooooooooooo!> Un colpo partì dalle tenebre, e il tonfo di un corpo
ruppe il silenzio. Mike si girò e notò Crypto concentrato .

<sei stato tu vero?>

<e chi se no?>

Mike rise sotto i baffi, come era solito fare.

<che è successo a Pablo? Che diamine...si è sparato. Ma perchè urlava di non voler vedere queste cos....AAAARGHHHHHH! LA MIA TESTA! FA MALE! FA MALE! AIUTO! AIUTATEMI! AIUTATEMI!>

Un enorme splath segui quelle urla.

<basta, voglio vederci chiaro! Gettate i bengala!>

Dei bengala furono gettati vicino le mura cadute, e la loro luce rivelò la scena:

una dozzina di predoni sostava di fronte a loro. Tutti armati di fucile d'assalto, uno di lanciarazzi, ma Crypto l'aveva soppresso.
Gli uomini videro attraverso i muri rotti l'astronave. Allora Crypto si alzò, mentre quelli erano in preda allo stupore.

<patetici umani.> La bocca trasformata in un ghigno satanico, gli occhi neri riflettevano la luce dei bengala, ed uno dei predoni tentò tremante di imbracciare il fucile. La sua mano venne stritolata da una forza invisibile.

Crypto allora si alzò, lentamente, era sicuro che non avrebbero sparato dato che leggeva nelle loro menti nient'altro che panico.
A passi lenti, percorse un metro. Quelli erano rimasti pietrificati. Allora Crypto disse, con tono calmo:

<bhu!>

E 15 colpì, precisi come non mai, partirono da dietro di lui, colpendo ciascuno la testa di un predone, in una raffica di circa 4 secondi aveva sterminato 13 persone. Era degno del suo nome.

Crypro si passò una mano sulla bocca, come per pulirsi, poi un avviso arrivò dalla navetta.

<caricamento COMPLETATO>

I due si avviarono verso il disco volante.

<complimenti Mike. Ora, tu siedi sul sedile di fianco al mio, comanderai così il laser gatling posteriore. Per salire, fatti risucchiare dal raggio, non ti farà alcun male. Mike salì prima di Crypto e si posizionò dove gli fù indicato.



Crypto allora urlò con fare sbeffardo:

<ah si? Ti consiglio di chiudere gli occhi.>

salì anche lui, e in un attimo il cavalletto d'appoggio si ritirò, e l'UFO cominciò ad alzarsi, piano piano, producendo un suono vibrante che lo fece saltare subito all'occhio dei predoni.

<buon Dio...ma quello è>

non fece in tempo a finire la frase che Crypto sganciò una bomba a calore che investì l'area sotto di loro, riducendo in cenere i malcapitati, e sollevando un enorme polverone a seguito del grandissimo bagliore che si notò da ogni parte di parigi.

<crypto, questo è decisamente notevole>

<tecnologia Grigia, caro il mio man de dieu!>

Smanettò con il pod di controllo e attivò il puntamento laser per il raggio della morte.

<senti mike, tu per caso conosci l'ubicazione del covo di quei farabutti?>

<si certo, non molto lontano da qui.>

<abbiamo ancora tutta la notte...che ne dici di andargli a fare una visita? Jerome ne sarà molto felice.>

<dopo di lei, E.T.>

Crypto rise, poi chiamò via radio jerome:

<jerome, qui è Crypto: ho recuperato l'UFO, ora funziona. Avverti Notre Dame del mio arrivo tra circa 3-4 ore. Grazie, chiudo.>

L'ufo cominciò a solcare i cieli di parigi, un uomo, sulle rive della senna, scattò una foto e disse:

<con questa ci faccio non pochi soldi!>
 
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EdLan
view post Posted on 30/8/2011, 15:23     +1   -1




Luke

<wow!> fu l' unica cosa che potè dire Luke, dopo aver visto il suo compagno Frank uccidere silenziosamente un supermutante, fregare il suo laser gatling e fare una strage di supermutanti nel centro commerciale.
<bene, ora che abbiamo eliminato i supermutanti, direi di iniziare a perlustrare la zona> disse Luke. I due iniziarono a controllare gli scaffali, ma senza trovare del cibo.
<ma che cazzo è successo! Qui non c'è niente!> esclamò Frank arrabbiato.
<cerca di calmarti, cercheremo da qualche parte. Intanto raccogliamo le armi dei supermutanti, ci ricaveremo molti tappi> raccolsero quindi i fucili e andarono verso un altro supermercato là vicino. Camminavano fianco a fianco, armi spianate, pronti a sparare a qualunque cosa si muovesse. Arrivati, sentirono delle voci. Luke fece gesto a Frank di aspettare, poi disse a bassa voce: <guarda, sono cinque. Meglio freddarli dalla distanza. Pronto?> <prontissimo> rispose Frank.
Presero entrambi i loro fucili di precisione e in pochi secondi uccisero i cinque predatori senza fare casino. Arrivati al supermercato, iniziarono a riempire il sacco di cibo. Quando fu pieno, controllarono gli alloggi dei predatori e l’ infermeria: come da previsione, fecero una bella scorta di medicinali e droghe. Stavano uscendo, quando trovarono una cassaforte: decisero quindi di scassinarla. Dentro trovarono dei tappi, altre droghe, qualche caricatore e un binocolo con visione notturna, che funzinava sia a infrarossi che a rilevazione di calore.
<fantastico! Questo mi farà comodo> disse Luke. <benissimo, abbiamo una sacca piena di cibo da dare alla Resistancè, ma anche un bel tesoretto per noi: una scorta di medicinali e droghe, una dozzina di fucili, una Gatling per me e un binocolo notturno per te. Direi che possiamo andare> disse Frank. Erano circa le sei del pomeriggio quando i due si avviarono verso il QG, dividendosi le medicine e le droghe trovate.
 
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Esperto in sopravvivenza

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Shane

Ascensore del Centro Ricerca armi e prototipi, ore 10:30 del 7 marzo 2277

Con la missione ormai completata i due ragazzi si accingevano a ritornare al QG generale della Resistancè, ora si trovavano all’interno dell’ascensore che avevano usato in precedenza, Shane smaterializzò il suo nuovo mezzo, si appoggiò a uno dei muri dell’ascensore e cominciò a raccontare gli avvenimenti precedenti al loro ritrovo davanti all’elevatore:

< Tutto è comiciato quando sono entrato nella stanza di mio padre, al suo interno …. >

Shane salì in tutta fretta le scale che portavano verso la sua vera casa, i sotterranei era un luogo a lui vietato, suo padre e sua madre lavoravano sempre lì, alternando il lavoro ai sotterranei con quelli dell’ufficio adiacente alla sua stanza. Prima di entrare nella sua camera, l’ultima del corridoio a destra, optò per frugare nell’ufficio di sua padre alla ricerca di dettagli riguardo le armi in costruzione nel centro. Aprì così la porta dell’ufficio, la stanza era ben arredata, la libreria era ricolma di libri e dalla finestra si potevano vedere le rive del Senna in lontananza mentre il sole scintillava tra le nuvole radioattive che ricoprivano il cielo, al centro della stanza una comoda poltrona si trovava dietro alla scrivania del padre, il computer su di essa era ancora funzionante così come la stampante lì vicina.

Scaricò tutti i dati possibili che archiviò all'interno del suo zaino e, quando vide sul Pc la scritta “Liberazione di Tyson” non fece altro che premere il tasto invio, la scrivania cominciò ad emettere del fumo mentre spariva sostituita da una grande teca contenente un’armatura:

< ARMATURA TYSON Z0, CARICAMENTO IN CORSO: l’armatura Tyson K0 è l’ideale per chi utilizza armi da mischia, grazie alla sua elasticità nessun movimento sarà limitato, adattabile a qualsiasi tipo di muscolatura, l’armatura Tyson K0 supporta una Solid Material Memory attraverso un particolare tecnologia l’armatura crea un inventario dimensionale rendendo possibile immagazzinare qualsiasi oggetto, attraverso i pensieri del portatore.
L’armatura supporta uno spazio per il collegamento del vostro Sistema Navitron rendendovi una macchina da guerra inarrestabile …… ATTENZIONE, CARICAMENTO COMPLETATO, APERTURA DELLA TECA TRA 5, 4, 3 …. >

La teca si aprì mostrando l’armatura in tutto il suo splendore: la base era composta da una tuta elastica nera, composta da un materiale resistente come il titanio ma elastica come la gomma, sopra di essa delle lastre in carbonio ultraleggere ricoprivano le parti del corpo più delicate come tronco, gambe e braccia, le parti libere da tali lastre sono circondate da delle strisce di luce rosso, il colore cambia in base alla forza vitale del possessore, passando dal rosso fino ad arrivare man mano al nero con la morte dell'indossatore.
Shane indossò l’armatura e quando agganciò il sistema Navitron alla cintura era pronto per raggiungere la sua vecchia camera.
Uscì così dall’ufficio per raggiungere l’ultima stanza del corridoio, quando l’aprì notò qualcosa di strano. Davanti a lui c’era una teca comparsa probabilmente dopo aver lasciato casa sua, al suo interno si trovava una piccola tavola grigia con due piccole circonferenze sulle quali poggiare i piedi e due alette poste ai fianchi, ben levigata e di un materiale simile alla plastica ma molto più resistente, la tavola, contornata da una lunga striscia di luci al neon blu, rimaneva sospesa all’interno della teca, quando Shane si avvicinò essa si aprì seguita da un messaggio registrato:

< Sapevo che saresti ritornato Shane, all’interno di questa teca si trova un’hoverboard, me lo aveva regalato mio padre e io lo regalo a te, ho aggiunto un sistema di lanciamissili a testate nucleari ad azione vocale, una volta individuato, l’obbiettivo non ha più scampo, spero che ti sia d’aiuto, il tuo papà >

Il volto di Shane era grondante di lacrime mentre recuperava l’ultimo ricordo di suo padre.

< Grazie papà …. >

Shane si tolse gli occhiali per poi asciugarsi gli occhi umidi, poi prese l’hoverboard che a contatto con la sua nuova armatura si dissolse sparendo nel nulla:

< L’hoverboard è stato registrato nella Solid Material Memory della Tuta Tyson K0, per recuperalo basta puntare la mano aperta verso terra e dire “Hoverboard” che tale strumento si materializzerà a terra > disse il sistema Navitron risolvendo ogni dubbio di Shane.
Poco prima aveva versato qualche lacrima per il ricordo del suo padre ma ora, scoprendo ciò che i sui genitori erano riusciti a creare Il ragazzo disse: < Hoverboard > che magicamente si materializzò a terra.
Shane ci salì sopra, la tavola si alzò a terra e i propulsori si attivarono, con grande velocità sfrecciò fuori dalla sua stanza discese le scale per poter raggiungere Renè all’ascensore.

< Questo e tutti, credo di non essermi dimenticato nulla, andiamo > disse Shane

Renè rimase stupito dalla storia del ragazzo, mentre uscivano dall’ascensore e aprivano la porta della baracca qualcosa colpì Shane alla spalla, che si inginocchiò dolorante a causa del colpo subito, nella stanza bianca entrò un gruppo di 4 persone, non erano predatori ma nemmeno l’Aor, chiunque fossero il pericolo era elevato, Shane dolorante con la spalla che perdeva sangue si rialzò da terra, materializzò sul braccio destro shocking pronto per combattere:

< Renè, un riscaldamento prima di tornare al QG ?? >

Sotto il fuoco di copertura del ragazzo Shane partì all’attacco, colpì in pieno volto quello davanti alla porta sfondandola, quando si trovò fuori la sua espressione cambiò radicalmente, era circondato da una decina di uomini tutti armati con i loro fucili d'assalto puntati sul ragazzo “Cazzo !! Siamo nei guai !!!”

< Probabilità di vittoria del 10%, probabilità di fuga dello 0,01 %, >

< Grazie mille sistema Navitron peggio di così non può andare >
 
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Mercenario di Reilly

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Wolf Von Stauffenberg

Parigi, Rovine di Parigi, 7 Marzo 2277

Il fatto di essere appena uscito da una situazione potenzialmente mortale non lo aveva turbato, quello che lo turbava era la compagnia di quei due.
Nel momento un cui pronunciò la sua ultima frase provava delle sensazioni contrastanti, il suo istinto gli diceva di fidarsi e di andare con loro ma il suo cervello gli aveva suggerito di mandarli a cagare e andare per la sua strada.
Non sapeva bene cosa lo aveva portato a scegliere di dare retta all'istinto, ma ora il suo cervello stava sfornando brutti pensieri conditi con delle saporite imprecazioni. Per un qualche motivo sapeva con certezza matematica che prima del tramonto si sarebbe cacciato in un guaio grosso come una casa...
Era felice di avere un po di compagnia, ed era ancora più felice del fatto di aver trovato un soldato addestrato e non uno stronzetto di riservista, ma la ragazza...
Si era levata la maschera e ora poteva vederla in faccia con chiarezza.
Ogni volta che incrociava lo sguardo con lei gli veniva una strana inquietudine, la prima cosa che notò furono i suoi occhi vitrei, non completamente umani, e il vecchio colonnello capì al volo che doveva trattarsi di una mutazione di qualche tipo. Dopo un paio di sguardi riusci ad abituarsi a quella vista e il fatto di essere in compagnia di una mutante non lo infastidì più, ma continuava ad avere un brutto, bruttissimo presentimento.
Era passata più di un ora dall'incontro e nessuno aveva spiccicato parola, erano tutti e tre attenti ad eventuali pericoli lungo la strada e notò con grandissimo piacere che erano molto abili anche in questo dato che controllavano le strade e i vicoli laterali abbattendo i nemici con maestria.
Si vedeva bene però che non erano abituati a giocare di squadra, dato che spesso sparavano assieme allo stesso nemico o controllavano la medesima strada e Wolf capì che i due dovevano essersi conosciuti da poco.
Il vecchio prussiano però non ce la faceva più a stare zitto e senza distogliere lo sguardo dalla strada provò ad attaccare bottone...

<afete detto che ci stiamo dirgendo al Crystal Palace, non mi sembra il posto più indicaten per cercare delle munizionen...>

Jerome rispose senza voltarsi

<si vede che non siete mai stato in Francia, colonnello... Prima della guerra Crystal Palace era il luogo più indicato per trovare qualsiasi cosa. Ospitava ristoranti, negozi e perfino delle armerie...>

Il colonnello sospettava una cosa del genere ma l'idea di andare a cacciarsi in quel posto proprio non gli andava giù, e provò ad estorcere qualche informazione di più all'uomo della resistancè.

<molto probabilmente quelle armerie sono già state saccheggiaten da anni e voi lo dovreste saperen molto bene. C'è qualcosen che mi state nascondenden?>

Jerome pareva divertito da quella domanda e rispose in maniera molto allegra.

<siete molto perspicace, colonnello! In effetti è vero, le armerie sono state saccheggiate da almeno una trentina d'anni, ma quello che pochi sanno è che Crystal Palace un tempo ospitava anche un quartier generale segreto della Gendarmerie Nationale. Il posto era stato mimetizzato per apparire come un grosso Bar, ma nascondeva anche un arsenale parecchio potente...>

Bingo! Aveva trovato armi ed alcolici, e tutto nello stesso posto! Quel pensiero bastò per rallegrargli la giornata. Ma ancora qualcosa gli sfuggiva, per quale ragione la Resistancè non aveva mai pensato di saccheggiare il posto?
E per quale ragione quella sensazione di pericolo aumentava ad ogni domanda invece di diminuire?
Si sentiva sempre più minacciato ad ogni passo, ma di tornare indietro non se ne parlava neanche.

“E va benen! Adrò fino in fonden a kuesta faccenda del palazzo di vetren e affronterò le conseguenzen... Ora vediamo di cambiare discorsen se no crepo d'ansia...”

<come vi siete conosciuti foi due?>

<come?> rispose Maya.

<come vi siete incontraten? Insomma quando vi siete fisti per la prima volten?>

<non sono affari tuoi!> Rispose irritata la ragazza.

“Nein si fida di me... Meglio non tirare troppo la corden, se kuesta si incazza posso trovarmi in qualche vicolo ridotto a pezzettinen molto piccoli...”

<va bene, mi faccien gli affari miei...>

Jerome trattenne una risata e fece cenno di guardare avanti.
Il piccolo gruppo si nascose in mezzo alle macerie che ostruivano la strada e guardarono avanti verso Crystal Palace, che si poteva scorgere in fondo alla via.
Alcuni predatori si erano fermati all'ingresso del palazzo e stavano discutendo animatamente tra di loro. Erano cinque, tre di loro entrarono nel palazzo quasi subito e gli altri due rimasero a confabulare davanti all'ingresso. Il colonnello valutò che dovevano trovarsi ad almeno 800 metri di distanza e mentalmente iniziò a fare le stime necessarie per colpirli in mezzo agli occhi.

<non ci hanno ancora visto, ma dovremo avvicinarci di più per poterli eliminare...> disse Jerome.

<ma se ci avviciniamo quelli chiamano gli altri e addio sorpresa...> replicò Maya.

<non è necessario avvicinarci!> esclamò il colonnello.

I suoi due compagni di viaggio lo guardarono con un espressione a metà tra lo stupito e l'interrogativo.

<signori, i cecchini ke fanno?> Incalzo il vecchio soldato.

<i cecchini... Sparano...> Rispose Jerome con tono perplesso.

<aspetta! Non avrai mica intenzione di... Ma è impossibile!> Esclamò l'uomo della resistenza dopo aver compreso le intenzioni del colonnello teutonico.

<non vorrà mica sparargli da qui?> chiese Maya a Jerome.

<maledizione... Mai nessuno ke ci crede quando glielo diken...> Disse il colonnello con fare sconsolato.

<ma è un tiro di difficoltà abnorme! Due bersagli a meno di un kilometro, senza ottica e per di più in movimento! Scusami per la diffidenza ma le probabilità sono contro di te...> insistè Jerome.

<mi ritengo offesen... Non ho certo guadagnato questa medaglien sparando ai polli> disse, indicando la croce di ferro che portava al collo.

Un altro battibecco a meno di un ora di distanza dall'ultimo. Maya si stava visibilmente alterando e ad un certo punto disse:
<se gli va di fare lo spaccone per me va bene...>

<vi dimostrerò che la mia nein è solo una spacconerien!> Esclamo il colonnello, mentre Jerome imprecava sottovoce.

Il vecchio prussiano si mise accovacciato, con la canna del Mauser che superava il blocco di cemento dietro cui si erano nascosti e prese la mira, calibrando l'alzo e correggendo per controbilanciare il vento, a causa della distanza dovette anche prendere in considerazione la forza di Coriolis, ma la cosa non gli diede problemi. La matematica non era mai stata il suo forte, anzi era piuttosto scarso, ma quei calcoli li aveva imparati a memoria e sapeva eseguirli con una precisione e una velocità estreme.
Esplose un colpo, che centrò in pieno volto il predatore più vicino all'ingresso, azionò l'otturatore e mise un altro colpo in canna in meno di un secondo. Spostò le tacche pochi millimetri più a sinistra e sparò una seconda volta. L'altro predatore venne colpito e sbalzato indietro dal forte impatto del proiettile.

Jerome era allibito
<wow, non era una spacconeria...> disse.

Maya si limitò a dire semplicemente < bravo... >

<andiamo?> Chiese il soldato della Resitancè.

<aspetta ein seconden...> rispose il colonnello, grazie al suo occhio allenato aveva scorto i movimenti degli altri predatori che dovevano essersi accorti del fatto che i loro compagni erano stati eliminati e, infatti, poco dopo uscirono fuori con le armi pronte.
Il colonnello scaricò il Mauser, freddando i nemici appena mettevano piede fuori dal palazzo.
Cinque colpi, cinque centri. La vera potenza di fuoco.

<i miei complimenti colonnello! Dove hai imparato a sparare così?> chiese Jerome.

<autodidatten... Come credi ke abbia fatto ad invecchiaren così tanto? Ho dofuto imparaen a badare a me stessen dal momento in cui misi piede fuori dal mio vault...>

<tu sei cresciuto in un Vault? E dove diavolo è il tuo Pip-Boy?>

<kuel catorcio ke mi hanno daten si è rotto durante l'addestramenten, e credo ke sia un bene. Il mio istinten funziona meglio di qualsiasi sistema radar o puntamento automatiken...>

<perchè non andiamo a prendere quelle munizioni invece di stare a discutere?> disse la ragazza sempre più irritata...

“Mi chiedo ke diafolo abbia fatto per stargli così antipatiken...”
Pensò il colonnello mente si alzava per seguire i suoi due compagni.

Arrivarono all'ingresso di Crystal Palace in meno di mezz'ora.
Si trattava di un edificio imponente, con circa 60 piani di vetro e acciaio.

<jerome, a ke piano si trofa il tuo depositen di armi?> chiese Wolf mentre osservava la struttura.

<al 43'... Perchè?> rispose il francese

<niente... Pensafo ai miei reumatismi...> replicò il prussiano.

Jerome si mise a ridere, mentre la ragazza fece solo una smorfia...

“Le battuten non la difertono... Allora kuesta è una sfiden!”

<andiamo?> Disse Jerome indicando l'ingresso.

Il gruppo si mosse e, raggiunte le scale, iniziò la “scalata” verso il 43' piano...

Ci misero la bellezza di un ora e mezza per arrivare alla loro destinazione e la schiena del povero colonnello gli stava lanciando tutte le maledizioni questo mondo.
Non appena messi gli occhi sulle bottiglie di grappa ogni preoccupazione cessò.
Ne infilò due nel tascapane, e ne stappò una terza per berne un lungo sorso.

“è un po infecchiato ma va ancora benonen...”

Offrì la bottiglia a Jerome, che accettò, bevve un sorso e la restituì al colonnello.

“Ma ke cazzo...”

Il “sorso” di Jerome aveva vuotato mezza bottiglia, e lasciò il colonnello di stucco.
Offrì la bottiglia anche alla ragazza che rifiutò in maniera molto aspra.
A Wolf dispiaceva abbandonare una mezza bottiglia e la vuotò del tutto, dopodichè lanciò il contenitore dalla finestra come era suo solito fare...

Fece man bassa dei frigoriferi e ci trovò parecchi viveri, riempì il tascapane e le borse con più roba possibile e i suoi compagni fecero lo stesso.
Ora rimanevano soltanto le Munizioni, ma non ce n'era neanche l'ombra.
Wolf espose il suo dubbio a Jerome che rispose con <aspetta e vedrai>.

Jerome si avvicinò al bancone del Bar e tirò le leve degli spillatoi della birra, seguendo un ordine preciso, come se stesse inserendo una combinazione.

Dopo alcuni secondo il muro dietro di lui si spostò, rivelando una camera blindata con degli scaffali pieni di armi e munizioni.
<questo era un deposito segreto della Gendarmerie, adesso lo usano gli esploratori della Resitancè per mettere al sicuro quello che trovano nelle rovine di Parigi. Vengo spesso qui per trasportare le loro scoperte al quartier generale...> Esordì Jerome.

<ma non potrebbero semplicemente portarle al QG?> Chiese Maya perplessa.

<no, facciamo così per depistare le spie dell'AoR, che sono dappertutto di questi tempi...> rispose Jerome.

Wolf non aveva dato peso alla conversazione e si era appropriato del banco da lavoro per fabbricare delle cartucce calibro 7,92.
Gli altri seguirono il suo esempio e iniziarono a raccogliere tutto quello che potevano.

Dopo due ore, Wolf aveva riempito tutti e tre i caricatori dell'MG e aveva messo insieme due nastri con 200 colpi l'uno. Oltre ad aver riempito la tasca delle munizioni di cartucce sfuse e clip da 5 colpi per il Mauser.

Gli altri avevano raccolto tutto quello che potevano e lo avevano infilato nello zaino.
Wolf fece lo stesso e in meno di mezz'ora erano pronti a partire.

Decisero che si sarebbero riposato un po prima di rimettersi in cammino e appoggiarono gli zaini a terra, producendo un forte rumore metallico.

Il colonnello non fece caso alle azioni dei suoi due compagni di viaggio, semplicemente si andò a sedere vicino ad una delle vetrate e si mise ad osservare l'orizzonte.

Dopo un paio di minuti qualcosa in basso attirò la sua attenzione e spostò lo sguardo.

<oh, PORCA PUTTANEN!!>

Edited by Colonnello Wolf - 31/8/2011, 18:32
 
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trulloboss
view post Posted on 31/8/2011, 22:36     +1   -1




Frank

7 Marzo 2277

Dopo una dura giornata Frank e Luke stavano tornando al QG quando ad un tratto:

<hei che è quella cosa nel cielo>disse Frank scrutando il cielo con attenzione
<cosa?>disse Luke guardando il cielo
<quello li che sembra un uccello>disse Frank
<un uccello cosi piccolo>disse sospettoso Luke
<ooooooo merda quella è una granata SCAPPA!>disse Frank a squarcia gola
La granata toccò terra esplodendo proprio vicino a Frank mentre Luke si era nascosto dietro un palazzo
<aaaa meda che male Luke aiuto aiuto>disse dolorante Frank
Luke non ebbe il tempo di uscire dal nascondiglio che dei predatori si avvicinarono a Frank
<ma che cazzo...ANDATEVENE ORA!>disse Frank
<hahahahahahahahahahahahahaha non credo che tu sia nella posizione di dire niente>disse il predatore.
Frank capi solo una altra frase detta da un predatore
<portatelo al magazzino....ORA!>
poi Frank venne colpito da un calcio di fucile e svenì
Luke segui i predatori fino alla loro base dicendo
<non ti lascio qui Frank>.
Frank si svegliò legato ad un letto
<ma che diavolo succede merde liberatemi>disse Frank
<hahaha torturatelo>disse il predatore
<che...cosa....no perché>disse spaventato Frank
<per il nostro divertimento naturalmente>disse il predatore
Poi Frank venne colpito ripetutamente hai testicoli.
<aaaaaaaa quelli potrebbero servire ancora>disse Frank
<dannazzione ora come vengo fuori da questa situazione?>disse Frank

Edited by trulloboss - 1/9/2011, 00:45
 
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view post Posted on 31/8/2011, 23:40     +1   -1
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웃어라. 온 세상이 너와 함께 웃을 것이다. 울어라. 너 혼자만 울게 될 것이다

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Mike

Stupito.Era quella la parola giusta per descrivere il suo stato d'animo.Stava viaggiando su un'astronave Aliena nei cieli di Parigi in compagnia di un piccolo omino grigio,non era decisamente una situazione normale,non che di solito ci fosse niente di normale,mille luci blu,gialle e verdi brillavano intorno a lui nell'astronave mentre Crypto schiacciava una moltitudine di tasti.
<va in quella direzione Crypto>disse indicando un punto sotto di loro
Crypto rapidamente mosse il disco in quella direzione
<ci saranno alcune guardie all'ingresso,disintegrale!Io mi occuperò dell'interno,appena avrò finito ti contatterò,niente bombe come prima però,se è come penso quel posto deve essere una miniera d'oro>
Crypto lo guardò convinto dal suo discorso e virò un'altra volta per finire davanti al locale dove l'aveva fatto dirigere.
Un covo di lestofanti dove i Boss mafiosi rimasti in zona gestivano i loro traffici,come pensava all'entrata c'erano due guardie armate con due grossi fucili d'assalto,Crypto premette un tasto e un raggio verde balenò nell'aria disintegrandoli tutti e due e lasciando solo un mucchietto di cenere.
<fammi scendere che ora tocca a me>
Crypto premette un'altro tasto e una luce blu lo trasportò a terra.
Mike si avvicinò alla grossa porta in legno e la sfondò con un calcio,mosse un piede all'interno del locale dove tutto si era fermato,in una grossa stanza illuminata al centro dalla fioca luce di una lampada,4 uomini in smoking stavano giocando a poker su un tavolo dove due spogliarelliste stavano facendo il loro spettacolo con un collare da schiavi addosso,tutti si voltarono verso di lui,lui con molta calma tirò fuori una sigaretta dal taschino e se la accese
<la main de Dieu...hai un bel coraggio a farti vedere qua,cos'è sei stanco di vivere?>
Mike posò l'accendino e sorrise,Il boss fece un cenno con la mano e due uomini armati con una mitragliatrice da 10 mm uscirono dagli angoli al buio della sala e puntarono Mike,con la solita velocità disarmante estraè la pistola e sparò due colpi che colpirono gli uomini dritti in faccia prima che avessero il tempo di sparare,i Boss trasalirono,due di loro si alzarono e infilarono la mano nella giacca per prendere l'arma ma Mike gli sparò dritto in petto senza tanti complimenti,le ragazze intanto si coricarono atterra impaurite,gli ultimi due boss erano sbiancati
<aspetta ti prego risparmiaci>
I due boss si buttarono ai piedi di Mike baciandogli le scarpe,Mike lasciò cadere la sigaretta sulle loro teste pelate e poi gli diede un calcio
<il sangue mi macchia le scarpe e quello di feccia viene ancora più difficilmente>
E sparò un colpò in testa a uno dei due che stramazzò a terra,l'ultimo era il volto della disperazione,i suoi occhi erano pieni di lacrime,il volto era una maschera di dolore,di colui che ha la morte davanti e non ogni modo cerca di sfuggirvi,Mike gli puntò la pistola alla testa
<no ti prego pietà!!>l'uomo urlò in preda al panico
<pietà?No mi dispiace ma tu non ne meriti>
Bang.
Un colpo dritto in testa.
Mike sentì dei passi alle sue spalle,era Crypto che si stava avvicinando.
<che ci fai qua?>
<niente mi annoiavo e dopo aver parcheggiato il disco sono sceso per venirti a dare un mano...>
Si interruppe un'attimo<ma direi che non ne hai bisogno ahahah>
Mike si girò e si diresse verso le prostitute
<ehi voi alzatevi>
Le ragazze molto impaurite e titubanti si alzarono,una era mora di carnagione un pò scura,aveva i capelli un pò corti che le arrivavano alle spalle,mentre l'altra contrariamente era chiarissima,con i capelli lunghi e dorati e gli occhi azzurri come il ghiaccio.
Tutte e due portavano abiti succinti che mostravano i segni di alcune lesioni.
<crypto fammi un piacere credo che tu sia in grado di smontare i collari e se puoi dagli anche una rammendata>
Crypto annuì sorridendo e si avvicinò alle ragazze,intanto Mike si avvicinò ai corpi dei boss e frugando nelle tasche di uno trovò un paio di chiavi e guardandosi in giro vide una porta celata in parte dall'oscurità in fondo alla sala,si alzò e si diresse verso la porta.
Chiusa.
Provò con ogni chiave finchè l'ultima girò,ne aveva 3.
Si trovò in un piccolo studio,accese la luce da un interruttore che si trovava alla sua destra,la luce a intermittenza di una lampada mezza fulminata gli permetteva di vedere meglio,al centro della stanza c'era una scrivania,sulla destra degli schedari e sulla sinistra una cassaforte.
Subito si diresse verso gli schedari e guardò dentro,molti erano vuoti ma in uno trovò una busta contenente una lettera
"Le varie famiglie si preparano a combattere la Resistancè,qui ci sono le varie schede dei membri della suddetta associazione di cialtroni,dovranno essere vendute all'AoR per comprarci la loro clemenza.
Con riguardi.
Franco Clemenza"
Mike sfogliò i fascicoli stupito dalla quantità di informazioni in possesso dei mafiosi quando gli cadde l'occhio su un fascicolo,un nome era scritto in grassetto su quel plico
Vergil
Mike lo aprì incuriosito e lesse tutto d'un fiato

...

Mike rimase con la bocca aperta,mise il fascicolo in tasca e ripose gli altri nello zaino,si avvicinò alla scrivania ancora sbigottito da quello che aveva letto,guardò nel cassetto della scrivania senza trovare nulla,si diresse allora verso la cassaforte che aprì con una chiave trovando vari tappi e del denaro prebellico,ma ora rimaneva una chiave,a che serviva?
Si guardò intorno e vide un tappeto di fronte alla scrivania
"E se...?"
Alzò il tappeto e sotto vide che si trovava una botola,provò con l'ultima chiave che sbloccò la serratura,dopo averla aperta si accesero delle luci nello stanzone sottostante e Mike rimase ancora a bocca aperta,una stanza piena di munizioni,droghe,medicinali e armi si trovava al di sotto di lui,un vero e proprio deposito della mafia,alzò la testa e tornò da Crypto che aveva appena finito di medicare le ragazze,vide con piacere appoggiati al tavolino i collari
<forza ET vieni un'attimo di là e voi aspettate qua che torniamo subito...tranquille tra poco vi porteremo al sicuro>Le ragazze impaurite si sedettero mentre Crypto e Mike andavano nello scantinato.
Crypto rimase a bocca aperta davanti alla quantità di merce.
<ma prima mio caro Crypto credo dovresti vedere questo>
Mike gli porse il dossier,Crypto in circa un minuto lesse,la sua espressione non cambiò di molto ma si vedeva che era scosso,si scambiarono uno sguardo.
<beh ora cominciamo a trasportare questa roba sul disco,parleremo dopo di questo argomento>
Riprese il foglio e cominciò a raccogliere la prima pila di roba...
 
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view post Posted on 1/9/2011, 15:22     +1   -1

Guardiano dell'ossario

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Crypto



Stavano caricando le casse, l'equipaggiamento e tutto ciò che trovavano mentre Crypto rifletteva ancora su quel dossier, quando i suoi ragionamenti furono interrotti da Mike che lo chiamò, facendogli notare una stanza, con tanto di porta blindata, sulla quale era scritto
“Stare lontani”, e dalla quale usciva un puzzo incredibile di marcio e rarefatto. Crypto fece fondere la serratura con il fucile disintegratore, in seguito Mike con un calcio la sfondò. All'interno non si vedeva nulla, solo un lieve bagliore blu, non più grande della mano di Crypto, che pareva venire dal pavimento. Cercarono l'interruttore, ma non c'era corrente elettrica, allora lanciarono dentro un bengala trovato nell'armeria. Ciò che Crypto vide fù per lui scioccante:

senza tuta biomeccanica, completamente nudo ed in fin di vita, giaceva a terra l'ammiraglio Ortopox 19, Era immobile, ma il bagliore del cranio mostrava che era ancora vivo, anche se per poco.

Crypto si avvicinò, tentò di comunicare telepaticamente.

<s..s..sono troppo...troppo debo..debole>

<ammiraglio! Cosa..come c'è finito qui?>

<coff Coff....diciamo che non sei stato l'unico a fuggire dall'esplosione...>

<come ha fatto? Dov'è il disco volante? Come c'è finito qui?>

<e' una lunga..storia: quando fuggii..caddi proprio qui vicino, e mentre cercavo di raggiungerti...questi tizi mi hanno colpito alle spalle, derubato di tutto, anche della mia...tuta.>

<e il disco volante?>

<l'hanno venduto a degli...a degli uomini in bianco. Altro non so...ma posso dirti che non lo useranno per fare del ben...del bene.>

<ma non era neanche minimamente danneggiato? Come faranno ad utilizzarlo?>

<era inutilizzabile...ma forse hanno detto...di poterlo...rip..riparare coff coff...di sicuro cerceranno un robot di supporto....>

< ma l'unico ancora funzionante ce l'ho io...>

<riguardati dal farlo vedere in....in giro..coff coff....>

<ammiraglio...se c'è qualcosa che posso fare io..>

<forse una cosa puoi farla: nel tuo disco volante, sempre che sia ancora funzionante, dovrebbe esserci un...un unità...un unità holopox...>

<si mi pare che ci sia>

<posso trasferire la mia mente li dentro...ma devi sbrigarti....>

Crypto corse velocemente fuori dal sotterraneo, prese l'unità holopox e si avvicinò all'ammiraglio.

<inizio PROCESSO DI TRASFERIMENTO: 4%, 7%...>

<avanti ammiraglio, resista, resista!>

<non ce la faccio...>

Il bagliore della testa cominciò ad affievolirsi sempre di più.

<ammiraglio, resti sveglio! Ammiraglio!

<80%, 84%,...>

<ci siamo quasi! Avanti, resista!>

<addio Cryptosporidium 658..ricorda...gli uomini in bianco...hanno il distruttore quantico...non puoi..permettere..non puoi...loro distugg...distruggeranno....Crypto...distruggi...disco volante...>

<trasferimento FALLITO, ERRORE.>

Crypto rimase a fissare il corpo dell'ammiraglio mentre il bengala si spense. Rimasero li, nel buio.
Mike, indaffarato dal carico e scosso dal dossier, Crypto, che aveva visto morire l'ammiraglio ed era a conoscenza di una terribile verità...e ortopox 19, ormai morto anch'egli.

Crypto si alzò, ed in preda ad una rabbia che trasaliva dal profondo urlò:

<va BENE UOMINI IN BIANCO...ORA LA FACCENDA È UNA COSA PERSONALE! NON MORIRÒ FINCHÈ NON VEDRÒ L'ULTIMO BASTARDO DI VOI MORIRE SOTTO I COLPI DELLA RESISTENZA...ORA È GUERRA APERTA........AOR...>

Mike lo guardava. Impassibile.

<crypto, credo che ora possiamo ricominciare a caricare la roba sul disco volante, è quasi mattina.>

Fece un lungo sospiro,poi cominciò a caricare munizioni, abiti, ecc. sul disco volante.

<mike, il carico è al massimo.>

<bene, sono rimasti solo dei vestiti, li metteremo nella sacca che ci ha dato jerome e poi torneremo al QG>

Urlò dal bunker, mentre Crypto aspettava di fuori

Mentre Mike risaliva le scalette della botola, Crypto notò 2 persone avvicinarsi all'edificio e parlare.

<quel coso grigio obbrobbrioso non è ancora schiattato?>

<no! Ancora No! Hahahaahahahha>

Il volto di Crypto si fece cupo, la rabbia gli fece estrarre il fucile disintegratore e colpire i 2
 
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S1mone56
view post Posted on 2/9/2011, 02:15     +1   -1




Renè

Centro Ricerca armi e prototipi, 7 marzo 2277

Era esterrefatto, la punta del coltello del destino si indirizzò nella direzione di Renè e Shane , infatti Shane era uscito allo scoperto per colpire un nemico quando si trovò circondato da altre nove persone ostili che puntavano le loro armi contro il ragazzo.
"Tanto siamo morti e la mia vita me la son goduta" pensò Renè che con uno scatto prese Shane e lo riportò al sicuro nella stanza, intanto un colpo nemico era partito ma per fortuna dei due aveva colpito la sigaretta di Renè mandandola in mille pezzi e rendendola una nube di tabacco e braci per l'impatto.

< Che facciamo?!>disse Shane allarmato.

< Non ne ho la minima idea, a meno che tu non sia una "macchina da guerra", cosa che io non sono, non credo che abbiamo molte speranze.> disse Renè agitato e rassegnato nello stesso istante.

Intanto i due erano sotto il fuco nemico che si impattava contro quel muro che li divideva dalla loro fine. Un colpo poi sibilò tra le teste dei due ragazzi e colpi la porta dell'ascensore facendola "suonare" con un rumore metallico; che nella testa di Renè risuonò come il rumore delle campane in festa.

< Ma certo la lamina che ho preso giù nei laboratori!> disse Renè tutto eccitato

< E' vero hai ragione> disse Shane anche lui sollevato <no ma aspetta un momento ma come diavolo faremo dopo a ucciderli? In fondo siamo circondati, saremo carne da macello la fuori!> replicò di nuovo Shane.

< Fammici pensare...Hai qualche tipo di granata Shane?> disse Renè speranzoso.

< No, ma ho un idea , però dobbiamo essere svelti e scaltri, e non dobbiamo sbagliare mentre colpiremo!>disse Shane <allora è giunto il momento di testare il prototipo del Dismembratore Neurale, in fondo dovrebbe servire a far dire alle persone quello che ci serve!>

< Ma certo ho capito!!>disse Renè, che sfilò l'arma dallo zaino.

< Evita di farti sparare Renè però quando uscirai allo scoperto>si premurò Shane.

< Tranquillo ho intenzione di collaudare questo tipo di occhiali, che permottono di prendere la mira in maniera molto precisa e anche da posizioni sfavorevoli> disse Renè <almeno...questa era la descrizione sulla guida scritta dai tuoi genitori>

< Stai pronto allora!> si raccomandò Shane che in seguito si schiarì la voce < HEY!!!CHI DI VOI E' IL CAPO LI FUORI??> Urlò Shane.

Il capo predone un po' perplesso rispose < IO MOCCIOSO SONO IL CAPO, E QUALE SAREBBE IL PROBLEMA?>

Intanto Renè che si era sporto appena appena dall'angolo inferiore di una finestra aveva già puntato il capo dei predoni.

< E' il momento Renè, colpiscilo col Dismembratore Neurale> disse Shane sotto voce.

Renè premette il grilletto e il raggio trasparente uscito dall'arma, appena visibile a occhio nudo colpì l'uomo che aveva parlato. Dopo di ciò Renè fece un segno di conferma con la mano a Shane.

< VOLEVO CHE TU RITIRI I TUOI UOMINI E CI LASCI ANDARE!!> ordinò urlando Shane.

< VA BENE, uomini ritirata!> ordinò il predatore, intanto il resto della banda era in subbuglio, alcuni erano contrari agli ordini e mantennero le posizioni, ma non erano più all'erta come prima; gli altri invece avevano abbassato le armi e si girarono verso il loro capo.

< Ora!!!> disse Shane in mezzo a tutta quella confusione.

I due ragazzi uscirono dall'edificio protetti dalla lamina che gli copriva tutto il corpo, perchè erano abbassati, i predatori che stavano discutendo furono presi alla sprovvista e furono colpiti dall'imboscata, Renè finì un caricatore della sua pistola uccidendo due uomini, Shane con i suoi pugni potenziati ne abbattè il doppio,compreso anche il capo, ma ne rimanevano ancora quattro e ora avevano le armi puntate sui due ragazzi.

< Bene, bene, bene i due mocciosi vogliono fare i furbetti!> sibilò uno dei pochi superstiti <siete sotto tiro, mettete le mani in alto e gettate le armi!>

< Qualche idea Shane?> disse Renè che era a spalla a spalla con il suo compagno

< Forse.>rispose Shane sussurrando.
 
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EdLan
view post Posted on 2/9/2011, 09:08     +1   -1




Luke

Quell' evento insegnò a Luke qualcosa: mai prendere per uccellini tutto ciò che vedi nel cielo.
<fanculo! E adesso come faccio? Hanno preso anche la scorta di cibo. Vediamo cosa posso fare per salvare Frank...> Luke iniziò a seguire i predatori, tenendosi a distanza di sicurezza. Passavano attraverso vie secondarie e passaggi nascosti, in modo da non essere individuati facilmente.
Erano finalmente arrivati al QG, un vecchio edificio in rovina che si innalzava su tre piani.
<vediamo un pò, due guardie all' ingresso, nessun cecchino sul tetto. Oh, guarda, la pattuglia sta uscendo per rapire qualcun' altro. Ma a me non sta bene> Luke vide sei predatori che si fermavano a parlare con le guardie all' ingresso. <forse voi non lo sapete, ma chi di granata ferisce - disse sottovoce Luke mentre prendeva una delle granate aliene trovate al Louvre - di granata perisce> Luke tirò la spoletta e lanciò la granata. Tutti e otto i predatori morirono subito. Niente male queste granate energetiche. Grazie mille, Crypto pensò Luke. Ma il casino aveva attirato gli altri predatori, cosi Luke salì al secondo piano del palazzo dove si era rifugiato per controllare la situazione. Vide che i predatori avevano formato tre squadre da due per pattugliare, così fu facile per Luke freddarle dall’ alto con il fucile da cecchino.
<ottimo, quattordici uccisioni in cinque minuti. Si tratta di un record personale!>
Luke entrò quindi con il suo fido mitra, pronto a bruciare chiunque si avvicinasse. Decise di cercare dai sotterranei, dove trovò Frank con due predatori intenti a torturarlo. Luke sparò due raffiche dritte alla testa dei predatori, che morirono sul colpo.
<cucù! Come stai?> chiede Luke in tono ironico. <stai zitto, e liberami da qui> rispose Frank, che non aveva alcuna voglia di scherzare. Luke lo slegò velocemente e i due uscirono dai sotterranei, recuperando il sacco strapieno di cibo, la Gatling di Frank e le armi dei predatori, senza neanche riuscire a prenderle tutte. Pesavano troppo. Ma ci avrebbero fatto almeno 1500 tappi con tutti quei fucili. I due si diressero quindi verso, sperando di non incontrare altri casini e di terminare la missione. <il sole sta tramontando - disse Luke - se abbiamo incontrato tutto questo casino di giorno, pensa la notte. Muoviamoci> <benissimo> disse Frank
 
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196 replies since 22/8/2011, 08:57   6291 views
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