Toshiro Umezawa |
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| I dremora, vassalli dell'Oblivion 
I dremora sono daedra di rango inferiore, di solito legati da ordini vassallatici ad alcuni dei principi daedrici.
A differenza di gran parte degli altri daedra inferiori, come clannfer, daedroth o xivilai, i dremora possiedono un'intelligenza umana e caratteristiche che li rendono simili ad incroci tra demoni e umani.
(Un dremora caitiff mentre sorveglia un piano di Oblivion) Il loro aspetto è pressoché antopomorfo: la statura è la stessa di un uomo, solo la loro pelle e la loro testa, rossiccia la prima e cornuta la seconda, sono indizi della loro natura di servi dei daedra regali.
(Raffigurazione di un dremora tratta da "I cancelli rossi") Solitamente sono detestati dai mortali, specialmente dai praticanti di Stendarr, i quali li considerano abominii da sconfiggere: essi sono però evocati da più tamrielici di quanto si creda comunemente, dato che essi offrono una risposta sicura ai desideri degli invocatori.
Bisogna però fare attenzione: a volte i dremora saranno tutt'altro che disposti ad esaudire le richieste di color che li evocano: il protagonista di "Una tragedia in nero", ad esempio, va incontro ad un'orrenda fine per aver desiderato di salvare la madre.
I dremora, comunque, si possono distinguere in due grandi gruppi: i dremora guerrieri e i maghi.
(Un dremora valkynaz) I guerrieri sono le truppe di Mherunes Dagon, il signore daedrico che causò la Crisi dell'Oblivion: sono divisi in vari sottordini, seconda della loro potenza: i caitiff sono usati da lord Dagon come custodi del suo piano di Oblivion, mentre i più forti vassali del suo reame, i valkynaz, sono i prescelti per presidiare i luoghi sacri del principe, come il Paradiso di Mankar Camoran.
Non è certo se i dremora, dopo la sconfitta di Dagon, siano stati tutti ricacciati nell'Oblivion, assieme al loro padrone, nè se essi siano in grado di vivere senza essere soggetti al controllo dei principi: quel che è certo è la loro ferocia in combattimento e la loro determinazione, come testimoniato da molti soldati veterani della Guerra di Dagon.
(Dagon con le sue truppe ad Imperial City) In ultimo, la loro armatura è di certo la più resistente che un mortale possa bramare: ma la pericolosità nell'avvicinarsi ai demoni dell'Oblivion rende tale obbiettivo un suicidio per i guerrieri meno esperti. |
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