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Fallout: Lakelurk, Racconto FanFiction

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Riko54
view post Posted on 20/4/2017, 15:18     +1   -1




Davvero molto bello ^_^
 
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view post Posted on 20/4/2017, 20:20     +1   -1
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Si nascondono da me dietro muri di nebbia, l'umanità e l'abisso. Partoriscono mostri da aizzare gli uni contro gli altri. E più il sangue scorre, più la follia inebria. L'abisso nell'anima, la colpa dell'altro.

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view post Posted on 22/4/2017, 14:34     +1   -1

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Molto bello.
Quando uscirà il continuo?
 
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view post Posted on 24/4/2017, 21:12     +1   -1
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Decima parte

Era mattina. Il sole si era innalzatoda poco in cielo, illuminando il deserto sconfinato del Mojave. Alcuni suoi raggi penetravano debolmente dentro l'edificio. Il dottore si era svegliato prima dei mercenari e già preparava le sue cose per il viaggio.

Il corriere e Ginevra erano rimasti per tutto il tempo all'ingresso, senza fiatare. Dopo un po la donna si alzò e si diresse verso la stanza in cui aveva nascosto il suo zaino. Il corriere rimase immobile.

Dopo qualche secondo il capo mercenario si svegliò, gridando ai suoi uomini di alzarsi e di prepararsi per il viaggio. Era infuriato per il fatto che il dottore si era svegliato prima di lui.

Passarono 30 minuti quando tutto il gruppo uscì dall'edificio. Il cecchino raggiunse la sommità di una roccia e scrutò l'orizzonte. Non vedeva nessuno, se non innumerevoli sassi. Fece cenno al gruppo di continuare.

Il corriere avanzava assieme a Ginevra e il capo gruppo all'inizio della fila, nel mentre il dottore era scortato dal resto dei mercenari. Il cecchino gli affianca sui lati, spostandosi da una roccia all'altra.

Tutto sembrava tranquillo. Un leggero venticello dava un po di vita a quel deserto sconfinato. Il dottore si affiancò al Corriere.

<< Scusami >> esordì il dottore, ricevendo l'attenzione del corriere << Il covo dei Lakelurke dista a due chilometri da qui. Se proseguiamo ancora per questa strada, faremo tutto il giro. Forse è meglio prendere una strada secondaria che passa per le montagne >>

<< Lo so bene >> rispose il correre << Ma sai almeno chi abita sulle montagne? >>

Il dottore scosse la testa.

<< I supermutanti >> sottolineò il corriere, indicando le montagne alla sua destra << Faremo meglio a evitarli. Non voglio correre il rischio. Meglio proseguire con calma senza buttarci nella fossa dei leoni >>

Il dottore rimase in silenzio. Prima di venire nel Mojave non sapeva del fatto che sulle montagne si fossero insediati i supermutanti. Aveva sentito parlare di loro, li aveva anche visti, ma non credeva che si fossero insediati proprio lì. Le sue ricerche erano una priorità assoluta e voleva finirle al più presto. Passare tra le montagne, per raggiungere il covo dei Lakelurke, era una scelta che doveva fare. Aveva perso fin troppo tempo in questi mesi e non voleva perderne dell'altro.

<< No >> disse il dottore poco dopo. Il corriere lo guardò stranito << Dobbiamo passare da quelle montagne. Sono io che vi pago e di conseguenza sono io ad avere l'ultima parola su dove andare >>

<< Davvero vuoi complicarti la vita così? >> sorrise il corriere << Lo sai che finiresti per diventare il pranzo di qualche centauro? >>

<< Correrò il rischio >> rispose il dottore serio << Vi pago per proteggermi. Quindi esigo che voi mi proteggiate >>

<< D'accordo >> aggiunse il correre << Andremo sulle montagne >>

Ginevra, che aveva ascoltato tutto il discorso, non disse nulla. Per lei fare un po di tiro al bersaglio era sempre divertente e fracassare la testa dei supermutanti lo era ancor di più. Odiava quei mutanti. Ne aveva uccise a bizzeffe, anche solo per divertimento. La loro stupidità la irritava. Quando qualcuno offriva del lavoro che richiedeva l'uccisione dei supermutanti da un luogo, lei era sempre la prima che si faceva avanti. Nessuno osava accettare quell'incarico. I supermutanti erano molto forti con le armi bianche, ma anche con armi molto pesanti: mitragliatori a canne rotanti, fat man e altro. Per lei era quasi un hobby ucciderli. Molte persone importanti nel Mojave, quando avevano problemi di questo tipo, si rivolgevano sempre a Ginevra. Aveva sempre un pallottola disponibile per ogni testa dei supermutanti.

Il capo mercenario invece, li temeva. Non era roba per lui e il suo gruppo. A dir la verità gli aveva sempre evitati. Era abituato a compiti meno impegnativi. Scortare carovane, uomini o ripulire luoghi infestati dai predoni e altra feccia simile. Gli scontri a fuoco erano sempre gli stessi, ma mettersi contro i supermutanti equivaleva a un suicidio. Odiava i supermutanti. Era un odio assai radicato. Quella razza andava sterminata. Quasi tutta la popolazione del Mojave la pensava come lui.

Il gruppo deviò il percorso e si diresse verso le montagne, percorrendo una stradina sterrata. Il cecchino andò in avanscoperta, nel mentre tutti gli altri rimasero un po più indietro. Le montagne erano sempre più vicine. Si iniziava a intravedere persino la neve ai piedi delle rocce montuose o sui rami degli alberi.

Il gruppo proseguì per diversi metri prima di avvistare una mandria di bighorner intenti a brucare il prato. Erano sette esemplari, tra di essi il maschio più anziano affiancato da un altro maschio più giovane. Avvistarono il gruppo e si posizionarono minacciosi verso la loro direzione, pronti a caricarli se fossero stati minacciati o attaccati. Il corriere fece segnò di deviare leggermente il percorso, lasciandoli in pace. Erano animali docili e non attaccavano se non minacciati. I due maschi Bighorner notando che il gruppo si stava allontanando, ritornarono a brulicare il prato.

<< Se ci sono BigHorner nei paraggi, vuol dire che siamo vicino ai supermutanti >> disse il corriere agli altri.

<< Come fai a saperlo? >> chiese il capo mercenario.

<< I supermutanti si nutrono delle loro carcasse >>

<< Vuoi dire che li allevano? >> il capo mercenario era piuttosto confuso.

<< Non proprio >> disse il correre << Diciamo che si prendono cura di loro. Sono l'unica fonte di cibo per i supermutanti, quindi, anche se sono stupidi, sanno che devono in un qualche modo prendersi cura di loro >>

<< Non ti seguo >> rispose il capo mercenario << Io non ho visto nessun supermutante che sorvegliava quei BigHorner >>

<< Le vedi quelle montagne? >> il corriere indicò la montagna alla sua sinistra << E' da lì che sorvegliano i BigHorner. Quando questi si allontano troppo i supermutanti li riportano di nuovo indietro facendo infuriare il maschio alpha dei Bighorner. Questo li insegue e il resto della mandria dopo un po insegue il maschio alpha per paura di rimanere senza protezione, ma i supermutanti sanno come dileguarsi tra queste montagne. Una volta fatto ciò i BigHorner rimangono lì >>

<< Interessante >> disse il capo mercenario << Non credevo fossero così intelligenti da adottare un metodo simile. Cioè, sono troppo stupidi per pensare >>

<< Quando lo stomaco è vuoto, il cervello si attiva, non credi? Tutti gli animali hanno questo capacità >> Tagliò corto il corriere.

Il capo mercenario rimase in silenzio, poi aggiunse << Quindi ci hanno visti arrivare? >>

<< Credo proprio di si >>

Il capo mercenario sobbalzò alle parole del corriere e guardò i suoi uomini, che a loro volta erano spaventati all'idea di incontrare un supermutante.

Ginevra notò la preoccupazione di questi e sorrise, nel mentre il dottore sapeva a cosa andava incontro, ma era pur sempre preoccupato.

<< Allora è meglio se ci teniamo pronti >> disse il capo mercenario, voltandosi poco dopo verso i suoi uomini.

Questi erano più tesi di prima e si guardarono attorno nervosi. Il corriere notò questo, ma non disse nulla. In cuor suo sperava che potessero sopravvivere a un attacco dei supermutanti, ma non ci credeva più di tanto.

D'un tratto sentirono un mitragliatore a canne rotanti che ruppe il silenzio della montagna. Tutti guardarono in direzione del suono preoccupati. Poco dopo videro cadere da una rupe molto elevata il cecchino crivellato di colpi. Si schiantò su un sasso, producendo un rumore sordo. La caduta gli spappolò il cranio.

Edited by Kavin - 24/4/2017, 23:41
 
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Riko54
view post Posted on 24/4/2017, 22:51     +1   -1




E vai con la suspense <_<
 
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view post Posted on 25/4/2017, 17:09     +1   -1

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view post Posted on 27/4/2017, 20:02     +1   -1
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Undicesima parte

I mercenari rimasero impietriti vedendo il loro compagno morto, con il cranio fracassato per la caduta. Il capo mercenario iniziò a puntare il fucile d'assalto in diverse direzioni, altrettanto fecero i mercenari. Nei loro volti emergeva la paura di morire da un momento all'altro. Non erano abituati a gestire una situazione del genere. Non sapevano cosa fare. Guardarono il corriere, come se lui fosse in grado di tirarli fuori da questa merda, ma il corriere li guardò impassibile. I supermutanti non erano predoni, drogati o sbandati. Se attaccavano, ognuno doveva pensare a se.

Non passò molto quando un grande sasso cadde giù da un dirupo, travolgendo quasi l'intero gruppo. Era stato spostato da qualcuno. Il corriere fece cenno a tutti di avanzare e di tenersi pronti in caso di attacco. Percorsero velocemente un breve tratto di strada prima che una raffica di proiettili, sparati da un mitragliatore a canne rotanti non gli mancò per puro caso. Si ripararono dietro alcune rocce, nel mentre il capo mercenario e i suoi uomini, si misero dietro a un albero caduto. Il corriere gli scrutò. Li parve strano l'atteggiamento del capo mercenario. Invece di seguirlo, aveva preferito mettersi a riparo da un altra parte. Nel frattempo i proiettili arrivarono a raffica verso le loro coperture e pian piano si iniziavano a udire le grida sei supermutanti.

<< A morte gli umani! >> Si udì da lontano, da una voce stridula << Uccideteli tutti! >>

Un mercenario uscì dalla sua copertura per sparare, ma non si era accorto del supermutante che, silenzioso, era strisciato verso di loro. Gli era di fronte con un martello gigante. Non fece nemmeno in tempo a guardarlo in faccia. Il supermutante gli fracassò il cranio con una secca martellata. I pezzi di cervello volarono addosso al capo mercenario e l'altro mercenario. Questi fuggirono a gambe levate, nel mentre il corriere fece cenno a Ginevra di non sparare.

Il supermutante rise compiaciuto << Adoro quando gli umani fuggono! >> e si mise a rincorrere il mercenario, che spaventato, cercò di scavalcare un cumulo di pietre, senza riuscirci. Venne raggiunto dal supermutante, che con un calcio lo scaraventò via di qualche metro. Gli ruppe le costole.

<< Ti prego... >> supplicò il mercenario, mentre con i gomiti strisciava via dal supermutante che si avvicinava ridendo << Non... non uccidermi... >>

<< Quanto mi piace >> Urlò estasiato il supermutante << Quanto mi piace! Mi piace! Mi piace! >> nel mentre urlava all'infinito questa frase, il supermutante fracassò tutte le ossa del mercenario a suon di martellate, infine si curvò verso questo e con una mano strappò via la testa dal corpo del mercenario. Il sangue schizzò da tutte le parti.

<< Un altro trofeo per Morpheus! >> rise compiaciuto << Teste nere! Teste nere! Teste nere! Siiii solo teste nere! >>

Nel frattempo arrivarono altri due supermutanti giù da una collinetta rocciosa. Uno era armato con una grande mazza in cemento armato, una rebar club. L'altro con un fucile da caccia. Arrivarono spavaldi ed eccitati verso l'altro supermutante.

<< Dove sono gli altri umani, Morpheus? >> chiese uno di questi.

<< Moprheus non lo sa >> rispose questo, mentre guardava la testa mozzata del mercenario << Morpheus crede che si siano nascosti. A Morpheus interessa solo teste nere >>

<< Troviamo gli umani! Devono morire! >>

I due supermutanti si misero alla ricerca del gruppo, nel mentre Morpheus rimase a contemplare la testa mozzata. Il capo mercenario nel frattanto, si era andato a nascondere sotto una roccia. Non aveva il coraggio nemmeno di uscire la testa e vedere cosa stava succedendo.

Il corriere guardò il dottore << Rimani qui. Io e Ginevra penseremo a uccidere i supermutanti >>

Il dottore annuì. Di certo non li avrebbe affrontati neanche se il corriere glielo avesse ordinato. Aveva una paura fottuta, ma cercava di rimanere calmo pensando alle sue ricerche.

Ginevra con il fucile da cecchino puntò la testa di un supermutante più distante. Aspettò il momento il giusto e sparò un colpo che si andò a conficcare nella tempia del supermutante, uscendo dall'altro lato. L'altro supermutante urlò di rabbia, attirando l'attenzione di Morpheus.

<< Bastardi umani! >> Imprecò il supermutante << Uscite fuori vermi rognosi! >>

Il corriere sbucò da dietro un albero, sorridendo << Mi avete chiamato? >> derise i due.

Il supermutante lanciò un forte grido prima di scaraventarsi addosso al corriere. Ginevra rimase a guardare, tenendo sotto mira Morpheus che era indeciso se combattere o guardare la testa mozzata.

Il supermutante scagliò un colpo dall'alto con la sua rebar club, ma il corriere lo deviò, spostandosi di lato.

<< Tutto qui? >> rise questo, scuotendo il capo.

Il supermutante infuriato, scagliò un altro colpo da sinistra e il corriere lo deviò.

<< Sei lento come un bramino >> il corriere lo derise.

Il supermutante perse le staffe e iniziò a scagliare colpi a caso. Il corriere continuava a deriderlo.

<< Devi morire umano! Devi morire! >> urlava il supermutante, nel mentre non si accorse che il corriere gli era di spalle e non davanti.

<< Hai finito? >> sottolineò il corriere << Io sono dietro di te >>

Il supermutante si fermò e si volse confuso << Ti ammazzo! >>

Il corriere deviò il suo ultimo colpo, fece un gran balzo gli fu di nuovo dietro. Estrasse velocemente il machete e con taglio netto, mozzò la testa del supermutante. Il corpo di questo continuò a sferrare attacchi alla cieca nel mentre camminava in avanti, finché non cadde a terra.

<< Non c'è divertimento a combattere con i supermutanti >> disse il corriere fra se << Sono troppo prevedibili >>

Morpheus era rimasto ancora lì, come se fosse tutt'altra parte. Guardava con ammirazione la testa del mercenario, inconsapevole che il corriere era a pochi passi.

Ginevra raggiunse il corriere che guardava stranito Morpheus.

<< Non credo sia fatto? >> chiese perplesso Ginevra.

<< Non penso >>

<< Che ci trova in quella testa? >>

<< Domandaglielo >>

Morpheus continuava a contemplare la testa mozzata.

<< Ehi bifolco? >> urlò Ginevra.

Morpheus non rispose.

<< EHI! Stupido mutante! >> insistette Ginevra.

Morpheus si riprese di colpo e si volse verso loro. Non sembrava essere ne sorpreso e ne spaventato.

<< Morpheus non è stupido! >> disse questo triste << Morpheus odia gli uomini neri >>

<< Ma che sta dicendo? >> aggiunse Ginevra confusa.

<< Credo si riferisca ai mercenari >> rispose il corriere, nel mentre osservava Morpheus.

<< In che senso? >> chiese Ginevra.

<< I mercenari indossano caschi e divise nere >> disse il corriere, indicando il corpo senza testa del mercenario << Credo che lui uccida solo mercenari. E' ossessionato >>

<< Morpheus è umano >> sottolineò il supermutante.

<< Non sei un umano >> disse Ginevra << Sei un fottuto supermutante >>

<< Perché tratti male Morpheus? >> il supermutante si rattristì, abbassando lo sguardo << Morpheus buono con umani, ma molto cattivo con uomini neri. Molto cattivo >>

Il correre fece cenno con la mano di stare zitta a Ginevra.

<< Perché odi gli uomini in nero? >> chiese il corriere, avvicinandosi a lui lentamente.

<< Morpheus usato come schiavo da loro >> pianse il supermutante << Morpheus venire maltrattato. Morpheus molto triste e solo da schiavo. Morpheus usato come sacco da boxe >>

Ginevra si stranì << Sei grande e grosso perché non ti sei ribellato? >>

<< Morpheus avere al collo un collare da schiavo. Morpheus non poteva fuggire. Morpheus esplodeva se si allontanava dagli uomini neri >>

<< E come hai fatto a fuggire? >> Domandò il corriere, posando una mano sulla spalla del supermutante. Il braccio del corriere sembrava uno stuzzicadenti a confronto alla possanza del supermutante.

<< Morpheus fuggire via grazie a un vecchio umano. Lui salvato me e altri schiavi umani dagli uomini in nero. Ribellione degli schiavi. Tanto caos. Tanto sangue. A Morpheus non piaceva. A Morpheus piaceva sangue degli uomini in nero. Le loro teste >>

Ribellione degli schiavi? Al corriere non venne nulla in mente che fosse collegata a un fatto simile. Non aveva mai sentito parlare di una ribellione degli schiavi, ne tanto meno di mercenari che schiavizzavano persone e supermutanti. Forse Morpheus aveva assunto tante di quei Jet o altra roba simile, da aver ridotto il suo cervello in poltiglia. Il corriere non né era sicuro, ma Morpheus non sembrava malvagio, anzi, pareva piuttosto confuso su chi fosse veramente.

Edited by Kavin - 27/4/2017, 21:33
 
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view post Posted on 3/5/2017, 16:35     +1   -1

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view post Posted on 3/5/2017, 20:52     +1   -1
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view post Posted on 6/5/2017, 19:00     +1   -1
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Undicesima parte

Il capo mercenario rimase nascosto sotto le rocce per più di un ora, prima che decidesse di uscire la testa. Lentamente strisciò fuori, con la 9mm in mano. Si guardò attorno, spaventato. Era restio a muoversi. C'era uno strano silenzio nell'aria. Perciò, pensò che il Corriere e Ginevra avessero uccisi tutti i supermutanti.

Accovacciandosi silenziosamente, si diresse verso il luogo in cui aveva visto per l'ultima volta i due. Notò i due supermutanti uccisi, ma non vide ne il corriere e ne Ginevra e tanto meno il dottore. Poco lontano da lui, i due mercenari giacevano a terra senza vita. Entrò in panico. Non sapeva cosa fare. Era rimasto da solo. Se per puro caso i supermutanti l'avrebbe avvistato, non avrebbe avuto scampo. Questa volta non c'erano i suoi uomini a fare da diversivo.Si fece coraggio e cercò di continuare per la strada, sperando di trovare il gruppo.

Ad ogni passo che faceva, si sentiva osservato, come se qualcuno lo stesse spiando. Le mani gli tremavano e il cuore quasi non gli schizzava fuori dal petto, ma doveva continuare. Fermarsi equivaleva a morte certa.

Dopo un centinaio di metri, sotto un albero molto robusto pieno di foglie, appoggiato di schiena, c'era un cadavere di un uomo. Aveva la faccia sfracellata e lo stomaco dilaniato. Forse qualche animale mutante si era nutrito di lui. Vicino alla sua mano una revolver e un cibo in scatola. Sicuramente prima di essere ucciso, stava cercando di mangiare.

Il capo mercenario prese la scatola di cibo e l'aprì. Aveva fame, non mangiava da ore. Ingurgitò tutto in due soli bocconi, buttando per terra il contenuto vuoto. Il suo stomaco brontolava stranamente.

Non appena si volse, vide uno Yao Guai alzarsi infuriato davanti a lui. Ruggì talmente forte, da farlo rabbrividire.

Questo rimase paralizzato dalla paura
Questo rimase paralizzato dalla paura. Non sapeva cosa fare. Il cervello gli andò in tilt. La 9mm gli scivolò dalle mani. Tutto il suo corpo iniziò a tremare dalla paura. Le gambe faticavano a reggerlo. Lo Yao Guai fece un altro ruggito, prima di correre infuriato contro di lui. Il capo mercenario rimase lì, a fissarlo. La paura l'aveva paralizzato. Lo Yao Gaui sollevò in aria il suo possente braccio e con i suoi affilati artigli, infilzò lo stomaco dell'uomo. Le sue interiora fuoriuscirono dal suo corpo, riversandosi per terra. Si toccò il ventre. Aveva le mani piene di sangue. Lo Yao Guai ruggì di nuovo eccitato. Sferrò un altro potente colpo, staccandogli la testa dal collo che rotolò giù da un piccolo dirupo.

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Nel frattempo il corriere, Ginevra, Morpheus e il dottore, si fermarono vicino a un tronco d'albero. Il dottore continuava a scrutare Morpheus. Aveva già visto supermutanti addomesticati o che lavoravano a stretto contatto con gli umani. C'erano persino supermutanti che pensavano di essere umani, come Morpheus. Ma il dottore era sempre stato diffidente verso quest'ultimi. Non si fidava di loro. Credeva che la loro mente fosse troppo debole e che potessero cambiar comportamento da un secondo all'altro; ora potevano sembrare indifesi agnellini, poco dopo spietati assassini. La loro mente non era in grado di avere una stabilità, una personalità precisa e di riconoscere il giusto e il sbagliato. Solo pochi supermutanti ci riuscivano ed erano rari.

Morpheus continuava a contemplare la testa del mercenario morto. I suoi occhi erano rapiti da quella testa mozzata. Era come un monolite per lui. Un oggetto di cui non poteva fare a meno. Ginevra nel frattanto, si sedette sul tronco, accavallando le gambe, nel mentre il corriere l'osservava. Il dottore fissava con fascino e repulsione Morpheus.

<< Ora che si fa? >> chiese Ginevra a tutti.

<< Riposiamo >> rispose il corriere << Non siamo molto lontani dalla destinazione >>

<< Riposarsi? >> sottolineò il dottore << Non possiamo oziare. Dobbiamo continuare a camminare. Possiamo arrivare lì prima che il sole cali >>

<< E' troppo pericoloso >> aggiunse il corriere << Non siamo sicuri di cosa ci aspetta una volta arrivati lì >>

<< Voi non capite l'importanza di queste ricerche >> disse il dottore << Devo riuscire a prendere dei campioni di DNA e delle uova di Lakelurke. Questa ricerca è di importanza vitale >>

<< Importanza vitale? >> chiese Ginevra confusa.

<< Non possono parlarne >>

<< Cosa c'è sotto, dottore? >> Ginevra serrò gli occhi.

<< Non c'è niente >> il dottore pareva impacciato << Sono ricerche top secret. Vi pago per difendermi, non per fare domande >>

Ginevra rimase in silenzio. Il corriere invece, si fece alcune domande. Il dottore non gli aveva mai detto che queste ricerche erano di vitale importanza. Pensava che fossero ricerche per scoprire di più su questi mutanti, ma nulla più. Il dottore nascondeva qualcosa. O forse, le persone per cui lavorava, avevano in mente qualche strano esperimento o altro.

<< Ci muoviamo?! >> disse il dottore, facendo cenno con la mano di proseguire.

Ginevra si alzò dal tronco in cui era seduta e guardò per un attimo il corriere. Questo aveva capito che Ginevra pensava le sue stesse cose.

Il gruppo proseguì lungo una stradina, imboccando vari sentieri tra le montagne. Di tanto in tanto incontravano qualche bighorner o dei resti scheletrici umani. Dei Supermutante non c'erano tracce. Forse avevano capito che il corriere e Ginevra erano molto più forti dei normali umani o forse, non c'era nessuno per davvero.

Passarono circa trenta minuti, quando lasciarono la stradina montagnosa per ritrovarsi ancora una volta nello sconfinato deserto del Mojave, fatto di sassi e resti prebellici. Scesero lentamente il dirupo roccioso finché i loro piedi non toccarono il terreno sabbioso e arido. Alla loro destra si iniziava a intravedere il fiume Colorado. Il dottore spalancò gli occhi stupefatto. Finalmente era vicino al covo dei Lakelurke.
 
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view post Posted on 6/5/2017, 22:36     +1   -1




Wow... :woot:
 
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Tredicesima parte

Il gruppo continuò a scendere il dirupo ancora per un po. Poco dopo si ritrovarono ai piedi di un burrone alto un centinaio di metri. Da lassù potevano godere del panorama che il fiume colorado era in grado di regalare.

Morpheus non staccava per un attimo lo sguardo dalla testa mozzata. Camminava come fosse uno zombie. Non sapeva nemmeno il perché seguivo il gruppo. Forse perché si sentiva umano? La sua mente era troppo debole per capire la realtà. Viveva in un mondo illusorio. Credeva che i supermutanti fossero degli umani. Lui li vedeva esattamente come il corriere e Ginevra. Il suo mondo era contorto. Fatto di mille pensieri che andavano e venivano, ma solo una cosa rimaneva lì, come fosse un ossessione: gli uomini in nero.

Tutto era legato a quel desiderio di ucciderli. Avvolte non sapeva nemmeno lui del perché lo volesse fare. Dimenticava, e poi come un lampo, ecco che ritornava quel ricordo. Avvolte credeva che fosse frutto della sua immaginazione, che non era mai stato preso prigioniero, che non era mai successo la ribellione degli schiavi, che tutto fosse solo immagini, magari preso in prestito da qualche libro prebellico letto chissà dove.

A Morpheus piaceva leggere. Era l'unico supermutante della sua comunità che lo faceva. Tutti lo prendevano in giro per via del suo Hobby. I supermutanti non amavano leggere, scrivere e tanto meno usare i terminali. Usavano i libri prebellici per riscaldasi durante le fredde notti nel Mojave. Distruggevano i terminali per raccattare pezzi o ingranaggi che potessero tornare utili alle loro micidiali armi di distruzione. Solo Morpheus non era interessato a distruggere e uccidere, a meno che non si trattasse di uomini in nero. I supermuntati l'avevano comunque accettato tra di loro, anche se non si fidavano. Un supermutante che crede di essere un umano e che vede gli altri della sua razza in quel modo, non è molto affidabile.

Il dottore si avvicinò fino alla fine del dirupo, guardando il vuoto al di sotto. Poi alzò lo sguardo, scrutando le rive del colorado. Cercava nervosamente la caverna in cui i Lakelurk avevano il nido, ma non vedeva niente. Nessuna fessura. Niente di niente.

<< Che stai cercando? >> chiese il corriere, notando il nervosismo di questo.

<< La caverna >> rispose secco il dottore << Non vedo nulla da quassù, eppure so per certo che è da queste parti >>

<< Potrebbe essere sulla nostra sponda >> aggiunse Ginevra con un lieve sorriso.

<< Si, probabile. Non ci avevo pensato >> il dottore si volse verso la donna, sbuffando.

Ginevra scosse la testa come per dire: è un cervellone, ma nello stesso tempo un idiota.

<< Okay >> esordì il corriere << Scendiamo per la stradina e raggiungiamo il fiume >>

Il gruppo seguì il corriere, nel mentre Morpheus pareva più uno zombie incantato dalla testa mozzata. Ginevra si accostò al corriere, nel mentre il dottore rimase in mezzo seguito dal supermutante.

Scesero alcuni dirupi, facendo attenzione a non cadere o scivolare. Il terreno un po sabbioso rendeva difficile la discesa. Dopo un po iniziarono a intravedersi alcuni alberelli di cactus piene di spine, oltre a grandi sassi. Vicino al letto del fiume un po di erba secca. Raggiunsero un barchetta in legno semi distrutta, la cui parte anteriore era immersa nel fiume. Poco lontano da questo, uno scorpione radioattivo morto e un prospettore le cui gambe erano state staccate con le tenaglie del insetto.

Ginevra si guardò attorno, nel mentre il corriere si avvicinò per esaminarli. Lo scorpione radioattivo aveva dei colpi di machete molto profondi sulla testa e sull'addome. Qualcuno l'avevo ucciso e forse il corriere aveva capito chi.

<< Macellai >> esordì questo << Questo è opera dei macellai. Forse ci stanno osservando, o forse, sono nei paraggi. Dobbiamo fare attenzione >>

<< Chi sono questi macellai? >> domandò Ginevra confusa.

<< Spietati assassini, per usare un termine >> rispose il corriere << Sono un gruppo forse molto numeroso che sta causando morte e distruzione ad est del Mojave, proprio dove un tempo c'era la legione. Credo siano disertori di quest'ultima >>

<< Sono guidati sempre da Cesar? >> chiese la donna perplessa.

<< E chi lo sa >> disse il corriere << Ma non credo che Cesar abbandonerebbe la legione per fondare un gruppo di tagliagole, anche se la legione lo era, oltre che schiavisti >>

Non appena Morpheus ascoltò quella frase "schiavisti", lascio cadere per terra la testa mozzata, impugnando la sua Rebar Club euforico ed infuriato.

<< Morpheus vuole sapere dove sono?! >> gridò questo voltandosi in tutte le direzioni.

Il dottore lo guardò stranito. Tutto ciò che aveva sempre pensato sui supermutante, ora si era avverato come una certezza inconfutabile. La loro mente era troppo manovrabile.

<< Morpheus vuole uccidere schiavisti! >> continuò questo, scagliando un colpo di rebar club per terra. Il colpo scavò una piccola fossa di pochi centimetri.

Ginevra indietreggiò pronta per aprire il fuoco. L'atteggiamento del supermutante la stava mettendo sulle difensive. Non voleva correre rischi. Una pallottola in testa e tutto sarebbe finito in un nanosecondo.

Il corriere prese la situazione in mano. Si avvicinò con calma verso Morpheus, allargando le braccia. In modo tale che il supermutante vedesse che non era armato.

<< Stai calmo... >> disse il corriere con voce pacata << Non ci sono schiavisti nei paraggi. Non ci sono più da molti mesi ormai. Stai tranquillo. Ora sei con noi. Nessuno ti farò del male, te lo prometto >>

Il corriere appoggiò una mano sull'enorme spalla di Morpheus, per consolarlo. Il supermutante abbassò la sua rebar club e improvvisamente smise di essere infuriato. Si era calmato. Sembrava un bambino bisognoso di affetto e sicurezze.

<< E' tutto apposto >> continuò il corriere, dando delle piccole pacche a questo << Ci sono io a proteggerti. D'ora in avanti sei uno di noi. Nessuno oserà toccarti >>

Morpheus sorrise come un bambino, ricurvandosi verso il corriere.

<< Morpheus felice di questo >> disse lui << Morpheus felice di avere umano come lui come fratello. Morpheus si sente sicuro. Morpheus buono >>

Il corriere sorrise, nel mentre Ginevra abbassò la guardia confusa. Il dottore invece, osservò con estrema curiosità i due. Non credeva che il corriere potesse avere un effetto così persuasivo sulla testardaggine dei supermutanti. Non aveva mai visto qualcuno in grado di far cambiare idea così rapidamente ad un supermutante incazzato. Le parole del corriere erano riusciti a spezzare le catene ossessive di Morpheus, come fossero fatti di burro. Riusciva a capirlo, oltre che persuaderlo.

Ad'un tratto si sentirono dei rumori dietro di loro, come se qualcuno o più di qualcuno si stesse muovendo tra i grandi massi. Tutti alzarono le armi, anche Morpheus che pareva stonato e indifeso come un bambino dal viso. Non riuscivano a capire chi fosse. Si scambiarono sguardi preoccupati e indecisi. Il dottore indietreggiò dietro di loro, sfiorando con le scarpe l'acqua del fiume.

Improvvisamente i rumori cessarono e qualche secondo dopo, da sopra un grande sasso, comparì lentamente la sagoma di un uomo, seguito da altre quindici uomini.

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Edited by Kavin - 8/5/2017, 18:39
 
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view post Posted on 10/5/2017, 20:35     +1   -1
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Si nascondono da me dietro muri di nebbia, l'umanità e l'abisso. Partoriscono mostri da aizzare gli uni contro gli altri. E più il sangue scorre, più la follia inebria. L'abisso nell'anima, la colpa dell'altro.

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Quattordicesima parte

Il Macellaio guardò da sopra il masso il gruppo, nel mentre i suoi uomini gli circondavano lentamente. Il corriere desse uno sguardo rapido a Ginevra che era intenzionata a combattere.

<< Non fare nulla >> sussurrò lui.

Ginevra lo fissò per un paio di secondi, poi annuì infuriata.

Il macellaio sguainò il machete e qualcuno sparò da dietro un masso, colpendo in petto Morpheus. Questo infuriato, impugnò la Rebar club e andò addosso ai primi macellai che erano vicini, ma dopo qualche passo si accasciò per terra.

Il dottore entrò in panico e si abbassò con le ginocchia, mettendosi le mani a protezione della testa. Il corriere sapeva che non poteva far nulla e non voleva che Ginevra facesse qualche stupidata. Erano troppi e loro due non potevano ucciderli tutti.

Una volta che furono circondati, il macellaio, che il corriere reputava il loro capo, fece un balzo in avanti, atterrando a pochi passi da loro.

Scrutò il corriere da capo a piede, poi, facendo un fischio, qualcuno sparò loro tre sul petto e persero i sensi.

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Il corriere riprese i sensi. La vista era appannata e faticava a mettere a fuoco ciò che aveva davanti a se. Diversi secondi dopo, riacquistò la vista. Si accorse che era dietro a delle sbarre arrugginite. Queste erano messe in linea parallela contro la roccia. Si trovava in un caverna. A pochi passi dalla gabbia, due macellai che facevano la guardia. Quel tratto di caverna era illuminato da tre torce. Quando si volse per controllare se ci fossero gli altri, scoprì che era da solo. Subito pensò a Ginevra. Cosa l'era capitato? Forse l'avevano uccisa? La stavano violentando? E Morpheus? Il dottore?

Si alzò lentamente in piedi, ancora frastornato. Si avvicinò alle sbarre e le strinse con le mani. La testa gli doleva e si sentiva debole. Faticava a reggersi in piedi.

<< Allontanati dalle sbarre, cane! >> urlò la guardia con voce rauca, colpendo le dita del corriere con un bastone.

Il corriere tolse le mani, ma non sentì dolore. Solo la testa gli doleva, nulla più. Capì confusamente, che l'avevano drogato.

Poco dopo, tre macellai passarono da lì. Trasportavano una cassa. Il corriere li fissò, finché non scomparvero verso un altra entrata. La guardia nel frattempo si volse verso di lui.

<< E tu saresti il famoso corriere? >> aggiunse deridendo il corriere << Secondo me sei solo un impostore. Un uomo che sfrutta il suo nome per pavoneggiarsi >> la guardia sputò per terra, in segno di disprezzo.

Il corriere non disse nulla. Le parole della guardia giungevano distorte. Non le sentiva bene.

<< Guardati >> continuò questo, attirando l'attenzione dell'altra guardia << Hai affrontato il divide, eppure, ti abbiamo catturato... No... tu non sei il corriere >>

L'altra guardia si avvicinò, ridendo.

<< Certo che non lo è >> disse questo con voce rauca << Il corriere non si farebbe catturare così facilmente. Avrebbe lottato e... lasciamo stare >>

<< Non ci avrebbe uccisi >> Interruppe l'altro macellaio pavoneggiandosi << Nemmeno lui è in grado di uccidere i macellai >>

I due si misero a ridere, scambiandosi delle pacche.

<< Torniamo al lavoro >> continuò questo << O Jacobs ci fracassa di botte >>

Jacobs? Le parole di questo nome gli giunsero distorte. Forse era il capo dei macellai oppure, qualche pezzo grosso. Il corriere cercò di sforzarsi per ricordasi qualunque persone avesse questo nome.

Di gente importante ne aveva conosciute a bizzeffe, ma pure di gente umile o psicopatica. Forse lo conosceva, magari l'aveva già incontrato. Cercò di spremere le meningi, ritornando alle sue vecchie avventure per il Mojave, ma non c'era nessuno che avesse quel nome.

D'un tratto, due macellai giunsero dall'altra caverna e si fermarono davanti alla sua gabbia. Le due guardie annuirono ed aprirono la porta. Entrarono dentro e sollevarono il corriere. Lui, talmente che era immerso nei suoi ricordi e con la droga in circolazione, non si rese conto che l'aveva afferrato per le braccia. I due macellai fecero segno alle guardia di seguirli.

Nel mentre trascinavano il corriere tenendolo sotto braccio, questo, vedeva il terreno roccioso come fosse fanghiglia. I piedi delle guardie sprofondavano in esso e si allungavano, per poi ritornare normali e risprofondare nuovamente. Era come incastrato in un loop. Non capiva ciò che vedeva. Non ci trovava un senso, ma gli piaceva.

Poco dopo le due guardia buttarono per terra il corriere. Il suo viso urtò contro un sasso, ferendosi alla tempia. Poi, una delle due guardie lo strattonò da dietro, facendolo inginocchiare. Davanti a lui, rialzato su masso, c'era un macellaio divaricato su un sedia in legno il cui schienale alto, superava la testa di quest'ultimo di diversi centimetri. Il corriere lentamente stava riprendendo la ragione, ma era ancora frastornato. Vedeva la stanza capovolgersi e girare su se stessa.

L'uomo si alzò dalla sedia.

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Il corriere lo vide per per bene, anche se un po confuso e sfocato, ma aveva anche una collana a forma di S argentata attorno al collo. Questo incrociò le braccia e scrutò il corriere. Restò così per dieci secondi, poi scese dal masso rialzato e si avvicinò a lui, girandoci attorno.

Il corriere lo guardava, ma il corpo di questo si distorceva e si ricomponeva. Lo fissava come perso nel vuoto.

<< Quanta droga gli avete dato? >> disse Jacobs a una guardia, con voce rauca.

<< Solo due dosi >> rispose questo con voce tremante.

<< Due dosi? >> urlò Jacobs << Volevi ucciderlo per caso!? >>

<< No... io >> aggiunse la guardia, abbassando gli occhi.

Jacobs sguainò velocemente il machete dal cinturino e con un colpo secco, decapitò la guardia. Il sangue schizzò da tutte le parti e la testa rotolo vicino alle gambe del corriere. Questo guardò la testa mozzata, ridendo.

<< Incompetenti! >> urlò Jacobs, pulendo il sangue del machete con uno straccio e buttandolo poco dopo sul cadavere << Pulite 'sto schifo! >>

L'altra guardia si precipitò a pulire e trascinò via il corpo con il sangue che ancora sgorgava da esso, mentre la testa rimase lì. Il corriere fissava ancora la testa e gli sorrideva.

<< E' ancora fatto >> disse Jacobs serrando gli occhi << Non è nemmeno in grado di capire dove si trova e che gli sta capitando. Vorrà dire che rimanderemo la conversazione >>

Jacobs rimise il machete nel cinturino, si avvicinò al corriere e gli diede un forte pugno in faccia.

<< Buonanotte, signorina >> rise Jacobs raucamente.

Il corriere perse i sensi.
 
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Riko54
view post Posted on 10/5/2017, 21:38     +1   -1




Wow...ma dove le prendi le immagini? Fai tu i disegni?
 
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view post Posted on 10/5/2017, 23:33     +1   -1
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No, l'ho preso su google immagini, non ricordo bene dove
 
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58 replies since 6/11/2016, 17:42   720 views
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