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Canzoni del ritorno Volume 56 -LIBRO295-, Di Autore ignoto Libri di Skyrim Lore

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icon14  view post Posted on 19/4/2018, 12:45     +1   -1
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Si nascondono da me dietro muri di nebbia, l'umanità e l'abisso. Partoriscono mostri da aizzare gli uni contro gli altri. E più il sangue scorre, più la follia inebria. L'abisso nell'anima, la colpa dell'altro.

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CANZONI DEL VOLUME 56




L'ultima fiaba della Chrion

Le canzoni del ritorno sono eterne e numerose. I Cinquecento, quei Compagni di Ysgramor che gettarono le basi della casa dell'umanità, ardevano di un fuoco scomparso fin dai tempi antichi. Ogni nave trasportava un equipaggio capace di lezioni leggendarie che alimenterebbero l'orgoglio millenario di qualsiasi nazione. Durante questo periodo di colonizzazione, manipoli di Compagni vagarono per la terra, portando la luce delle vere divinità nelle terre pagane di elfi e bestie. Ma erano dei semplici mortali e al giungere della loro ora avrebbero assaporato le glorie di Sovngarde.

Fu durante uno degli incalcolabili anni dopo la riconquista di Saarthal che l'equipaggio della Chrion trovò la sua fortuna nelle terre orientali nei pressi della Montagna Rossa. Erano accampati, circondati dai cadaveri dei feroci elfi che avevano tentato di ingannarli con una proposta di pace. Ma il capitano della Chrion era il sagace Rhorlak e non avrebbe mai mostrato pietà ai bugiardi delle terre meridionali, come gli era stato ordinato da Ysgramor, il suo signore e precursore di tutti noi.

Fu in questo stato di euforia che furono avvicinati da un messaggero giovane e spossato del loro equipaggio gemello della Kaal Kaaz. Il ragazzo, Asgeir, come raccontano le ballate, aveva percorso una distanza inimmaginabile a rotta di collo dai campi intrisi di sangue del Sole Coperto per riferire le notizie agli interessati. Quando giunse al loro campo, singhiozzò prima di alleggerire il suo cuore rivelando che il potente Ysgramor aveva tirato l'ultimo respiro. Asgeir proseguì la sua maratona per informare gli altri equipaggi non appena li avesse rintracciati (alcuni si erano ormai insediati per ricompensare gli uomini dei loro atti coraggiosi), mentre sull'accampamento della Chrion discese un velo di tristezza. Tra questi fuochi sedevano gli uomini più coraggiosi e le donne più audaci che avessero mai poggiato piede su questa terra, eppure la notizia li mise in ginocchio. Mentre noi, al giorno d'oggi, conosciamo la gloria di Ysgramor solo per come ci viene raccontata dalle storie, questi Compagni l'avevano saggiata personalmente e una perdita del genere fu talmente dura da accettare che le parole non bastano a descriverne il lutto.

Perché, in verità, le storie raccontano di come Rhorlak, il più navigato e inflessibile dei capitani, crollò per il dolore senza mai più risollevare la sua potente ascia. E ovunque a Tamriel, mentre la notizia si diffondeva come una nube scura che ricopriva il cielo, altre luci brillanti si spensero in onore dei confronti del loro generale e condottiero di guerra caduto.

E così terminarono il periodo del ritorno e le glorie originali dei Cinquecento Compagni di Ysgramor, precursore di tutti noi.
 
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